Slayers, la recensione del vampire-movie con Tom Jane

Jack, Liz, Flynn e Jules sono influencer, ognuno in un differente campo, e hanno un manager comune che ha trovato loro la possibilità di un ingaggio milionario. I cinque, infatti, sono stati convocati nella tenuta del filantropo e magnate della tecnologia Steven Rektor che vorrebbe utilizzare Jack e Liz come testimonial della campagna mediale per la diffusione di un avveniristico vaccino che potrebbe curare tutte le malattie esistenti. Lungo il loro cammino, però, il gruppo di influencer incrocia Elliot Jones che li ammonisce sul pericolo contro il quale si stanno avventurando. Scambiando le sue come farneticazioni di un pazzo, i ragazzi proseguono nel loro obiettivo ma ben presto si renderanno conto che Rektor e il suo impero sono fautori di un male antico e che il filantropo e sua moglie Beverly hanno un piano diabolico per asservire l’umanità ai loro scopi.

La ricetta per creare una buona horror-comedy è complicatissima, roba da chef stellati del cinema. Avventurarsi in questo filone senza le giuste competenze e la visione più adatta a sostenere ritmi ed ironia può portare molto facilmente a opere disastrose. Ed è esattamente il prevedibile risultato raggiunto dal regista e sceneggiatore K. Asher Levin con Slayers, che affonda le zanne nel mito del vampiro mescolandolo con una verve complottista che conferisce al film un messaggio davvero discutibile e di cattivo gusto.

Partiamo proprio da quest’ultimo punto: Slayers racconta di un ipotetico Nuovo Ordine Mondiale formato da vampiri millenari che vogliono controllare (e trasformare in cibo) la popolazione attraverso un vaccino. Ma c’è Tom Jane armato fino ai denti che sa tutto e avvisa la qualunque, però viene preso per pazzo anche se ha ragione da vendere. E poi ci sono i social media scelti dai vampiri per diffondere le loro bugie, anche se poi è una influencer (una gamer di Twitch, per l’esattezza, scelta strana visto l’andazzo) ad avere il compito di smascherare i cattivi e far conoscere al popolo il vero volto del complotto. Insomma, capirete che K. Asher Levin non ci va per il sottile e affolla il suo film di uno spirito no-vax e complottista francamente imbarazzante. Ma è una horror-comedy, direte voi! Ok, è una horror-comedy ma non ci sono intenti di satira sociale e questo messaggio è preso decisamente sul serio, andando invece a contaminare con l’ironia alcuni sporadici momenti legati soprattutto alle attività quotidiane degli influencer.

Levin manda a vuoto quasi tutti i momenti divertenti e Slayers non riesce mai a far neanche sorridere, giocandosi bene solamente la carta del montaggio nelle scene che raccontano eventi del passato in cui si fa un fantasioso uso di footage vintage (scene di film, fotografie ed altro) dando al materiale un nuovo senso narrativo.

A parte un paio di ammazzamenti con profluvio di sangue, non c’è neanche il gusto per il gore e Slayers viaggia su un binario da PG-13 al limite che non cavalca neanche l’onda del facile intrattenimento splatter.

Come si diceva, nel cast c’è Tom Jane con ridicola barba posticcia in uno di quei ruoli alimentari a cui troppo spesso ci sta abituando, mentre nei panni di corposi personaggi secondari ci sono la Malin Akerman indimenticata Spettro di Seta in Watchmen e Abigail Breslin di Zombieland. Nel ruolo principale c’è invece Kara Hayward, che abbiamo visto in Noi di Jordan Peele, un volto molto interessante e anche ben utilizzato in questo film ma che di certo non riesce a salvare Slayers dal bidone dell’indifferenziato a cui inevitabilmente è destinato.

Slayers è disponibile in Italia in DVD distribuito da Blue Swan Entertainment e a noleggio sulle maggiori piattaforme di streaming TVOD.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Alcune scelte di montaggio.
  • Il cast.
  • Una commedia che non sa divertire.
  • Il messaggio no-vax e complottista, decisamente fuori luogo e idiota.
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