Roma 2013. Un bilancio critico sui film visti – Seconda parte

Concludiamo il nostro bilancio critico dei film visti all’ottava edizione del Festival Internazionale del Film di Roma con questa seconda parte di mini recensioni, che va ad aggiungersi a questo precedente articolo sui film visti nella prima settimana.

La qualità delle opere di questa seconda tranche è leggermente inferiore in confronto a quelli inseriti in programma nelle prime giornate, ma il bilancio generale di questa edizione del Festival è senz’altro positivo con la sorpresa di aver trovato in programma (anche in concorso) molti titoli di genere che solitamente non sono appannaggio di manifestazioni festivaliere di tale caratura formale.

Nel momento in cui mi trovo a scrivere sono già stati resi noti i nomi dei vincitori di queste edizione 2013 e purtroppo non tutti i film premiati sono riusciti a rientrare nell’affollato e a tratti scomodo calendario delle visioni a cui Darkside Cinema si è dedicato.

 Hunger Games La ragazza di fuoco immagine 2

HUNGER GAMES: LA RAGAZZA DI FUOCO di Francis Lawrence (Fuori Concorso)

Per il secondo capitolo della saga cinematografica ispirata alle opere letterarie di Suzanne Collins cambia nome in cabina di regia e a Gary Ross subentra il Francis Lawrence di Io sono leggenda. Questo secondo film ha ritmo malgrado le quasi 2 ore e mezza di durata e si divide idealmente in due parti: nella prima scopriamo cosa è successo ai due protagonisti Katniss e Peeta e in che modo è cambiata la loro vita dopo la vittoria ai 74° Hunger Games, nella seconda parte invece ritroviamo i nostri eroi nuovamente coinvolti nei “giochi”, stavolta in una versione celebrativa più pericolosa e spietata che in passato.

Buona gestione dei personaggi, ottima azione e coinvolgimento piuttosto alto per un sequel che si assesta sui buoni canoni qualitativi del suo predecessore. E Jennifer Lawrence conferma la sua malleabilità attoriale.

Adesso aspettiamo il capitolo conclusivo della trilogia, Hunger Games: Il canto della rivolta, che – dicono – arriverà diviso in due parti, come ormai da tradizione.

IL PARADISO DEGLI ORCHI di Nicolas Bary (Fuori Concorso)

Il giovanissimo Nicolas Bary porta sul grande schermo il romanzo cult Daniel Pennac Au bonheur des ogres di e lo fa con frizzantezza ed estro registico. La storia del capro espiatorio per professione Benjamin Malausséne che viene improvvisamente coinvolto in una serie di omicidi dinamitardi è raccontata con leggerezza e un tocco brillante nel tratteggio dei personaggi e dei dialoghi. Lo sviluppo giallo non è niente di ché, banalotto e prevedibile, ma il film usufruisce comunque di una buona sceneggiatura e di interpreti di gran talento, a cominciare dal protagonista Raphael Personnaz.

Ci si diverte con un film leggero-leggero e ben orchestrato.

PLANES di Klay Hall (Alice nella città)

La Disney va a recuperare uno dei maggiori successi del suo sodalizio con la Pixar, ovvero Cars – Motori ruggenti (che nel 2011 ha avuto anche un sequel) e ne crea una sorta di spin-off che utilizza lo stesso “mondo” ma ne cambia i protagonisti: non più Saetta McQueen e le macchinine bensì l’inedito Dusty e i suoi amici aeroplanini. La sostanza però non cambia e anche il soggetto sembra percorrere su grandi linee quello di Cars, con una corsa da vincere e una vita da riscattare.

Si tratta di un film fiacco, vecchio nell’impostazione, noioso nella messa in scena e nella costruzione di situazioni e personaggi. Non ci sono gag degne di nota ne motivi reali per essere ricordato. Anche il 3D graffia ben poco.

Pensato per il solo mercato dell’home video ha riscosso un buon successo, tanto da aver già messo in cantiere un sequel.

Il cast e il regista del noir Take Five

Il cast e il regista del noir Take Five

TAKE FIVE di Guido Lombardi (Concorso)

Lombardi torna a parlare di criminali dopo Là-bas – Educazione criminale che gli valse il premio per miglior opera prima alla Mostra del Cinema di Venezia 2011. Con Take Five si supera e da vita a un crime-movie fortemente italiano ma dalla sapiente costruzione cinematografica internazionale.

Recitato in napoletano (spesso stretto, tanto che è stato proiettato con i sottotitoli) e con un gruppetto di attori bravissimi, Take Five ci racconta le avventure di cinque delinquenti che organizzano una rapina perfetta a una banca… ma ovviamente le cose non vanno come previsto e allo smarrimento del bottino si unisce la pressione di un boss della camorra a cui uno dei rapinatori deve dei soldi.

