Spiritika 2 – Il gioco del Diavolo, la recensione

Paige si trasferisce in un appartamento in periferia, dove spera di potersi dedicare alla pittura, sua passione e professione, senza distrazioni. La donna trova in un armadio una tavoletta ouija e incuriosita comincia ad usarla. Senza troppe difficoltà, Paige riesce a mettersi in contatto con uno spirito che dice di chiamarsi Susan. Paige, dopo alcune indagini, scopre che Susan era la precedente inquilina dell’appartamento e che ora è irraggiungibile, così pensa che la donna sia stata uccisa e che il suo spirito le stia dando indicazioni per ritrovare il suo cadavere e scoprire il suo assassino. Aiutata dall’ex fidanzato poliziotto, Paige comincia una sua personale indagine.
Dopo il buon successo di Spiritika e La notte dei demoni, Kevin S. Tenney imboccò in filmetti che oggi quasi nessuno ricorda e che di certo non replicarono i fasti dei suoi due titoli più celebri. Dunque, nel 1993 il regista cerco riparo in lande sicure scrivendo e dirigendo un sequel al suo primo film: Spiritika 2 – Il gioco del Diavolo (Witchboard II: The Devil’s Doorway). Stavolta però il gioco non vale la candela e la qualità di questo seguito è purtroppo medio-bassa.
Tenney tenta di rinnovarsi non replicando la storia precedente e non collegando direttamente il sequel al predecessore. Così avremo personaggi diversi e tono differente, fermo restando che al centro della vicenda c’è comunque una tavoletta ouija e uno spirito tormentato. Per certi aspetti Spiritika 2 sembra quasi un antesignano delle moderne ghost story asiatiche, con spirito rancoroso che uccide per attirare l’attenzione su di se (e magari vendicarsi), con una verità da scoprire, un corpo a cui dare giusta sepoltura e un colpevole da punire. Per tutto ciò va dato merito a Tenney di aver trovato la giusta formula per giustificare un numero due, impostando il tutto come un giallo soprannaturale; purtroppo però il film ha una confezione poco accattivante e una storia che comunque non riesce ad appassionare come dovrebbe.
Spiritika 2 sembra quasi un film tv, ne ha il ritmo, l’estetica un po’ blanda e il pudore, eppure non lo è. Tutto appare contenuto, sia a livello narrativo che visivo, assimilando questo titolo a tante altre modeste produzioni anni ’90 che sembrano pensate per essere messe in onda in prima serata in tv. Inoltre, un contributo decisamente negativo al film è dato dagli attori, tutti incredibilmente modesti se non proprio pessimi, a cominciare dalla protagonista Amy Dolenz, una biondina molto carina che ha fatto tanta televisione e partecipazioni a piccoli horror come Ticks – Larve di sangue e Pumpkinhead II.
Anche qui, come il film precedente, la facilità con cui le persone riescono a mettersi in contatto con gli spiriti è al di là di ogni immaginazione, ma c’è il pregio in questo caso che la costruzione narrativa del film gioca sull’identità dello spirito contattato in modo più arguto che nel primo film.
Filmetto mediocre, dunque, questo Spiritika 2, sicuramente vedibile per passare un’ora e mezza di intrattenimento, ma decisamente inferiore al precedente e auto-minato inspiegabilmente da tanti limiti.
Seguirà un terzo capitolo nel 1995, A letto con il demonio (Witchboard III: The Possession), diretto da Peter Svatek che oltre ad avere un mood completamente differente contaminandosi con il thriller erotico, abbasserà ulteriormente la soglia qualitativa della saga.
Roberto Giacomelli
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