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Contromano, la recensione

Mario Cavallaro è un uomo mite. La sua esistenza tranquilla si divide tra il lavoro in un negozio di calzini ereditato dal padre e la sua unica passione, un orticello che coltiva con cura sul terrazzo della sua palazzina. Mario è un tradizionalista che ama l’ordine, la precisione, il rispetto, la puntualità ed è cresciuto con un solo ed unico credo: per il bene del mondo, ogni cosa deve stare al suo posto! La vita di Mario, tuttavia, va letteralmente in tilt quando apprende che il bar in cui è solito fare colazione da cinquant’anni è stato acquistato da un egiziano kebabbaro desideroso di espandere l’attività. Un autentico shock per Mario, che culminerà nel folle gesto di rapire Oba, un venditore ambulante senegalese che vende calzini proprio fuori il suo negozio, con l’intento di riportarlo in Senegal. Un viaggio in auto, andata e ritorno Milano-Senegal, proprio per “rimettere le cose a posto”. Oba, inizialmente diffidente, si rassegna e accetta di essere riportato “a casa” ad una sola condizione: Mario dovrà riportare in Senegal anche la sorella, Dalida.

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