Saving Mr. Banks, la recensione

Nella vita di tutti i giorni – frenetica, impegnativa, talvolta frustrante – per ciascuno di noi arriva un momento in cui si sente il bisogno, talvolta inconscio, di abbandonarsi tra le braccia di una bella e rassicurante favola e tornare ad assaporare quelle dolci e insostituibili sensazioni che abbiamo provato da bambini, ascoltando o vedendo sullo schermo le avventure dei nostri beniamini. Ebbene, Saving Mr. Banks di John Lee Hancock è proprio il genere di film che regala questo tipo di avvolgenti emozioni. Un’invitante e accogliente proposta a prendersi una pausa dalla realtà, aprire il cuore e godersi un incantevole sogno a occhi aperti.
Il magico mondo Disney, indubbiamente, la sa lunga in proposito, avendo alimentato fantasie e speranze e stuzzicato creatività e desideri di gran parte di noi. Quello che però non si era ancora mai visto, era il mitico Walt Disney trasformarsi da fabbricatore di storie per antonomasia a personaggio da fiaba a tutti gli effetti, cui viene affidato l’arduo e delicato compito di trasmettere un commosso messaggio di meraviglia e buonumore a giovanissimi e non. Il protagonista di Saving Mr. Banks, infatti, altri non è che Walt in persona, interpretato da un meraviglioso Tom Hanks; questo, di per sé, è già motivo di grande interesse, poiché quella del papà di Topolino è una figura tanto familiare quanto misteriosa e impenetrabile. Istintivamente, si ha l’impressione di conoscerlo da sempre, tanto i suoi film hanno accompagnato la nostra infanzia e formato il nostro immaginario; al tempo stesso, probabilmente, sappiamo poco e niente dei suoi gusti, del suo carattere, della sua vita privata. Se poi aggiungiamo che la trama del film ruota attorno alla genesi dell’amatissimo classico Mary Poppins, la curiosità sale immediatamente alle stelle e non è difficile confidare che divertimento, qualche lacrimuccia e una semplice ma importante lezione da imparare siano assicurati.

Los Angeles, 1961. Walt Disney (Tom Hanks) dopo ben vent’anni dal suo primo tentativo, è finalmente riuscito a persuadere la scrittrice P. L. Travers (Emma Thompson), algida zitella inglese nonché autrice del romanzo Mary Poppins, a incontrarlo per discutere della cessione dei diritti del libro. Walt, infatti, sogna di raccontare la storia della tata tuttofare in pellicola, mosso dal desiderio di esaudire una promessa fatta alle sue figlie ormai cinque lustri or sono. Il baffuto e affabile Walt, però, si troverà alle prese con un tipino tutt’altro che malleabile. Pamela Travers (attenzione: dovete chiamarla Signora Travers!), infatti, è intransigente, brusca e meno che mai convinta a lasciare andare la sua creatura letteraria a cuor leggero. Mary Poppins, dichiara, non diventerà mai uno sciocco film di animazione né un frivolo musical. Servono regole precise e approvate dall’autrice! E così, ecco che la donna darà filo da torcere al team creativo, formato dallo sceneggiatore Don DaGradi (Bradley Whitford) e dai fratelli musicisti Richard e Robert Sherman (Jason Schwartzman e B.J. Novak), trovando da ridire su ogni proposta e creando un clima di lavoro terroristico. Questo, fino a che Walt non intuirà che c’è molto di più dietro alle sue riserve: un inconfessabile peso sul cuore che ha la consistenza di un passato doloroso e mai raccontato, ma che, forse, lasciar riaffiorare è l’unica soluzione per riconciliarsi con la vita…

Un flashback dell'infanzia di P. L. Travers, con Colin Farrell e Ruth Wilson.

Un flashback dell’infanzia di P. L. Travers, con Colin Farrell e Ruth Wilson.

