Dove abita l’orrore. Approfondimento sulle tre “Case” della Filmirage

La Casa 4 - Witchcraft

C’era un’epoca in cui in Italia il cinema di genere era fertile ma, allo stesso tempo, in crisi. Parlo della seconda metà degli anni ’80, quando l’horror, in particolare, cercava spesso storie e titoli dai successi d’oltreoceano, che venivano clonati, rivisitati o semplicemente richiamati da titolazioni che sostanzialmente funzionavano da “specchietti per le allodole”, con i quali si promettevano sequel ma offrivano film completamente nuovi. Era l’epoca di Bruno Mattei, Claudio Fragasso, Ciro Ippolito e, a volte, di Umberto Lenzi; grandi artigiani della settima arte che scrivevano e dirigevano film cercando – e a volte promettendo – il collegamento con blockbuster statunitensi. Ma non sempre (a volte si, va detto!) questo espediente non era sinonimo di “film-sola” perché con queste operazioni abbiamo potuto scoprire gioiellini, oggi giustamente celebrati con affetto, che altrimenti non avrebbero, con ogni probabilità, mai visto la luce.

Da questo fantasioso metodo creativo sono nati casi isolati come il precursore Alien 2 sulla Terra (1980) di Ciro Ippolito, oppure ha operato prolificamente la premiata ditta Mattei/Fragasso con Robowar (1988), Terminator 2 – Shocking Dark (1990) o Non aprite quella porta 3 – Night Killer (1990), dall’altra c’è stata la Filmirage di Aristide Massaccesi, che in alcuni casi ha cavalcato l’onda del richiamo titolistico e/o contenutistico. L’operazione di questo tipo più interessante per gli appassionati di horror intrapresa dalla Filmirage è senza dubbio quella delle “Case” che il produttore Aristide Massaccesi e il produttore/distributore Achille Manzotti hanno intrapreso a partire dal 1988 per cavalcare il successo del dittico raimiano Evil Dead, che in Italia erano appunto La Casa e La Casa 2.

Tre film, due prodotti a distanza di pochi mesi e il terzo, dalla genesi più travagliata, uscito nell’estate del 1990.

LA CASA 3 – GHOSTHOUSE

La Casa 3 – Ghosthouse nasceva nel 1987 solo come Ghosthouse, un film di fantasmi e case infestate che Umberto Lenzi aveva scritto e avrebbe dovuto dirigere dietro la produzione di Roberto Di Girolamo, che poi abdicherà in favore di Massaccesi, con l’intento di distribuzione primaria per il mercato estero. Non a caso, infatti, il film è ambientato nei pressi di Boston, Massachusetts, ha un cast internazionale e lo stesso Lenzi si firma con lo pseudonimo Humphrey Humbert, come si usava allora per vendere meglio nei paesi anglofoni.

Visto il successo dell’anno precedente ottenuto anche in Italia da La Casa 2 di Sam Raimi, il distributore Achille Manzotti ebbe la pensata di associare al titolo internazionale Ghosthouse uno tutto italiano: La Casa 3. Non importava se il film di Lenzi non avesse alcuna connessione con quello di Raimi (però la bambina fantasma si chiama Henrietta, come la donna posseduta rinchiusa in cantina in La Casa 2!), bastava una casa sinistra come location e il titolo con la “C” falceggiante fu presto aggiudicato.

La trama

Paul, un giovane radioamatore, intercetta uno strano messaggio radio in cui una voce prega qualcuno di non ucciderlo. Incuriosito da questo evento, Paul localizza la trasmissione che proviene da una cittadina vicino Boston e decide di andare sul posto insieme alla sua fidanzata Martha. Giunti lì scoprono che il messaggio era partito da una vecchia villa abbandonata che venti anni prima era stata teatro di una sanguinosa tragedia. Il custode della villa cerca di far allontanare i due curiosi in tutti i modi, ma un camper con a bordo altri tre ragazzi in viaggio si ferma nel parco della stessa villa. Appena calano le tenebre, cominciano ad accadere fatti inquietanti…

La Casa 3 - Ghosthouse

Il film

Diretto da un Umberto Lenzi ormai sul viale del tramonto, La Casa 3 è, contro ogni aspettativa, uno degli horror migliori del regista di Roma a mano armata, grazie a una storia ben raccontata e a una serie di buone intuizioni (sia narrative che registiche) che permeano il film di una sottile e riuscita inquietudine. Fino a quel momento il cinema horror non era stato il territorio più adatto a Lenzi, contraddistintosi senza dubbio più per il poliziesco e per il giallo, anche se un paio di ottimi titoli come Incubo sulla città contaminata e Cannibal Ferox svettano prepotentemente nella sua lunga filmografia.

