Seven Sisters, la recensione

In un futuro non troppo lontano l’umanità è cresciuta al punto che il nostro stesso pianeta non riesce più a sostenerci: non c’è più cibo.

Una speranza arriva dagli scienziati che studiano speciali coltivazioni ogm che possano sfamare il crescente numero di esseri umani. Quella che viene applaudita come una soluzione salvavita ha però un terribile effetto collaterale: favorisce infatti parti pluri-gemellari complicando ulteriormente, come si può ben immaginare, la situazione mondiale.

È a questo punto che viene istituita, sotto consiglio della dottoressa Cayman, scienziata che da tempo studia il problema, la legge del figlio unico, che prevede l’ibernazione criogenica per tutti i fratelli e sorelle nella speranza di essere risvegliati in un futuro migliore. Un grandissimo passo avanti per la razza umana e un dramma quotidiano per le famiglie.

Questo è il mondo in cui nascono le sette gemelle Settman. Rimaste orfane di madre, vengono allevate dal nonno che, grazie al sostegno di medici comprensivi, non denuncia la numerosa famiglia e le alleva con rigore, cercando di dare loro una vita dignitosa. Le bambine vengono chiamate come i sette giorni della settimana e viene loro permesso di uscire solo nel giorno di cui portano il nome. Fuori dalle mura famigliari tutte e sette vivranno sotto l’unica identità di Karen Settman per superare i numerosi controlli imposti dal governo mentre dentro casa sono libere di esprimere sé stesse, maturando interessi e personalità molto diverse fra loro.

Il sistema funziona e permette alle sorelle Settman di raggiungere l’età adulta senza troppi sconvolgimenti nella loro vita. Certo, vi sono attriti e litigi causati dalla convivenza forzata e dal confinamento, dall’essere tutte accomunate sotto un’unica persona che in realtà non rappresenta specificatamente nessuna di loro.

Il vero problema si presenta quando Monday, lunedì, non torna a casa. Tra il panico e la preoccupazione, le restanti sei sorelle si mettono in moto per capire cosa è successo alla gemella scomparsa, attingendo a quello spettro di capacità uniche che le distingue le une dalle altre, “libere”, per la prima volta, di essere sé stesse.

Seven Sisters è un film che va ad affollare quell’elenco di storie che ci propongono un futuro distopico fin troppo reale e legato all’attualità che viviamo. Riprendendo un tema che già oggi è motivo di discussione e preoccupazione, What happened to Monday (titolo originale del film) ne dà una risposta terribile eppure concepibile.

I personaggi si muovono in un mondo contraddittorio in cui si vedono gli indiscutibili benefici delle scelte difficili che sono state fatte mentre nelle strade, nella quotidianità, le famiglie “illegali” piangono la perdita dei loro figli. Dinamiche che rispecchiano perfettamente l’attualità che ci circonda, le domande e gli interrogativi che ognuno si pone, mettendo in discussione i paradossi che sembrano reggere la nostra società.

Il cast scelto per portare questa storia sullo schermo non poteva essere più appropriato. La “cattiva” della situazione ha il volto di Glenn Close, che riesce ad incarnare perfettamente la duplicità di questo personaggio complicato e sfaccettato, mentre Willem Dafoe è nonno Settman, una breve ma fondamentale apparizione nell’arco narrativo, figura emblematica che appare per districare, dal passato, i più intricati nodi della storia. E poi, ovviamente, c’è lei. La strepitosa, poliedrica, trasformista Noomi Rapace che dà il volto a tutte e sette le sorelle Settman, riuscendo nel compito quasi impossibile di dare ad ognuno di loro una dignità propria, tratteggiandone nel profondo personalità e interessi, modi di parlare, camminare, rapportarsi con lo spazio e con gli altri.

What happened to Monday o Seven Sisters, è una storia che costringe alla riflessione, coinvolgendo lo spettatore in un film di sicuro intrattenimento.

Michela Marocco

PRO CONTRO
  • Un tema su cui è importante riflettere.
  • La storia coinvolgente con la giusta dose di mistero e azione.
  • Un’ottima interpretazione del cast, soprattutto della poliedrica Noomi Rapace.
  • Alcuni passaggi possono risultare prevedibili o banali.
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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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