Planes, la recensione

Dusty è un piccolo aereo agricolo, il suo compito è innaffiare di diserbante i campi di mais degli Stati Uniti. Ma Dusty ha un sogno: partecipare alla più grande competizione aerea mondiale. C’è un problema, però, Dusty soffre di vertigini! Per rimediare a questo inconveniente e imparare tutti i trucchi per poter vincere la gara, l’aereoplanino chiede al burbero aereo navale Skipper di addestrarlo. Dopo una prima resistenza da parte dell’anziano velivolo, Skipper decide poi di aiutare Dusty. Ma per il giovane aereo agricolo la gara sarà irta di ostacoli!

Dopo il grande successo ottenuto dalla Disney-Pixar con Cars – Motori ruggenti nel 2006, prontamente bissato dal sequel del 2011, John Lasseter ha deciso di espandere il mondo di Saetta McQueen e compagni con un singolare spin-off affidato alla regia di Klay Hall. Con Planes, però, protagonisti non sono le automobili – anche se di veicoli a quattro ruote ne compaiono comunque molti – bensì gli aeroplani, impegnati in una vicenda di gare e competizioni che, in buona tradizione Disney, ha il sapore del racconto di formazione e di crescita.

Diciamo che la sostanza in confronto ai due Cars non cambia molto e seppure i protagonisti siano differenti, alla base della storia raccontata c’è un soggetto molto simile con gare (non corse ma voli) e personaggi che combattono per vedere realizzati i propri sogni. Il concetto è quello racchiuso nella massima del pesce grande costretto a nuotare in un piccolo lago e così Dusty, aereoplanino agricolo, ha ambizioni ben maggiori che passare la sua vita a gettar diserbante sui campi coltivati. Quale occasione migliore per dimostrare quanto vale realmente che partecipare alla gara di volo ad alta quota più importante del mondo? Va da se che il percorso che porterà questo “sfigato” a diventare un campione sarà pieno di difficoltà, rappresentate in primis dalla sua paura di volare ad alta quota, visto che gli aerei agricoli volano bassi. A questo si aggiunge tutta una serie di angherie e sfottò che inevitabilmente arriveranno dagli altri partecipanti alla gara e dai media, anche se possiamo constatare che stavolta la Disney ha deciso di rivangare antichi terreni e catalizzare l’attenzione sullo spirito di collaborazione piuttosto che sulla competitività. Si respira, infatti, in questo Planes quell’aura di buonismo disneyano che da un po’ di anni era stato (fortunatamente) offuscato dalla concretezza e dalla brillantezza dello stile Pixar. Planes è quasi un opera di involuzione, un prodotto anacronistico, scialbo e francamente inutile su cui si nota anche una certa mancanza di cura narrativa. Insomma: non ci credevano neanche loro!

Dusty e i suoi amici in Planes

Dusty e i suoi amici in Planes

E infatti Planes appare come un film gettato nel calderone distributivo senza neanche una precisa logica commerciale, visto che la Disney l’asso estivo se l’è giocato con il riuscito Monsters University e il cartoon natalizio quest’anno si chiama Frozen – Il regno di ghiaccio. Planes, inizialmente, era destinato al mercato home video e solo in seguito è finito sul grande schermo a ridosso dello stesso Monsters University (in Italia invece esce l’8 novembre), privo di un soggetto accattivante e di personaggi che si possano far ricordare. Dusty è troppo simile a Saetta McQuuen, così come i suoi comprimari non lasciano il segno, forse con l’eccezione di El Chupacabra, dongiovanni dal sangue caliente che in Italia è doppiato dal tenore Gianluca Terranova.

Poi mancano momenti divertenti e gag, anzi Planes si prende dannatamente sul serio facendo anche un preoccupante uso di linguaggio tecnico riguardante l’aeronautica, con il possibile risultato di apparire anche di difficile comprensione nei dialoghi per il pubblico a cui è fondamentalmente indirizzato, ovvero i bambini. Si fatica, infatti, a ipotizzare un generale gradimento di questo film, troppo noioso e serioso per essere un cartoon indirizzato a un pubblico infantile, con l’unica freccia al suo arco di un’animazione colorata e accattivante che ben si presta al merchandising.

Fallisce anche il 3D, stramente poco utilizzato per un prodotto che al contrario si sarebbe prestato molto bene a giochi con la profondità; invece, a parte qualche panoramica in volo, ci si dimentica presto di guardare un film a tre dimensioni.

Insomma, Planes appare come un buco nell’acqua su tutta la linea, uno svogliato, inutile e noioso cartoon che non si consiglia a nessuno.

Eppure è quasi pronto un sequel che si intitola Planes: Fire & Rescue!

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Bel design per i personaggi con forme morbide e colori armonici.
  • È noioso.
  • Non diverte mai.
  • I personaggi non colpiscono.
  • Il 3D è inutile.
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