Roma 2014. About a Girl, la recensione

Come ogni anno, i film Alice nella città, sezione del Festival di Roma, offre una panoramica interessante sul mondo dei più giovani: nel corso della terza giornata, infatti, è stato presentato About a girl, ultimo film del regista tedesco Mark Monheim, anche co-sceneggiatore e produttore della pellicola.

La pellicola in questione parla di Charleen (Jasna Fritzi Bauer), quindicenne problematica e ossessionata dalla morte: adora Jimi Hendrix e Kurt Cobain (non a caso, il titolo del film è lo stesso di una canzone dei Nirvana), fotografa gli animali morti per strada, e, come se non bastasse, dopo la scuola lavora in un’agenzia di pompe funebri. Lo scenario diventa ancora più funesto quando la ragazza decide di tentare il suicidio. Paradossalmente, sarà proprio questo gesto avventato a farle apprezzare le gioie della vita e a ritrovare la fiducia nel mondo.Dalla trama si potrebbe evincere che questo sia un film dalle note fortemente drammatiche, mentre About a girl si inserisce decisamente nel filone delle commedie indie, con un pizzico di black humour all’interno. Ricorda, infatti, il fortunato Little Miss Sunshine: tra gli ingredienti in comune, abbiamo una famiglia disfunzionale ma amorevole, il tema del suicidio affrontato con leggerezza mai superficiale e una figura di adolescente difficile. Se nel film made in USA il giovane interpretato da Paul Dano ha fatto voto di silenzio, Charleen, dal canto suo, usa l’arma del sarcasmo come corazza, per non mostrare la propria sofferenza.

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Nel film sono presenti molte problematiche legate agli anni ingrati dell’adolescenza: la protagonista si ritrova a gestire la separazione dei genitori e il nuovo fidanzato della madre (che è anche il suo professore di biologia!); inoltre, si sente lontana anni luce dai suoi coetanei. Questi motivi, e mille altri pensieri legati all’inutilità – secondo lei – della vita, la spingono a tentare il suicidio che, fortunatamente, non riesce a portare a termine. A partire da questo momento, però, inizia la rinascita di Charleen, che passa attraverso un terapeuta sui generis ed un compagno di classe speciale, nonché la sua famiglia di simpatici “matti”.

Il punto di forza di About a girl risiede in questa doppia chiave di lettura: da un lato, il regista si concentra con delicatezza sulle tematiche adolescenziali e sulle difficoltà di quel periodo; dall’altro, decide con saggezza di alleggerire il film con un mix di battute brillanti e scene deliziosamente buffe, il tutto contornato da una fotografia pulita e da un soundtrack gradevole. È una pellicola corale, in cui i personaggi si alternano interagendo in modo spumeggiante, pur non presentando una caratterizzazione particolarmente incisiva o originale, forse proprio per un debito troppo evidente nei riguardi delle commedie indie di cui sopra.

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Un’altra debolezza ha a che fare con la ripetitività di alcune sequenze: ad un certo punto, il film sembra arenarsi in una ricorrenza eccessiva di scene, senza seguire uno sviluppo coerente e logico. Lo spettatore non avverte il progressivo miglioramento di Charleen e la sua ritrovata spensieratezza come un cammino chiaro, bensì come un avvicendarsi di situazioni che, alla lunga, risultano monotone e slegate l’una dall’altra.

About a girl rimane comunque un film coraggioso e, a tratti, decisamente divertente, che si dedica a delle tematiche a cui il cinema sicuramente non è nuovo, ma che offrono spunti di riflessione sempre diversi.

Giulia Sinceri

PRO CONTRO
  • Tratta un argomento coraggioso con una spensieratezza mai superficiale.
  • Combina grande delicatezza e momenti decisamente spassosi.
  • La colonna sonora e la fotografia.
  • Personaggi già visti e poco incisivi.
  • Avvicendarsi di scene monotone che, alla lunga, stancano lo spettatore.
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Valutazione: 8.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Roma 2014. About a Girl, la recensione, 8.0 out of 10 based on 1 rating

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