Passing – Due donne, la recensione

Presentata alla 16ª edizione della Festa del Cinema di Roma, Passing – Due donne è la sorprendente opera prima da regista dell’attrice britannica Rebecca Hall (classe 1982), prodotta da Significant Production e tratta dall’omonimo romanzo di Nella Larsen, scritto nel 1929 e considerato uno dei capolavori della letteratura americana. La storia si concentra sul difficile tema del razzismo in una sfavillante New York della fine degli anni ’20.

Irene (Tessa Thompson) è una donna sposata con un medico e madre di due bambini, nonostante una tranquilla vita ad Harlem, prova vergogna per il colore della propria pelle in un’America fortemente razzista. La sua amica Clare (Ruth Negga) è ricorsa allo sbiancamento della pelle, sposando un facoltoso uomo bianco di Chicago che non è a conoscenza delle sue vere origini, tra l’altro profondamente razzista. La donna è infelice, poiché vive nella menzogna. Quando le due amiche si incontrano dopo svariati anni, la loro esistenza cambierà radicalmente, generando tra loro una serie di inevitabili confronti.

Eravamo abituati a vedere Rebecca Hall come attrice, ma non come regista, ma bisogna ammettere che la sua opera prima, tra l’altro è anche sceneggiatrice e produttrice del film, riesce a restituire attraverso una meravigliosa fotografia in bianco e nero di Eduard Grau e i meravigliosi costumi di Marci Rodgers, la magica atmosfera della New York della fine degli anni’20, un periodo in cui stava sorgendo l’Harlem Reinassance. La storia si concentra sulle due protagoniste, amiche da sempre, che si rivedono dopo anni di lontananza, ognuna di loro ha vissuto il razzismo, in un’epoca dove le persone di colore venivano brutalmente discriminate.

Girato in un formato 4:3, l’opera prima di Rebecca Hall si concentra prevalentemente su inquadrature che non tralasciano nessun dettaglio, la costruzione narrativa segue su due binari la vita di Irene e Clare, tra l’altro la chimica che c’è tra Tessa Thompson e Ruth Negga è visibile fin da subito, bravissime a interpretare due personaggi agli antipodi, vittime di un razzismo imperante in quegli anni.

Per certi versi guardando Passing sembra di immergersi in quei film americani degli anni ’50, basti pensare a Lo specchio della vita di Douglas Sirk, tanto per citare uno tra i tanti titoli dell’epoca, seppur la trama non ha nulla in comune con l’opera della Hall, se non per la vergogna che Clare prova per il colore della propria pelle, la stessa vergogna che vedeva coinvolta la Sarah Jane de Lo specchio della vita, arrivando a ripudiare la madre perché era di colore.

Rebecca Hall, tra l’altro, è figlia di madre afroamericana e suo nonno materno proprio come Clare si è finto bianco tutta la vita, e non è un caso se sceglie di esordire dietro la macchina da presa con un’opera che oltre ad essere tratta da uno dei romanzi americani più importanti del XX secolo, attinge soprattutto dalle esperienze vissute dal suo ramo materno, descrivendo con grande delicatezza il tema dell’odio razziale, ma soprattutto raccontando la solitudine delle due protagoniste.

Le eccellenti interpretazioni di Tessa Thompson e Ruth Negga si aggiungono a quelle di André Holland (Moonlight, American Horror Story, Castle Rock) e Alexander Skarsgard (The Legend of Tarzan, La conseguenza, The Stand), rendendo quest’opera un piccolo gioiellino da non perdere.

Passing – Due donne è disponibile sul catalogo Netflix dal 10 novembre.

Giovanna Asia Savino

PRO CONTRO
  • Le meravigliose interpretazioni di Tessa Thompson e Ruth Negga.
  • Un promettente esordio come regista di Rebecca Hall, che grazie all’eccellente fotografia, ai costumi e alla scenografia ci immergono nella magica atmosfera degli anni’20.
  • Nessuno.
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