Nonostante l’innegabile efficacia, La Casa 3 spesso si adagia su topoi ben riconoscibili dell’horror soprannaturale: c’è la bambina fantasma che molto deve all’immortale Mario Bava e al suo capolavoro Operazione Paura, c’è un clown giocattolo dal ghigno diabolico che richiama Poltergeist – Demoniache presenze, una cantilena infantile inquietante e ossessiva, omicidi cruentissimi e un rimando (voluto o meno) a Inferno di Dario Argento.

La Casa 3 - Ghosthouse

Il prologo è sicuramente il momento più efficace del film, così teso e visivamente violento da rimanere ben saldo nella mente dello spettatore. Gli omicidi sono in generale pregni di splatter e ben coreografati, con un paio di uccisioni visivamente di grande impatto come l’accettata in piena testa e la donna divisa in due da una lastra di metallo. Ma La Casa 3 non è solo splatter, anche le scene di suspense appaiono ben gestite e la sinistra magione contribuisce a donare un’atmosfera cimiteriale e plumbea all’intera vicenda.

La sceneggiatura dello stesso Lenzi è semplice e ordinata ma presenta dei personaggi poco credibili che mostrano un’approssimazione psicologica a tratti disarmante. Contribuiscono negativamente anche alcuni attori poco convincenti e decisamente inespressivi, come Greg Rhodes, Ron Houck e Kate Silver, mentre tra gli interpreti più meritevoli citiamo Lara Wendel (che ricordiamo in Maladolescenza e Tenebre) e Mary Sellers (Deliria e il remake de La maschera del demonio). C’è da dire, comunque, che parte del sentore negativo va attribuito al doppiaggio italiano dell’epoca, che conferisce un sentore di artificiosità ai personaggi.

La Casa 3 uscì nei cinema italiani l’11 agosto 1988 ottenendo un buon successo di pubblico, va da se che il passo verso la messa in cantiere di un sequel fu immediato: La Casa 4 – Witchcraft (Witchery per i mercati esteri e Malefiche presenze per alcune trasmissioni televisive) uscì nei cinema il 6 agosto 1989.

LA CASA 4 – WITCHCRAFT

Il principio che governava questo secondo film era il medesimo dell’opera precedente: mercato estero oltre che nazionale, cast da tutto il mondo e regista italiano con pseudonimo anglofono. Stavolta il budget che Filmirage metteva a disposizione era maggiore e questo permise di assoldare attori di un certo calibro come Linda Blair de L’esorcista e David Hasselhoff, che in quegli anni spopolava in tv con Supercar. In cabina di regia stavolta si sono susseguiti più nomi: l’idea iniziale di riaffidare il film a Lenzi è sfumata subito e a lui seguirono, senza successo, Claudio Lattanzi – che con la Filimrage stava lavorando a Killing Birds – e Luigi Cozzi, fino all’ingaggio dell’esordiente Fabrizio Laurenti, fattosi notare grazie al cortometraggio vampiresco The Immigrant. Laurenti si firmò Martin Newell e stavolta il film si distaccava ancora di più dalla consueta formula della magione infestata, non presentando alcun collegamento con il film precedente e toccando la tematica della stregoneria, mirata all’apertura dei cancelli infernali.

La Casa 4 - Witchcraft

La trama

Gary e Linda si dirigono su un’isola privata al largo del New England perché lei sta scrivendo un libro sul paranormale e il vecchio hotel disabitato che campeggia sull’isola è famoso per essere stato luogo di terribili episodi legati alla stregoneria. Nel frattempo, la famiglia Brooks ha deciso di acquistare l’hotel e tutti i membri arrivano sull’isola con l’architetto e l’agente immobiliare per concludere l’affare. La primogenita della famiglia Brooks, Jane, in attesa di un figlio, però ha avuto un sogno premonitore che le ha fatto rivivere una tragedia accaduta sull’isola a inizio secolo e di cui fu vittima una ragazza incinta accusata di essere una strega. Nel momento in cui i due gruppi si ritrovano sull’isola, una misteriosa signora vestita di nero fa la sua comparsa portando con se una serie di atroci sventure.

La Casa 4 - Witchcraft

Il film

In molti considerano La Casa 4 il migliore della saga, anche perché ha un’aria internazionale più marcata e la maggior ricchezza di budget contribuisce al suo appeal, ma se andiamo a sviscerare il film di Laurenti possiamo constatare che la confusione regna sovrana. Harry Spalding (Gli occhi del parco) e Daniele Stroppa (Killing Birds) mettono insieme una sceneggiatura che cerca di arrabattare qua e là dall’immaginario orrorifico senza creare una vera coerenza di idee. La Casa 4 parla fondamentalmente di stregoneria (ecco spiegato la titolazione internazionale “Witchcraft”) e nonostante il titolo italiano prevedesse la presenza di un luogo infestato, qui l’hotel abbandonato passa troppo in secondo piano. Ma nel film si parla anche di porte dell’inferno, di demoni, di gravidanze sinistre e di peccati originali utilizzati come armi d’offesa e pene da contrappasso. Si tende dunque a gettare troppa carne al fuoco bruciando di conseguenza l’arrosto.

