Se mi vuoi bene, Fausto Brizzi presenta il suo romanzo alla stampa

Esce oggi, 10 marzo, nelle librerie italiane edito da Einaudi Se mi vuoi bene, il nuovo romanzo di Fausto Brizzi. Il regista romano, che ha sempre avuto come sogno nel cassetto di fare lo scrittore, ha presentato oggi alla stampa il suo romanzo ricevendo i giornalisti nella sua magnifica casa romana, che, di fatto, è il paradiso per ogni nerd. Non sono mancate, infatti, durante la chiacchierata con l’autore, anche divagazioni sul mondo dei fumetti e sul trend che porta il cinema a fondersi con i super eroi della carta stampata, ma che sembra non attecchire nella cinematografia nazionale.

Fausto Brizzi ha iniziato la sua avventura editoriale nel 2006 trasponendo sotto forma di romanzo il suo film d’esordio e grande successo al botteghino Notte prima degli esami, strategia bissata con il suo sequel, con Ex (che è diventato Il manuale degli Ex) e Maschi contro femmine, tutti editi da Mondadori.

Ma è il 2013 l’anno della svolta, quando il regista di Indovina chi viene a Natale? inizia la sua collaborazione con Einaudi e porta nelle librerie il suo primo romanzo originale. Si chiamava Cento giorni di felicità, ha avuto un ottimo riscontro di vendite (tradotto in 40 paesi!) e delle recensioni lusinghiere. Lì si parlava di cancro con il tono leggero della commedia, proprio quello che è solito al regista e scrittore romano, un mix tra dramma e ironia che si ripete nella sua nuova opera cartacea. Se mi vuoi bene, infatti, parla di depressione ma lo fa con argomentazioni brillanti e ironiche. Diego Anastasi, alter ego dell’autore, è un avvocato civilista di mezza età che sprofonda in una depressione che gli dipinge ogni cosa di nero. In questo momento buio si rene conto che non ha mai fatto realmente il bene di chi gli sta e gli è stato vicino, così decide di rimediare e si fissa alcuni obiettivi mirati a portare gioia ai suoi cari. Ma ogni suo tentativo non fa altro che peggiorare le cose, trasformando in un inferno la vita di chi finisce nel suo “mieloso” mirino.

fausto brizzi foto 2Carico di entusiasmo e con la battuta facile, Brizzi spiega che Se mi vuoi bene nasce dall’entusiasmo: “Pensavo di aver coronato il mio sogno infantile con il mio precedente romanzo – dice l’autore in conferenza – invece è stato solo l’inizio. Ad agosto, Cento giorni di felicità esce nel 41esimo Paese e grazie a quel romanzo sono andato dove non riesco solitamente ad arrivare con il cinema. Sull’onda di questo entusiasmo, ho deciso di non girare alcun film, ho saltato un anno e ho passato l’estate scrivendo un altro romanzo”.

Ma chi è il Diego Anastasi protagonista del romanzo? Così Brizzi lo descrive: “ è un Fausto immaginario. Ho immaginato una vita come sarebbe stata se avessi fatto quello che mi dicevano di fare i miei genitori, dunque l’avvocato. Ovviamente depresso. Un personaggio molto simile a me riguardo i gusti, che un giorno scopre che non ha mai fatto del bene a chi vuole bene e decide di cominciare, ma tutti i suoi amici e famigliari gli chiedono di smettere perché, così facendo, gli sta invece rovinando la vita”. Poi rivela: “Le cose le faccio andar male nel romanzo perché lo spunto iniziale era troppo pieno di miele”.

All’inevitabile domanda sul perché una frase di Monica Vitti in apertura al romanzo, Brizzi risponde: “Ho fatto una ricerca sulle frasi che meglio rappresentassero la mia storia e ho trovato questa frase dell’attrice con la quale avrei voluto fare tutti i miei film. La vera capocomico di cui il cinema oggi è orfano. Ho nostalgia di quel tipo di film e quindi questa citazione è un omaggio a quel cinema nel quale avrei voluto lavorare ma non ho potuto. Il libro è pervaso da questa nostalgia. Quando dico che il mondo non è stato più lo stesso dopo lo scioglimento degli Wham, lo penso davvero. La crisi di oggi è, in buona parte, colpa del 1986… davvero in quell’anno è successo di tutto! Da Chernobyl all’uscita dell’Italia dai mondiali dopo il successo precedente”.

Se Mi Vuoi Bene libroPoi Brizzi si lancia in uno scoop: “Questo libro diventerà un film” e spiega le sue tempistiche da regista e scrittore, fornendo anche ulteriori dettagli sul suo futuro al cinema. “Scrivo più velocemente di come giro un film e quindi Se mi vuoi bene, per forza di cose, sta in coda. Quest’anno realizzo un film, Forever Young, che ha molti temi in comune con questo romanzo. È una commedia che prende in giro i finti giovani, io stesso appartengo alla categoria, come potete vedere (indica le pareti della sua casa, tappezzate di fumetti), quindi sono autorizzato a prendere in giro”. Poi continua: “Forever Young lo girerò a giugno a Roma, in centro – aggiungendo, ironico – gli stessi posti dove girano in questi giorni il nuovo 007. L’uscita è prevista a inizio 2016, dopo che si sarà esaurito lo tsunami Checco Zalone”.