Ritmo sempre alto, ottima sceneggiatura, bei personaggi e invenzioni registiche notevoli per uno dei migliori film tra quelli in concorso al Festival.

TIR di Alberto Fasulo (Concorso)

Docu-fiction di quelli che vanno di moda ora, che consentono di spendere pochi(ssimi) soldi e passaggi assicurati ai maggiori Festival. In questo caso Fasulo prende un attore (Branko Zavrsan) e lo fa vivere come un camionista per diverse settimane, così da documentare la vita degli immigrati che rinunciano ai loro lavori di prestigio ma sottopagati per guidare i camion su e giù per l’Europa. Si tratta di un film realmente pesante, 90 minuti infinti duranti i quali seguiamo questo camionista nella sua routine quotidiana, tra litigi telefonici con la moglie che sta in Ungheria e soste per farsi una doccia e cucinarsi patate e zucchine. Monotono e per nulla interessante, privo di mordente sotto l’aspetto narrativo e senza nessun particolare merito tecnico-registico.

TIR ha vinto il Marc’Aurelio d’oro come miglior film.

THE MOLE SONG – UNDERCOVER AGENT REIJI di Takashi Miike (Concorso)

Geniale allo stesso tempo discontinuo, Takashi Miike quest’anno si dedica alla commedia demenziale d’azione portando sul grande schermo un manga di Noboru Takahashi. Togliamoci subito il sassolino dalla scarpa: anche se è stato salutato da applausi e ovazioni, The Mole Song è un Miike sottotono, tanto indiavolato nelle trovate visive quanto sterile sotto il punto di vista più prettamente narrativo. La storia di Reiji, poliziotto imbranato che per evitare il licenziamento accetta una pericolosissima missione sotto copertura nella yakuza per sgominare un traffico di droga, ha il fiato corto, è poco originale e sembra assolutamente troppo povera per giustificare le quasi 2 ore e 20 minuti di durata.

L’ironia è di grana grossa, sguaiata, volgarotta… alcune gag vanno a segno, molte altre no. L’attore protagonista è bravissimo, registicamente parlando siamo su livelli molto alti… ma alla fine si ha la sensazione di aver visto una di quelle commedia d’azione americane che tanto vanno oggi.

Sophie Turner perseguitata dalla sua doppia in Another Me

Sophie Turner perseguitata dalla sua doppia in Another Me

ANOTHER ME di Isabel Coixet (Concorso)

La bella Sophie Turner di Il trono di spade è protagonista di questo psycho-thriller dai contorni soprannaturali scritto e diretto da Isabel Coixet già autrice di Le cose che non ti ho mai detto. Diciamocelo chiaramente, questo film non è nulla di che, uno di quei thrillerini para-televisivi che si dimenticano neanche cinque minuti dopo aver terminato la visione. La storia si incentra su una liceale inglese che di punto in bianco si ritrova perseguitata da una sua doppia e viene a sapere dai genitori di avere avuto una sorella gemella nata morta. Realtà o incubo?

Insomma, si scopiazza da La metà oscura di Stephen King (portata al cinema poco brillantemente da George Romero), con la differenza che qui manca l’intelligente espediente meta-letterario per dar spazio ai timori di un’adolescente borghese. In ruoli di contorno ci sono Jonathan Rhys-Meyers, Claire Forlani e Rhys Ifans.

 

YOUNG DETECTIVE DEE: RISE OF THE SEA DRAGON 3D di Tsui Hark (Fuori Concorso)

Il grande Tsui Hark torna sul personaggio letterario di Di Renji dando un prequel a Detective Dee e il mistero della fiamma fantasma, fantasy storico che aveva diretto nel 2010. Questo nuovo film supera (e di molto) il già buono predecessore portandoci dentro una storia dall’ampiezza narrativa e colma di spettacolarità, tanto da non invidiare proprio nulla ai più riusciti blockbuster hollywoodiani.

Qui il giovane Di Renji viene coinvolto in un’avventura che prevede la protezione della regina delle cortigiane dell’Imperatrice, fondamentale per invocare la protezione dell’Impero dagli attacchi di un mostro marino che sta terrorizzando la zona. La cortigiana, però, viene presa di mira dagli scagnozzi di un alchimista traditore e allo stesso tempo finisce sotto le attenzioni di un uomo-rettile che sembra volerla proteggere.

Grande senso dell’avventura, scene d’azione gestite al meglio e alcune sequenze dal forte impatto spettacolare, come la lunga battaglia finale con il mostro marino, che tra l’altro è realizzato magnificamente. Anche il 3D funziona bene con tanti oggetti scagliati contro lo spettatore.

Una delle visioni disimpegnate più appaganti di questo Festival.

Roberto Giacomelli

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