Selfie di famiglia, la recensione

Héloïse (Sandrine Kiberlainè) una “super-mamma” single: ha tre figli, Théo (Victor Belmondo), Lola (Camille Claris) e Jade (Thaïs Alessandrin), un ristorante da mandare avanti e all’occasione, perchè no, anche qualche amante. Jade, la Mon Bébé di casa, presto lascerà il nido per continuare i suoi studi in Canada. Mentre la partenza di Jade si avvicina, Héloïse ripensa ai loro ricordi e si improvvisa regista filmando con il suo telefono i loro momenti insieme prima del viaggio, rendendoli unici grazie alla complicità che ha sempre saputo creare con sua figlia, “la sua piccola”.

A tre anni di distanza dal biopic Dalida, la regista dell’acclamato LOL – Il tempo dell’amore, Lisa Azuelos ritorna alle sue origini presentando Selfie di Famiglia (Mon Bebè in originale), una commedia emozionante e attualissima sull’amore. Raccogliendo tutti i temi a lei cari, quelli legati agli equilibri della famiglia, fa recitare nel film la sua stessa “bambina” Thaïs, cucendole addosso il ruolo di Jade, per presentare in maniera quanto più sincera e profonda il rapporto madre-figlia. La Azulelos ha ripreso davvero con il telefonino, per tre anni, alcuni momenti della vita di sua figlia Thaïs, che racconta:

“Da quando mia madre vide Boyhood iniziò a riprendermi! Sono tre anni che mi riprende col telefonino. All’inizio era una cosa solo per noi due, per avere ricordi insieme, ma poi si è resa conto che poteva essere uno spunto per un film che parlasse di noi e, in generale, sulle partenze dei figli, quando lasciano il nido familiare. Mia madre mi ha trasmesso questa mania: da quando sono in Canada filmo tutto, sempre (ride)!”.

Mentre Jade è una diciassettenne indipendente e sicura di se, Héloïse, interpretata Sandrine Kiberlain, è un personaggio buffo, ma mai inflazionato, una mamma che distribuisce il proprio amore incondizionato al mondo e ai propri figli, dimenticandosi di vivere il presente, dimenticandosi di essere una donna. Il ritratto che delinea Azuelos è quello di una donna tenera, brillante, interpretato da un Kiberlain superba, che fa tanto ridere quanto piangere.

Selfie di Famiglia è in parte un autoritratto ed in parte una prova di intenti. Con questo piccolo e garbato film, la Azuelos vuole sostenere le donne, in tutte le fasi della loro vita, dall’adolescenza all’età più adulta, portandole sul grande schermo in maniera misurata ed eccessiva, perché la più grande sfida è essere se stesse e nessuno è al 100% misurato o al 100% eccessivo! Nella filmografia della regista, vengono spesso raccontate donne alle prese con i problemi più disparati, dall’istruzione ad episodi di violenza, dalla mancanza di autostima alla dittatura sociale che deve soffrire chi sceglie di non avere figli.

Per comprendere questa scelta stilistica, e accogliere al meglio i personaggi che dirige nei suoi film è necessario buttare un occhio sulla biografia della regista. Figlia della cantante e attrice Marie Laforêt (curiosità: la Laforêt ha fatto tre film con Jean-Paul Belmondo, nonno di Victor, che interpreta Théo nel film), donna di successo e straordinaria bellezza e dell’uomo d’affari marocchino Judas Azuelos, Lisa è cresciuta assieme al fratello minore Mehdi. Dopo un’infanzia difficile e tormentata, è stata spronata dal padre a seguire le sue orme. Diventata una portfolio manager di grandissimo successo, lascerà però il proprio lavoro dopo il Lunedì nero del 1987. Uno dei più grandi crolli finanziari dell’intera storia economica e lo scongiurato rischio di una nuova “grande depressione” le hanno fatto realizzare la gracilità dell’ossatura del mondo degli affari. È iniziata così una seconda carriera nel cinema. Riesce a conoscere Luc Besson, che le acquista una sceneggiatura. Lo script non diventerà mai un film, ma è un evento che le rafforzerà la sensazione di aver intrapreso la strada giusta.

Facile intuire che Lisa Azuelos racconta, attraverso i suoi personaggi, se stessa e i suoi affetti. Heloise e l’alter ego di Lisa, che affronta una dolorosa introspezione ritrovandosi in preda alle vertigini di una solitudine forse inaccettabile.

“I miei film hanno una dimensione autobiografica. Avrei difficoltà a fingere il contrario, specialmente perché in questo film mia figlia interpreta il suo ruolo! È così che va: non ho immaginazione, ma quando mi succede qualcosa di importante prendo la mia vita, la agito un po’…e vedo cosa succede! Sembra che più parlo della mia vita, più le persone sentono che sto parlando della loro. Questo succede perché sono sincera, ed è la sola cosa che conta! Penso che tutti viviamo più o meno le stesse emozioni e il mio lavoro è quello di trovare le parole giuste per raccontarle. Si tratta di trasmettere dell’amore, niente di più niente di meno.”

Selfie di Famiglia è una commedia molto leggera, tenera e strampalata, ma che brilla di una scrittura intima ed emozionante, capace di non affogare in cliché e che si snoda nella vita di una famiglia in modo realistico. Il personaggio di Heloise, aiutato da un efficace mix di ricordi risolti in flashback, mai ruffiani ma piazzati ad hoc per far scendere la lacrimuccia, tocca il cuore del pubblico. Attraverso gli occhi di mamma Heloise, il pubblico si confronta con temi universali e con tutte quelle piccole cose che rendono, la vita di tutti i giorni, meritevole di essere raccontata. C’è l’amore che si dà naturalmente ai propri figli, senza fare domande; c’è un mamma che filma il quotidiano con un telefonino risultando tanto fuori luogo quanto malinconica; c’è l’ordinario e c’è lo straordinario del quotidiano.

In termini di scrittura, il film è incisivo, i dialoghi sono divertenti ed autentici, risultato di un grande senso di osservazione della regista e della sua capacità di evocare un’armonia personale, ma che parla a tutti.

In sala dal 19 settembre, distribuito da I Wonder Pictures.

Ilaria Berlingeri

PRO CONTRO
  • Gli attori sono tutti molto misurati e calati nella parte.
  • La scrittura del film è molto sincera e toccante.
  • Non è un capolavoro ma si lascia guardare con piacere.
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