Alla domanda sul perché i suoi romanzi abbiano sempre un’impronta drammatica a differenza dei film, così risponde: “Quando scrivo romanzi sono da solo e mi incupisco, quando sono alle prese con una sceneggiatura siamo sempre in più persone e, immancabilmente, mi diverto. È un processo automatico. Comunque c’è un processo di alleggerimento anche nei miei romanzi – aggiunge ironico Brizzi – dal cancro sono passato alla depressione. Probabilmente la mia carriera da scrittore la finirò parlando di acne”.

Approfondendo l’argomento cardine del romanzo, l’autore dice: “La depressione non è una malattia contagiosa, è una cosa che si risolve parlandone, uscendo allo scoperto. Poi io ritengo il depresso come una persona buffa e ho cercato proprio di raccontare questo aspetto”. E sul perché della depressione come patologia: “Oggi ci sono più depressi a causa della diversa composizione della famiglia. La famiglia unita, quella patriarcale di stampo tradizionale, non favoriva la depressione perché si era sempre insieme e ognuno aveva un ruolo; lo sparpagliarsi delle famiglie invece lo favorisce. Il prendere appuntamenti sul quando vedere i figli, nel caso delle coppie separate, o la diversa organizzazione sociale, comporta solitudine e quindi depressione. Quando ero bambino conoscevo tutti i condomini della mia palazzina, oggi conosco solo quello a cui ho “rubato” il gatto. – dice ridendo e continuando con altrettanta ironia –  L’avvento della babysitter è stato l’avvento della depressione, prima lasciavi i bambini ai vicini, facendo amicizia, ora chiami la babysitter”.

Poi la conferenza vira nuovamente su temi generici che implicano soprattutto il cinema e i gusti di Fausto Brizzi. Perché scegli la commedia per raccontare le tue storie? Viene chiesto all’autore, che prontamente risponde: “Non riesco a non vedere il lato buffo delle cose. Anche quando guardo un un film drammatico alla fine trovo sempre l’ironia. Non riuscirei a fare il contrario e quindi faccio commedia. Ho scritto tante cose drammatiche ma bisognerebbe crederci per renderle efficaci e io non ci credo mai, quindi non le faccio. Come accade nella serie tv Fargo, lì succedono cose terribili e drammatiche ma vengono trattate con una leggerezza assoluta”.

Fausto Brizzi presenta nuovo libroE parlando di serie tv la domanda viene quasi spontanea: ti cimenterai mai con la regia di una serie televisiva? “Ci sto lavorando con la mia società, – rivela Brizzi – perché oggi la fiction è la serie A e il cinema, di conseguenza, la B. La media qualitativa dei film americani per il cinema, oggi, è nettamente inferiore a quella delle serie tv. Dunque farò cose per la tv e probabilmente Cento giorni di felicità sarà per la tv. Con Flavio Insinna protagonista perchè senza di lui non lo giro. Il romanzo è nato mentre parlavo con lui in pizzeria, – e conclude ironico – lui era triste e io gli ho raccontato questa storia sul cancro”.

Ad assistere alla conferenza c’era anche Claudia Zanella, attrice e moglie di Fausto Brizzi, che ha scritto e recentemente pubblicato il romanzo Tu e nessun’altra, al ché una domanda sullo “scontro” in casa tra scrittori è inevitabile. “Il romanzo di Claudia è molto diverso dal mio, molto femminile, – spiega Brizzi – lei ci ha lavorato per quattro anni ed è un puro caso che siano usciti in concomitanza. Abbiamo un metodo di scrittura differente, lei scrive in brutta e poi cura tantissimo la bella copia, io faccio direttamente in bella più velocemente e questa cosa deriva probabilmente dalla scrittura cinematografica. Io e lei siamo opposti in tutto, dal cinema al cibo. Quando lei sceglie un film io dormo quasi sempre, mentre ultimamente lei ci rinuncia proprio a venire a vedere i film che scelgo io… come probabilmente accadrà con The Avengers 2”.

Ma nominati i celebri super eroi della Marvel, viene chiesto a Brizzi se lui ha mai desiderato dirigere un film di questo genere: “Ci penso spesso a fare un film fantasy o di super eroi, ho anche scritto una cosa sullo stile di Ritorno al futuro, ma purtroppo il mercato italiano è troppo stretto per questo tipo di produzioni”. E la conferenza si conclude con un’ultima domando sull’universo fumettistico, stavolta italiano, ovvero su uno dei fumetti più rappresentativi del panorama nazionale: Cosa ne pensi del recente rilancio di Dylan Dog? “Roberto Recchioni ha fatto un super lavoro, – dichiara l’autore – gli americani fanno di continuo reboot dei loro personaggi e, nel caso di Dylan Dog, questa cosa gli ha fatto bene. Io farei il reboot di molti fumetti italiani, per esempio, toglierei la calzamaglia a Diabolik!”.

Il disponibilissimo Fausto Brizzi ci ha poi concesso una video intervista esclusiva che vi mostriamo qui sotto.

Roberto Giacomelli

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