Strange World: regista, sceneggiatore e produttore parlano del nuovo classico Disney

Questa settimana è arrivato nei cinema di tutto il mondo, compresa l’Italia, Strange World – Un mondo misterioso, 61° classico della Disney che ci porta nel regno immaginario di Avalonia, nascosto in un luogo segreto del Pianeta dove vivono tre generazioni di “eroi”, Jaeger, Searcher ed Ethan Clade, pronti a salvare quel fantastico luogo da un misterioso male che si sta diffondendo attaccando la sua principale forma vegetale di energia. Qui la nostra recensione del film.

Per presentare alla stampa il film, sono arrivati in Italia il regista Don Hall, già autore dei successi Disney Big Hero 6, Oceania e Raya e l’ultimo drago, lo sceneggiatore Qui Nguyen e il produttore Roy Conli.

A parlare della nascita del progetto Strange World è Don Hall:

Ho cominciato a pensare a Strange World nel 2017, quando ho finito con Oceania e stavo cominciando a pensare quale sarebbe stato il mio film successivo. Ho pensato ai miei figli, a quale sarebbe stato il lascito per loro e a quello che ho ricevuto io da mio padre, che era un agricoltore; quindi ho voluto raccontare una storia che parlasse dell’ambiente attraverso lo sguardo di tre generazioni, nonno, figlio e nipote. Però mi piacciono anche le storie d’avventura, quindi ho pensato che sarebbe stato bello raccontare una storia in maniera divertente che contenesse tutti questi elementi. Il nostro Studio ha amato questo film, ci abbiamo messo tutti una grande passione e tutta la creatività e siamo molto orgogliosi di averlo realizzato.

Lo sceneggiatore Qui Nguyen, invece, ci ha tenuto a sottolineare che il processo creativo dietro un film porta a porsi tre domande che corrispondo agli obiettivi primari: dove risiederà l’intrattenimento? Come verrà utilizzato l’umorismo? Dove si trova il cuore? Quest’ultima, a quanto pare, è la cosa più importante da valutare. “Strange World racconta la storia di tre generazioni, un nonno, un figlio e un nipote – conclude l’autore – Don e io abbiamo la stessa età e abbiamo sia figli che padri, quindi volevamo scrivere una lettera d’amore ai nostri genitori e ai nostri figli”.

Il produttore Roy Conli ha lavorato con Don Hall sul film Big Hero 6 e sulla serie per Disney+ Baymax. “Mi piace lavorare con lui perché crea dei mondi fantastici, inclusivi e così diversi dal solito; ma sono mondi che puoi visitare solo con l’animazione e questo è quello che soprattutto preferisco di questo lavoro”.

In Strange World c’è un elemento destinato a far discutere che rappresenta per la Disney un importante passo verso l’inclusività: Ethan, il membro più giovane della famiglia Clade, è omosessuale e non sa come approcciarsi al ragazzo che gli piace. Su questa scelta si esprime Qui Nguyen:

“Per quello che riguarda Ethan è sempre stata questa l’idea! Noi facciamo film per tutti, ogni singola persona deve vederli. Ethan è quello che è e noi siamo profondamente orgogliosi di questo personaggio. Ritengo che sia importante che le persone si identifichino e si rivedano nei personaggi sullo schermo”.

Inoltre, sull’influenza che può aver avuto il mondo dei fumetti e del cinema sullo stile grafico e la cornice del film:

“Io adoro i fumetti e questo ha influenzato tantissimo la mia decisione di fare questo film. Io e Don amiamo anche le riviste pulp, i romanzi degli anni 30 e 40, classici come Viaggio al centro della terra e Il mondo perduto, è quello che ci piace di più e il film è venuto fuori proprio da una zuppa di cose che amiamo”.

