RomaFF11: Max Steel

Nato da una linea di giocattoli della Mattel sul finire degli anni ’90, Max Steel è il tentativo da parte della casa produttrice della bambola Barbie di seguire l’orma della rivale Hasbro e portare al cinema le sue proprietà intellettuali. Se Hasbro ha attaccato con successo con Transformers e G.I. Joe, la Mattel risponde con Max Steel, che, nelle intenzioni, ha uno spirito molto affine ai cinecomix targati Marvel Studios.

L’adolescente Max McGrath e sua madre si trasferiscono nella città di Copper Canyon, dove il ragazzo e nato e suo padre, un rinomato scienziato, ha perso la vita in un misterioso incidente quando Max era solo un neonato. Il ragazzo si accorge che quel luogo gli genera una strana energia che scaturisce dal suo corpo e agisce su ogni tipo di apparecchiatura elettronica. Con il passare dei giorni, il potere di Max diventa sempre più invadente e incontenibile, finché un giorno il ragazzo viene raggiunto da Steel, un organismo alieno che ha la capacità di assorbire la sua energia contenendo i danni che il ragazzo potrebbe provocare. Ma Steel non è il solo ad aver trovato Max, perché alcuni organismi extraterrestri ostili, chiamati Ultralink, sono arrivati in città attirati proprio dal potere che risiede nel ragazzo.

MAX STEEL - Sill 1

Il buon successo di vendite delle action figures Mattel ha fatto sì che venissero prodotte ben due serie televisive animate, alcuni lungometraggi d’animazione e messo in cantiere un film live action, che sui primi momenti doveva avere la star di Twilight Taylor Lautner come protagonista. Sono passati diversi anni da quell’annuncio e quando il progetto sembrava ormai essersi arenato, ecco spuntare il film di Max Steel, diretto dal regista degli horror Il Respiro del Diavolo e Patto di sangue Stewart Hendler, e interpretato dal semisconosciuto Ben Winchell.

MAX STEEL - Still 2

Come si diceva, lo spirito che anima questa coproduzione Gran Bretagna/Stati Uniti è molto vicino alla formula che ha decretato il successo dei film Marvel Studios, con alcuni elementi che non possono fare a meno di richiamare alla mente Iron Man (la tuta che potenzia il protagonista, l’aspetto tecnologico dietro tutta la vicenda). C’è dunque molta ironia a stemperare le sezioni d’azione e il contesto fantascientifico, ma si tratta di un’ironia poco sofisticata e piuttosto infantile che ben definisce il target di questo film. Inoltre, il vistoso modesto budget con cui Max Steel è stato realizzato ne penalizza un po’ le ambizioni da blockbuster limitando (anche a causa della durata del film) le digressioni da action movie. Piuttosto, in alcuni momenti (leggasi lo scontro finale), si ha quasi la sensazione di vedere quei film (o serie tv) per ragazzi che spopolavano negli anni ’90, con teen agers alle prese con le prime cotte e costumoni di gomma per compensare la scarsità degli effetti speciali.

Max-Steel

In questo suo essere un po’ vintage e molto ingenuo, Max Steel fa simpatia e tenerezza, sa intrattenere ma probabilmente non lascerà il segno nel panorama del cinema fantastico/superoistico, malgrado il finale aperto lasci presagire chissà quali ulteriori avventure del nuovo eroe.

In ruoli di supporto troviamo Maria Bello e Andy Garcia, quest’ultimo un po’ imbarazzato (e imbarazzante).

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Il suo aspetto vintage e un po’ goffo fa simpatia.
  • Grazie anche all’esigua durata, Max Steel scorre veloce e non annoia.
  • È il cugino poverello dei film Marvel.
  • Andy Garcia, soprattutto nella parte finale, è un po’ imbarazzante.
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