Reversal – La fuga è solo l’inizio, la recensione

Ci risiamo. Ci ritroviamo di fronte a un film il cui trailer e sinossi sono ingannevoli. Si tratta di Reversal – La fuga è solo l’inizio, un nuovo atteso revenge-movie, seconda opera del regista messicano José Manuel Cravioto.
Dalla trama capiamo subito di trovarci davanti a uno dei più classici revenge-movie, dove un’innocente ragazza si trasforma da vittima a carnefice diventando una temibile macchina di sangue. Peccato, però, che nel caso di Reversal non si riesca a stringere un legame empatico con la protagonista Eve poiché non se ne ha il tempo, e anche perché non si intuisce nulla di quello che ha subito durante la reclusione dal misterioso rapitore e, per di più, non si riesce a capire la logica delle sue azioni una volta libera.
Si entra nella storia in media res: un misterioso uomo prepara la cena ad una ragazza rinchiusa nella sua cantina, apparentemente sfinita e senza forze che però, prendendo alla sprovvista il proprio rapitore, riesce a liberarsi e a intrappolarlo nella sua stessa rete. La prima cosa che si dovrebbe fare in una situazione simile, soprattutto se si è riusciti a stendere il proprio carnefice, è scappare veloci il più lontano possibile, e magari anche chiamare la polizia. Invece no. La protagonista sceglie la strada più difficile e improbabile per vendicarsi mettendo in atto un piano lacunoso e apparentemente senza senso.
Il film, che vanta una buona regia e un montaggio abbastanza interessante, muove la narrazione tra presente e futuro; vediamo la protagonista vivere le proprie vicende e ricordarle attraverso scene girate in found footage che mostrano alcuni stralci della sua vita, ma che non ce la raccontano. Reversal continua, quindi, a confondere lo spettatore e a deludere fino alla fine le sue aspettative poiché non si conoscono i motivi della prigionia, le intenzioni dei protagonisti né, soprattutto, quelle degli antagonisti. Ma a deludere non è solo la sceneggiatura, incompleta e tutt’altro che verosimile, ma anche l’assoluta mancanza di violenza e un po’ di sano splatter, che spesso accompagna pellicole di questo genere.
Insomma, tutto fumo e niente arrosto, ma il peggior difetto di Reversal, in conclusione, è che ci troviamo di fronte ad un film fatto di colpi di scena telefonati e situazioni prevedibilissime, tanto da sembrare volutamente costruite in tale modo, e ci illude, quindi, di rimanere sorpresi da un finale bomba che, in realtà, non arriva. Anzi.
Rita Guitto
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