Sangue Sparso, la recensione

Sangue Sparso è il titolo dell’opera prima di Emma Moricone, regista, sceneggiatrice e interprete del film. La pellicola ha ricevuto la qualifica di “film di interesse culturale” dal Ministero per i beni e le Attività Culturali per aver raccontato un’epoca dai risvolti oscuri come quella degli anni di piombo. Le vicende narrate percorrono un arco di tempo che va dal 7 gennaio 1978, giorno della strage di Acca Larentia, al 7 gennaio 2012. A collegare il passato e il presente è un uomo che, da giovane, militava nel Fronte della gioventù e che ricorda con nostalgia e rammarico quel tragico periodo.
Sullo sfondo di omicidi realmente accaduti, emergono le storie di personaggi inventati. In particolare quella di Giulia, militante del partito MSI (Movimento Sociale Italiano), che cerca a tutti i costi di far luce sulla morte del marito. Il film non fornisce un’eguale rappresentazione dei due gruppi politici, soffermandosi quasi esclusivamente su quello di destra e fornendo un punto di vista poco oggettivo. I militanti del MSI vengono mostrati esclusivamente come vittime, come persone che preferiscono il perdono alla vendetta.
Manca, inoltre, un vero confronto tra le due fazioni: ne è un esempio la storia d’amore tra Michele, appartenente a Lotta Continua, e Lara, attivista del MSI. Si nota l’assenza di uno scontro politico quando i due scoprono di far parte di movimenti opposti. Il racconto si ferma solo alla superficie dei fatti, senza preoccuparsi di spiegarne le cause e gli effetti.
Il cast è prevalentemento composto da attori debuttanti, al fine di non mettere in evidenza un personaggio rispetto ad un altro e di evitare la creazione di “miti”, come spiega la regista. Ma tale scelta ha portato, da un lato, a una recitazione caratterizzata da una gestualità melodrammatica e, dall’altro, a una totale assenza di tecnica interpretativa. Il doppiaggio di gran parte del cast e l’uso di uno pseudo-dialetto romanesco accentuano ulteriormente una ricostruzione poco realistica.
Poco convincenti risultano anche le ambientazioni e i costumi nella loro esagerata essenzialità, malgrado il budget a disposizione. La fotografia, nell’intento di rappresentare il passato, appare scialba e poco incisiva. I dialoghi, inoltre, risultano il più delle volte eccessivamente retorici e artificiosi.
Nonostante le pretese documentaristiche e l’idea di un messaggio che faccia riflettere le generazioni future sulla morte di tanti “dimenticati” e sull’inutilità di una guerra assurda, l’ago della bilancia sembra tendere da una parte sola, rappresentando e difendendo solo determinati ambienti.
Sangue Sparso uscirà nelle nostre sale il 12 giugno, distribuito dalla Flavia Entertainment.
Fulvia Mignozzetti
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