Nel marasma generale, il film vive di singoli momenti molto riusciti e ne escono bene soprattutto alcune scene truculente (la donna con la bocca cucita e bruciata viva nel camino è ormai leggendaria, ma anche l’uomo arso vivo sulla croce capovolta non è da meno) e l’inquietante sequenza onirica dello stupro demoniaco.

La Casa 4 - Witchcraft

Fabrizio Laurenti, che in seguito dirigerà sempre per la produzione di Massaccesi Contamination.7 e per Pupi Avati l’interessante La stanza accanto, ha una regia troppo anonima e lascia abbastanza indifferente l’utilizzo degli interni, mai inquietanti come richiesto.

Un successo ben superiore a quello del precedente film (La Casa 4 si piazzò al 60° posto tra i film più visti del 1989) spinse la Filmirage a mettere in cantiere La Casa 5 e opzionare già la La Casa 6.

LA CASA 5 – BEYOND DARKNESS

Il terzo film della saga delle “case apocrife” si trascinò dei problemi: l’idea era di creare stavolta un vero sequel e collegare così il nuovo film a La Casa 4, riportando in scena i medesimi personaggi. Linda Blair, però, chiese troppi soldi alla produzione per tornare a interpretare il suo personaggio e Fabrizio Laurenti, che sarebbe dovuto tornare alla regia, non era disponibile nei tempi prefissati perché impegnato con Contamination.7 (conosciuto anche come Radici assassine e Troll 3!). Per battere il ferro finché caldo, Massaccesi recuperò una vecchia sceneggiatura di Claudio Fragasso e Rossella Drudi intitolata Beyond Darkness – Oltre il buio, inizialmente commissionata dal produttore Roberto Di Girolamo, e la trasformò in La Casa 5. Fragasso, che era già sotto contratto con la Filmirage, si aggiudicò la regia con il consueto pseudonimo Clyde Anderson e il film uscì nelle sale italiane il 31 luglio 1990, rispettando così l’appuntamento annuale di metà estate.

La Casa 5

La trama

Il Pastore protestante Peter si trasferisce con la sua famiglia in una nuova casa del New England, affidatagli dal suo superiore Reverendo Jonathan. L’abitazione mostra subito alcune inquietanti presenze che inizialmente si manifestano solo ai bambini, particolarmente attratti da una fessura su un muro da cui proviene una strana luce. Quando le presenze si rivelano anche agli adulti, Peter si rivolge a Jonathan che gli confessa di averlo trasferito lì proprio con il compito di scacciare le presenze malefiche, anime di alcune streghe bruciate sul rogo in quel luogo molti anni prima. Peter, con l’auto di Padre George, ormai privo di fede dopo aver fallito il suo compito contro le forze del male, cercherà di “esorcizzare” la casa in cui si manifesta anche una strega killer di bambini, vecchia conoscenza di George, che sembra particolarmente interessata ai figli di Padre Peter.

La Casa 5

Il film

Il meno amato nella trilogia delle “case apocrife”, La Casa 5 ha in realtà molte frecce al proprio arco, vanta una realizzazione professionale e una storia accattivante che lo elevano senza troppe riserve ad essere il miglior film horror diretto nella sua carriera da Claudio Fragasso.

La sceneggiatura è ricca di luoghi comuni che sicuramente ne minano l’originalità: all’interno de La Casa 5 troviamo elementi vari da Amityville Horror, Poltergeist, L’esorcista e perfino qualche qualcosa di Nightmare; ma, se vista nel suo complesso, la storia ha una sua solida coerenza e risulta perfino avvincente, grazie al ritmo incalzante che ci immerge subito nel cuore dell’azione. Quello che fin da subito invece non funziona è la caratterizzazione dei personaggi: una famigliola talmente finta da apparire ben più irritante della proverbiale famiglia del Mulino Bianco. Sorrisini, coccole, frasette dolci e allegrie che non avrebbero mai un simile corrispettivo nella realtà e che vanno a minare la credibilità e l’immedesimazione con i personaggi. Anche il tormentato Padre George sembra inserito solo per creare un contrasto Bene/Male all’interno di un parco caratteriale troppo votato alla bontà, con conseguente richiamo ai classici personaggi degli horror esorcistici. Fortunatamente David Brandon (volto inconfondibile in Le foto di Gioia e Il maestro del terrore) è un bravo attore e riesce a rendere particolarmente credibile il suo Padre George grazie a un’interpretazione particolarmente intensa. Il resto del cast è così così e tra una Barbara Bingham (Venerdì 13 – Parte VIII: Incubo a Manhattan) poco incisiva e un Gene LeBrock (DNA – Formula letale) monocorde, si distinguono soprattutto i due bambini Theresa Walker e Michael Stephenson (già visto in Troll 2 dello stesso Fragasso).

