Il Piccolo Principe, la recensione

Se c’è una cosa che dobbiamo riconoscere al regista Mark Osborne è il coraggio, perchè ci vuole una grande sicurezza di sé e delle idee ben definite per decidere di riportare sul grande schermo Il piccolo principe di   Antoine de Saint-Exupéry. Il celebre romanzo rappresenta uno delle storie più importanti del XX secolo e non ha mai avuto una grande fortuna sul grande schermo; dopo una serie di versioni cinematografiche di nicchia o mal realizzate, il romanzo è, a parere di molti, intoccabile, data la sua portata storica ed il suo valore. Il regista di Kung Fu Panda è riuscito in un’impresa in cui pochi credevano: raccontare la storia del romanzo affiancandola ad un plot completamente originale in cui i diretti destinatari sono i bambini quanto gli adulti (proprio questo doppio destinatario della visione è uno degli aspetti più affascinanti della pellicola).

Non ci soffermeremo sulla storia del romanzo, che speriamo nota ai più, e già dal trailer possiamo notare che ci sarà un’altra persona a fare compagnia al nostro amato principe: una piccola bambina. Il film si basa sulla creazione di una cornice narrativa ad hoc che, in un primo momento, sembrerebbe la costola superflua del romanzo mentre, con il passare dei minuti, diventerà il motore narrativo principale. Quando un anziano aviatore (probabilmente un anziano Saint-Exupéry) lancia un aeroplanino di carta nella stanza della piccola bambina in questione, questa viene a conoscenza della storia del piccolo principe.

La lavorazione del film è durata anni ma ha portato ad un risultato visivo magistrale: si alterna sullo schermo una doppia linea narrativa evidenziata da due diversi stili d’animazione. La storia della giovane bambina e dell’anziano vicino di casa è raccontata con una canonica animazione tridimensionale mentre la storia del piccolo principe ci fa immergere in un mondo cartonato grazie ad una tecnica in stop-motion che farà sciogliere gli occhi ed il cuore e risulta la scelta migliore per rendere omaggio alla bellezza dei disegni originali del romanzo.

il piccolo principe 1

Se a livello tecnico e creativo il team di Osborne ha creato un’opera unica nel suo genere, i personaggi originali e la loro caratterizzazione non sono da meno. La bambina protagonista è l’esempio perfetto di un’infanzia negata. Sembra esagerato scomodare paroloni così altisonanti ma, in realtà, è esattamente così. La nostra protagonista è una piccola donna d’affari, costruita ad immagine e somiglianza della madre con una vita perfettamente organizzata per un futuro senza imprevisti e novità. Ad aiutare la bambina in questo ambiente contemporaneo piatto ed omologato, arriverà l’anziano aviatore che con tutte le sue stranezze si affezionerà alla bambina diventando il suo primo amico e quasi un padre (figura non assente ma tristemente presente nell’assenza). Attraverso la storia de Il piccolo principe, la bambina crescerà, imparerà molte cose che difficilmente ritroverà nei suoi pesanti tomi scolastici e scoprirà che, come ci racconta il romanzo, l’infanzia è un momento non proprio semplicissimo della vita e riordinarlo in un’enorme timetable non aiuta in alcun modo. Il personaggio della madre è altrettanto carismatico e degno di analisi: essa vuole solo il bene per la sua bambina e crede di fare il meglio organizzandole ogni momento della giornata su una lavagna gigante che riporta la scansione oraria della sua vita.

 I personaggi sono caratterizzati con raffinatezza e profondità, quasi nulla è lasciato al caso ed anche quando il film andrà oltre la storia originale lo farà sempre perseguendo i temi e le virtù che il romanzo ci insegna da anni. Ci auguriamo che i fan del libro andranno oltre le frasi standard come “il libro non si tocca per nessuna ragione” e non giudicheranno in maniera superflua la svolta finale della pellicola.

il piccolo principe 2

Esattamente come il romanzo, il film è un omaggio all’infanzia e per estensione alla memoria. È indispensabile notare come la pellicola sia perfettamente destinata in egual misura ai bambini e agli adulti. Proprio il riuscire perfettamente a far sognare i più piccoli e a far riflettere i più grandi è il merito fondamentale del film che riprende in pieno l’eredità del romanzo e la trasporta al cinema. E se alla fine del film vostro figlio sorriderà e voi, genitori, adolescenti, adulti, anziani, avrete gli occhi lucidi, non sentitevi sciocchi ma ricordatevi che Saint-Exupéry dedica Il piccolo principe ad un adulto, o meglio al bambino che questa persona è stata.  «Tutti i grandi sono stati bambini una volta. (ma pochi di essi se ne ricordano)», se uscirete dalla sala con il cuore colmo di emozioni, rientrate tra quei pochi.

Matteo Illiano

PRO CONTRO
  • Il piccolo principe ha finalmente una sua degna trasposizione cinematografica. Mark Osborne riesce a portare sul grande schermo l’anima intima del romanzo, raccontandolo e superandolo al tempo stesso.
  • Due stili d’animazione (3D e stop-motion) per due storyline che desiderano affrontare gli stessi temi in mondi differenti, ricordando che i temi del romanzo sono universali.
  • Tutti i personaggi sono brillantemente caratterizzati e portano alla luce una profondità incantevole.
  • Forse saremo troppo bambini inside, ma noi veri difetti non riusciamo proprio a trovarli.

 

VN:R_N [1.9.22_1171]
Valutazione: 9.0/10 (su un totale di 1 voto)
VN:F [1.9.22_1171]
Valutazione: 0 (da 0 voti)
Il Piccolo Principe, la recensione, 9.0 out of 10 based on 1 rating

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.