Qui continua specificando che la prima idea di Don riguardava il tema dell’ambiente: “poi, però, siamo finiti a raccontare una storia che coinvolgesse una grande famiglia perché la cosa migliore è creare una connessione con l’universo personale. Il nostro obiettivo è stato realizzare una grande avventura di intrattenimento che può essere vista e rivista e che può essere messa vicino ai grandi classici Disney come Pinocchio. Frozen, Dumbo. Qualcosa che rimanga nel tempo”.

Don Hall prende la parola sullo stesso argomento dichiarando che a livello cinematografico le maggiori influenze sono arrivate dalla saga di Indiana Jones, da King Kong, che è l’esempio perfetto per questo tipo di lavoro, da Jurassic Park e da Quel treno per Yuma che non ha nulla a che vedere in maniera diretta ma con Strange World ma affronta il tema dei padri e dei figli in maniera analoga. Poi continua:

“Per l’ispirazione visiva che ha portato alla costruzione di Avalonia siamo partiti dal copro umano, abbiamo fatto varie ricerche a cui hanno contribuito diversi esperti. Alpi ed Himalaya e la loro geografia anche sono state di ispirazione per il paesaggio. Abbiamo dato ai nostri animatori una tela bianca su cui dipingere, gli abbiamo lasciato libertà creativa. Sono orgoglioso di lavorare alla Disney Animation perché è piena di persone talentuose.

Una critica che è stata frequentemente mossa agli ultimi lavori Disney e Pixar è che si sta abbandonando la figura del “cattivo” da combattere, un elemento che oltre a mancare in Strange World è anche argomento di discussione in una riuscita sequenza che vede a confronto le tre generazioni di protagonisti e il loro immaginario. A tal proposito Qui Nguyen ha dichiarato:

“Abbiamo pensato che non ci fosse bisogno di un cattivo in questa storia, che l’equilibrio tra i caratteri dei tre personaggi principali fosse più importante che individuare tra di loro qualcuno che avesse solo tratti distintivi negativi. Ognuno di loro ha pregi e difetti. Anche nei film che ci hanno ispirato, come Jurassic Park o King Kong non c’è un vero e proprio cattivo, ma si tratta dello scontro uomo vs natura in cui l’una e l’altra parte può rivestire il ruolo del cattivo. Dovevamo superare questa dicotomia, era necessario per andare dove poi siamo arrivati. All’inizio pensi che sia l’uomo contro la natura, umani contro mostro, ma poi la situazione si ribalta e diventa l’uomo con la natura uniti insieme per risolvere il problema. Prendi la convenzione di una storia e la ribalti, questo mi ha entusiasmato”.

Sul come e perché le storie della Disney stanno cambiando nel tempo, aprendosi all’inclusività e abbandonando alcune convenzionalità viene interpellato il regista Don Hall che risponde:

“Siamo molto orgogliosi del nostro retaggio, di quello che la Disney ha fatto in passato e alcuni film riflettono il retaggio degli anni in cui sono stati realizzati; Strange World, invece, riflette la nostra epoca, è importante che questo film possa essere nelle videoteche dei collezionisti vicino ad altri classici del passato. La narrazione si evolve, se oggi dobbiamo raccontare una storia questa deve riguardare l’oggi, ma sono convinto che la nostra storia rimarrà nel tempo, come è successo per altri classici della Disney.”

Infine, Don Hall conclude con un aneddoto: “Voglio raccontarvi un aneddoto capitato pochi giorni fa. Subito dopo l’anteprima che si è tenuta a Los Angeles ho avuto modo di parlare con un mio vecchio amico e collaboratore che ha lavorato anche a questo film. Lui mi ha detto che aveva portato il figlio a guardare Strange World e, una volta finito lo spettacolo, il ragazzo si è voltato e, oltre a esprimere il suo apprezzamento, ha detto “papà, d’ora in poi voglio passare più tempo con te”. Se è passato questo messaggio vuol dire che noi il nostro lavoro lo abbiamo svolto bene”.

A cura di Roberto Giacomelli

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