La Casa 5

Le scene di paura sono ben gestite e vengono valorizzati gli spazi angusti di una casa che dall’esterno appare immensa. Questa scelta – forse data anche da una discrepanza di locations interni/esterni – è straniante ed efficace avvalorando l’aspetto da haunted place movie che il film si prefigge. Buono anche il look delle streghe, inquietanti signore velate di nero che spuntano minacciose in ogni angolo della casa e sulle quali capeggia la Bette Coulson di Le porte del silenzio, personaggio quasi craveniano nel suo trarre forza dalle anime dei bambini uccisi (ma il buon Freddy Krueger è evocato anche nella scena in cui la strega tenta di uscire dal muro “elastico” e quando guida il pulmino con sembianze “normali”).

Dei vari elementi horror che compongono La Casa 5, quello che funziona meno è la componente esorcistica che occupa il lungo finale, forse troppo fiacca e poco incline agli effetti speciali. Inoltre, si nota che malgrado il ritmo sia sempre serrato, il lungo climax finale tende ad appiattire l’azione e renderla ripetitiva.

Stavolta il successo non fu quello sperato e La Casa 5 non riuscì a piazzarsi neanche tra i 100 film più visti dell’anno, il che spinse la Filmirage a rinunciare al già annunciato La Casa 6. Una scelta che ha avuto conseguenze anche sulla distribuzione italiana di The Horror Show di James Isaac, pensato negli USA come “ideale” terzo capitolo della saga House (inaugurata nel 1985 da Chi è sepolto in quella casa?), che in Italia è stato però distribuito dalla RCA Columbia Pictures come La Casa 7, saltando così il capitolo mai realizzato ma il cui titolo era proprietà della Filmirage.

La Casa 5

Così si conclude l’avventura delle “Case” apocrife italiane oggi tutte disponibili in DVD grazie al recupero di Mustang Entertainment, distribuiti da CG Entertainment, che riporta nei negozi i tre film ormai finiti fuori catalogo da anni: la nuova versione DVD appare uguale a quella già precedentemente editata sotto etichetta Medusa Home Video, sia sotto l’aspetto tecnico che contenutistico ed estetico.

Vi lasciamo con le schede tecniche dei nuovi DVD.

Roberto Giacomelli

La Casa 3 – Ghosthouse di Umberto Lenzi

Etichetta: Mustang Entertainment

Video: 1.33:1 (4/3)

Audio: Dolby Digital 2.0 italiano

Sottotitoli: Italiano per non udenti

Extra: assenti

Puoi acquistare il DVD de La Casa 3 cliccando qui.

La Casa 4 – Witchcraft di Fabrizio Laurenti

Etichetta: Mustang Entertainment

Video: 1.78:1 (16/9)

Audio: Dolby Digital 2.0 italiano

Sottotitoli: Italiano per non udenti

Extra: Trailer originale

Puoi acquistare il DVD de La Casa 4 cliccando qui.

La Casa 5 di Claudio Fragasso

Etichetta: Mustang Entertainment

Video: 1.33:1 (4/3)

Audio: Dolby Digital 2.0 italiano

Sottotitoli: Italiano per non udenti

Extra: Trailer

Puoi acquistare il DVD de La Casa 5 cliccando qui.

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2 Responses to Dove abita l’orrore. Approfondimento sulle tre “Case” della Filmirage

  1. Paolo ha detto:

    Il 3 e il 5 li vidi al cinema, in vacanza… il 4 invece lo saltai perchè era in programmazione quando già ero tornato a casa. Il 5 l’ho sempre preferito perchè, per i miei gusti, aveva il giusto mix tra orrore e drammaticità. Per il 3 però provo un certo affetto, sia per la genuinità del film in sè che per il clima spassoso che c’era in sala che tuttavia non rovinava la visione, anzi, in un certo senso la esaltava. Bei ricordi d’adolescenza!

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  2. daniele ha detto:

    Finalmente, per una volta, ho letto dele recensioni veritiere, accurate e documentate, che non hanno il solo scopo di infangare i film di cui parlano.

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