Archivio tag: alex wolff

Old, la recensione

Old

C’era un tempo, all’inizio del nostro millennio, in cui il cinema di M. Night Shyamalan stava dando vita a un nuovo modo di raccontare storie di genere. Erano i tempi che da Il sesto senso (1999) andavano fino a The Village (2004), passando per Unbreakable – Il predestinato (2000) e Signs (2002). Un cinema fieramente di genere, horror con virate fantascientifiche, ma che utilizzava un personalissimo linguaggio autoriale. Nonostante Shyamalan ha continuato a donarci grandi film rielaborando il genere fantastico (Lady in the Water ed E venne il giorno), il pubblico e la critica non hanno risposto positivamente; sono seguiti due sonori flop (L’ultimo dominatore dell’aria e After Earth) e una rinascita in piccolo, rivangando gli esordi più horror (The Visit e Split), fino all’ambizioso Glass che ha ridato al regista di origini indiane quel favore del pubblico che era andato a scemare negli anni.

VN:R_N [1.9.22_1171]
Valutazione: 7.5/10 (su un totale di 2 voti)
VN:F [1.9.22_1171]
Valutazione: 0 (da 0 voti)

Hereditary – Le radici del Male, la recensione

Quello che sta accadendo al cinema horror ha dell’interessante. Parallelamente alle produzioni mainstream per il pubblico da multisala, solitamente rappresentate dai film della Blumhouse o quelli del Conjuring-verse della Warner Bros, viaggia uno sparuto gruppo di opere destinate a un pubblico più “selezionato”, amanti di quell’horror d’autore che va oltre la sola esperienza di visione in sala. Si tratta di prodotti selezionati in festival non essenzialmente di settore (come Sundance, Cannes, Venezia), spesso di autori esordienti o anche di affermati artisti. Oggi questo sempre più folto numero di film, dei quali fanno parte opere come Babadook, It Follows, The VVitch, Il sacrificio del cervo sacro, si arricchisce di Hereditary – Le radici del male, acclamato esordio alla regia di Ari Aster.  

VN:R_N [1.9.22_1171]
Valutazione: 8.0/10 (su un totale di 1 voto)
VN:F [1.9.22_1171]
Valutazione: 0 (da 0 voti)