Renfield, la recensione

Nel romanzo Dracula, Bram Stoker fa descrivere al dott. Seward il personaggio di R. M. Renfield, suo paziente nel sanatorio di Carfax, chiarendo che mostra “un temperamento sanguigno e una grande forza fisica, è morbosamente eccitabile, ha periodi di tristezza che finiscono in qualche idea fissa che non riesco a capire”. Inoltre, il paziente Renfield ha una caratteristica molto pittoresca: è attratto in maniera maniacale da insetti e piccoli animali, di cui si nutre. Ma il lettore sa che R. M. Renfield è il cosiddetto famiglio di Dracula, il suo servitore umano, plagiato dal vampiro con la promessa dell’immortalità e di tanti animaletti da divorare! Grazie all’iconico film di Tod Browning con Bela Lugosi nel ruolo di Dracula, veniamo a sapere qualche cosa di più sul servitore del vampiro, ovvero che si tratta di un ex agente immobiliare inglese che, prima di Jonathan Harker, aveva tentato di concludere un affare con il Conte, finendo però sotto il suo influsso malefico, e poi rinchiuso in manicomio una volta fatto ritorno in Inghilterra.

Ed è proprio partendo dal film del 1931 che nasce la commedia horror di Chris McKay Renfield, che nel prologo re-immagina i personaggi interpretati da Bela Lugosi e Dwight Frye sostituendoli con Nicolas Cage e Nicholas Hoult.

New Orleans, giorni nostri. Il giovane Robert Montague Renfield è solito partecipare a delle riunioni di auto-aiuto per persone che cercano di uscire relazioni tossiche, ma nel suo caso non si tratta di una ex violenta o gelosa ma un “capo” dal fare incredibilmente vessatorio e abusivo. Quel capo è Dracula, rifugiato in un fatiscente hotel abbandonato e in fase di rigenerazione dopo averci quasi lasciato le penne nell’ennesimo scontro con dei cacciatori di vampiri mandati da Vaticano. Renfield ha, come sempre, il compito di procurare all’impossibilitato vampiro sangue fresco per velocizzare la guarigione e cerca le vittime proprio tra le persone violente denunciate dai suoi pari nel corso delle sedute di auto-aiuto. Lo scontro quasi casuale con Teddy Lobo, figlio unico del boss criminale della città, mette Renfield sotto i riflettori sia della famiglia Lobo che della polizia, in particolare dell’agente Quincy, una delle poche persone oneste in un dipartimento particolarmente corrotto.

Da un soggetto del fumettista Robert Kirkman, papà di The Walking Dead, arriva la prima versione cinematografica di Dracula dal punto di vista di Renfield, cosa già accaduta sulla carta stampata con il romanzo Il libro di Renfield. La vera storia del discepolo di Dracula di Tim Lucas, da cui però questo film non prende assolutamente ispirazione.

Non è la prima volta che il cinema ci offre una prospettiva alternativa su una storia letteraria nota, per di più nell’universo dei mostri classici, dal momento che Stephen Frears ci raccontò il dott. Jekyll dal punto di vista della sua colf in Mary Reilly (1996) e Paul McGuigan reinventò Frankenstein secondo lo sguardo di Igor, l’assistente del dottore, in Victor – La storia segreta del Dottor Frankenstein (2015).

Ci muoviamo proprio in quei territori se non fosse che Renfield è un compiaciutissimo b-movie ultra-pop che si diverte a deragliare di continuo nei territori dell’eccesso grottesco.

Il concept, che vede Renfield alle prese con un gruppo di auto-aiuto per superare una relazione tossica, è già di per se la sublimazione del “sopra le righe”, mettendo immediatamente in chiaro che Chris McKay, già regista di LEGO Batman, non ha l’obiettivo di spaventare lo spettatore bensì di divertirlo a suon di risate e splatter da cartoon per adulti.

Se si ha ben chiaro questo obiettivo e lo si accetta di buon cuore, Renfield è un prodotto godibilissimo e ben al di sopra della media delle horror/comedy che negli ultimi anni hanno affollato il mercato. Se ci si aspetta “altro” (e per altro intendo un horror puro o un film minimamente serio e con i piedi per terra), evitate tranquillamente di iniziare la visione perché l’idiozia compiaciuta è lì che vi ammicca facendo l’occhiolino.

La parola d’ordine per Renfield è “eccesso”, sempre e comunque: il ritmo, il sangue, le trovate assurde. E se i 93 minuti di durata sono serratissimi e il film corre a perdifiato grazie a un montaggio ben architettato e un’essenzialità narrativa (in questo caso) vincente, a far sfregare le mani allo spettatore appassionato di gore e splatter sono le numerosissime scene con abbondante profluvio di emoglobina, a cui si aggiungono per completare la “quota horror” non rari momenti creepy che riguardano le fasi di rigenerazione del Conte Dracula. Chris McKay è talmente scatenato nelle scene action/splatter che trasmette questo entusiasmo anche allo spettatore e Renfield diventa alla stregua quasi di un cinecomic, con toni grotteschi a la The Boys, in cui i personaggi acquisiscono devastanti superpoteri (mangiando o sniffando insetti), uccidere è divertente e morire non è mai una condizione definitiva.

Cast molto ben assortito con Nicholas Hoult, ormai in fase “aging off”, nel misuratissimo ruolo di Renfield, Awkwafina (Jumanji: The Next Level, Shang Chi e la leggenda dei Dieci Anelli) nei panni della integerrima poliziotta Rebecca Quincy (probabilmente pronipote di QUEL Quincy) e soprattutto Nicolas Cage lasciato a briglia sciolta a interpretare Dracula… probabilmente il miglior Dracula dai tempi di Gary Oldman!

Se cercate un film scanzonato, sanguinosissimo e adatto ad essere accompagnato da blood-corn e rutto libero, Renfield è proprio lì a offrirvi tutto questo.

Nel tempo potrebbe aspirare allo status di cult.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Nella sua essenzialità trova un gran punto di forza.
  • Nic Cage nel ruolo di Dracula è il sogno bagnato di ogni spettatore cultore di Stress da vampiro.
  • Una abbondante componente splatter, che non fa mai male.
  • È un film scemo e fiero di esserlo… ma scemo rimane.
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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Renfield, la recensione, 7.0 out of 10 based on 1 rating

One Response to Renfield, la recensione

  1. fabio ha detto:

    Divertentissimo, Nic da Oscar nel ruolo del Conte, ma molto bravo anche Hoult nei panni dell’impacciato renfield.

    Si voto 7 concordo, non un capolavoro ovviamente, ma molto molto piacevole

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