La sintassi filmica è caratterizzata dal montaggio alternato di flashback, che svelano a poco a poco l’infanzia di Pamela, e racconto al presente, dalla decisione della scrittrice di partire per Los Angeles ai suoi turbolenti rapporti con Walt Disney e lo staff tecnico. Il ritmo narrativo, in queste ultime sequenze, si mantiene costantemente serrato e dinamico. Nei flashback, puntualmente, tende invece a rallentare, sottolineando la malinconia esistenziale dei personaggi coinvolti (tra cui un Colin Farrell piuttosto sottotono nei panni di Travers Goff, padre della protagonista) e suggerendo l’incombere di un tragico epilogo. La differenza tra i due livelli temporali si nota anche nella fotografia, patinata e luminosa a Los Angeles; assolata e ingiallita nel passato di Pamela. La sceneggiatura di Kelly Marcel, complessivamente, è solida e avvincente, riuscendo a costruire e raccontare con efficacia, seppur non sempre con coerenza, la complessità di P. L. Travers, donna insopportabile all’apparenza, ma disperatamente sola e incompresa nell’animo. Se volessimo cercare il pelo nell’uovo, sarebbe facile soffermarsi su pecche e imprecisioni dello script o dal punto di vista della verosimiglianza o rigore storico. Ma la verità è che Saving Mr. Banks è talmente accattivante che questi piccoli difetti appena si notano, anche in virtù del fatto che, sicuramente, ciascuno di noi ha nel cuore quella formidabile macchina filmica che è stata e, a distanza di cinquant’anni, è ancora Mary Poppins.

Walt Disney (Tom Hanks) porta una riluttante P. L. Travers (Emma Thompson) a fare un tour di Disneyworld!

Walt Disney (Tom Hanks) porta una riluttante P. L. Travers (Emma Thompson) a fare un tour di Disneyworld!

Gran parte del merito, da questo punto di vista, va ai formidabili interpreti: una magnetica Emma Thompson in primis, che riesce a catturare subito la simpatia e l’interesse dello spettatore. Questo perché l’attrice Premio Oscar conferisce immediatamente uno spessore e un alone di mistero al personaggio tali da favorire immediatamente l’empatia del pubblico, pur prestando il volto a un personaggio sarcastico e inflessibile. Tom Hanks, a sua volta, da vita a un inarrestabile Walt Disney, tenace e giocherellone, ma non scevro da una grande delicatezza d’animo e un alone di malinconia. Gli scambi di battute tra i due protagonisti danno vita a momenti memorabili, tra cui il primo incontro fra i due e la visita-tranello all’opulento parco a tema di Walt; ma i due interpreti, a onor del vero, rivelano una monumentale presenza scenica anche quando recitano da soli. A tal proposito, è da menzionare l’ingresso della Travers nella sua stanza d’albergo a Los Angeles.
Segnaliamo anche le godibili interpretazioni di Jason Schwartzman, B.J. Novak e di un sempre impeccabile Paul Giamatti. Tutti e tre, pur interpretando personaggi di contorno, riescono ad arricchire le proprie performance di piacevoli sfaccettature, rivelando una gamma di emozioni che vanno dal brio talvolta puerile a momenti di grande sensibilità artistica e umana. I siparietti tra la Thompson e Giamatti (che interpreta l’autista Ralph, unico personaggio di fantasia del film) regalano, allo stesso modo, ora spiritosi battibecchi, ora momenti di struggente tenerezza.

Saving Mr. Banks è un’esperienza rigenerante, che vi farà allontanare dalla sala cinematografica con il sorriso sulle labbra, gli occhi umidi e le morbide note della romantica canzone L’Aquilone in mente ma, soprattutto, nell’animo.

Il film, distribuito da The Walt Disney Company Italia, sarà nelle nostre sale a partire dal 20 febbraio.

Chiara Carnà

PRO CONTRO
  • È un bel sogno a occhi aperti che avvolge il cuore di una struggente nostalgia.
  • Il cast superlativo che si cimenta in dialoghi brillanti e ottime performance.
  • Offre la possibilità di rivivere la magia del mondo Disney a qualunque età.

 

  • Qualcuno potrebbe trovarlo troppo zuccheroso, forzato nello svolgimento o intriso della cosiddetta retorica del lieto fine.
  • Le sequenze dedicate all’infanzia di P.L. Travers non sono all’altezza di quelle in cui duettano Tom Hanks e Emma Thompson.

Per approfondire la storia narrate nel film, scoprire i retroscena della creazione di Mary Poppins o chi era in realtà P.L. Travers, potete cliccare qui e leggere il nostro dossier Travers e Disney: I due volti di Mary Poppins.

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