Rock Dog, la recensione

Ispirato a Tibetan Rock Dog, una graphic novel di Zheng Jun, Rock Dog è la storia di Bodi, un mastino tibetano che vive in un piccolissimo villaggio abitato per lo più da pecore, la cui stupidità è disarmante. L’arduo compito di proteggerle dal branco di lupi, scagnozzi non tanto svegli dell’ “extralarge” boss Linnux, è affidato a Khampa, padre di Bodi. L’addestramento del figlio, quale suo successore, non produce i frutti sperati, in quanto Bodi è più attratto dalla musica che dalle arti marziali. Sarà grazie all’ascolto di una  radiolina caduta dal cielo, come si trattasse di un segno divino, che Bodi deciderà di lasciare il villaggio per seguire il suo sogno verso Rock and Roll Park ed incontrare la famosissima rock star Angus Scattergood, gatto solitario ed inizialmente senza scrupoli. Nonostante l’atteggiamento contrariato del padre, Bodi intraprende il viaggio verso la realizzazione del suo sogno e la scoperta del fuoco interiore.

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Coprodotto da Stati Uniti e Cina, scritto e diretto dall’Ash Brannon di Toy Story 2, Rock Dog presenta continui e sconclusionati cliché che lasciano solo una gran confusione nello spettatore. Il film inizia con bei propositi, quando alla prima canzone ascoltata alla radio lo spettatore viene catapultato in una dimensione parallela molto piacevole, ma si tratta solo di un’illusione, dal momento che per la quasi totalità dei 90 minuti di durata, si assiste ad una serie di eventi che non portano a nulla, per di più molto derivativi da altri film. Si passa dai classici momenti musicali in cui il protagonista di turno segue il sogno di diventare famoso nonostante la contrarietà dei genitori, a scene che rimandano ai  film di gangster americani, il tutto con tempi morti, lentezza ed una fallimentare ricerca nel far ridere.

Il film si riprende solo alla fine, durante la scena ben fatta nello scontro tra i lupi e Bodi. Quasi tutti i personaggi secondari non hanno il giusto peso, come se fossero stati inseriti più per generare ulteriore confusione che non per vera necessità narrativa, dalla pecora che indossa sempre l’asciugamano fino agli amici di Bodi.

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Insomma, non possiamo considerare questo prodotto riuscito del tutto, anche se probabilmente piacerà ai bambini in quanto la grafica è semplice e la trama non è necessariamente “da seguire”.

La colonna sonora, però, risulta abbastanza scarsa. Dopo qualche pezzo in sottofondo di gruppi rock di un certo calibro come Radiohead, Beck e Foo Fighters, solo nella scena finale si sentirà una canzone, neanche tanto convincente, cantata da Giovanni Sada in arte Giò Sada o Giosada, così come gli è stato modificato da Elio durante la nona edizione di X Factor di cui è vincitore nel 2015.

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Ma se il mio può essere un giudizio dettato dall’essere adulta, vi lascio con il commento di Alessio, sette anni, che rientra nel target a cui il film è principalmente indirizzato.

“Rock Dog è un bellissimo film, il personaggio di Angus è il mio preferito e trovo fighissima la parte dell’addestramento contro il lupo di legno. La canzone di Giosada mi piace molto e non riesco a levarmela dalla testa.”

Marcella Valenti e Alessio Mineo

PRO CONTRO
  • La canzone iniziale.
  • La scena dello scontro con i lupi.
  • Angus Scattergood, che con le movenze da gatto riesce a dare una sferzata di simpatia.
  • Il messaggio positivo che arriva ai bambini di seguire i propri sogni nonostante le difficoltà,
  • I valori della famiglia, dell’onestà ed il saper riconoscere le priorità nei momenti del bisogno.
  • Troppe situazioni sconclusionate.
  • La lentezza del film.
  • Nel villaggio tibetano non ci sono elementi femminili.
  • Da “Rock Dog” ci si aspettava più rock.
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Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Rock Dog, la recensione, 6.0 out of 10 based on 1 rating

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