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Tra western e racconto tragico: la recensione del film Il muto di Gallura

All’anteprima nuorese de Il Muto di Gallura il regista Matteo Fresi (Le bolle di Marat) e alcuni attori del cast (Giovanni Carroni, Marco Bullitta, Lorenzo Mattu, Stefano Mereu) sono stati lieti di poter presentare dal vivo la nuova pellicola di ambientazione sarda distribuita dalla Fandango e da Rai Cinema che uscirà nelle sale nazionali il 31 marzo.

La tragica storia della faida del paese Aggius ha fatto conoscere a tutta la Sardegna la controversa figura del bandito Bastiano Tansu, alla quale si ispirò lo scrittore sassarese Enrico Costa che nel 1884, due decenni dopo la fine degli eventi narrati, pubblicò il romanzo Il Muto di Gallura e consentì anche al pubblico italiofono d’oltremare di conoscere questa funesta saga familiare. Fresi non fa mistero delle proprie origini galluresi e nemmeno dell’ammirazione per l’opera di Costa che, come era uso a suo tempo, non disdegnò di romanticizzare il personaggio del bandito sardo, dipingendolo come un fragile outsider trascinato in eventi catastrofici; un Joker ante-comics in pratica.

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Valutazione: 8.0/10 (su un totale di 1 voto)
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L’uomo che comprò la luna, la recensione

Paolo Zucca (Gli angeli di Borsellino, L’arbitro) ce l’ha fatta. Il regista e sceneggiatore cagliaritano, dopo anni di studio e David di Donatello (nel 2009, per il cortometraggio L’arbitro, che poi divenne un lungometraggio) e applausi dalla critica, è riuscito ad allontanarsi dal piccolo gruppo di registi sardi -esemplari Salvatore Mereu (Ballo a tre passi, Sonetàula, Bellas mariposas), Giovanni Columbu (Su Re) e Gianfranco Cabiddu (Disamistade, Il figlio di Bakunin, La stoffa dei sogni) – osannati dalla critica ma sconosciuti al grande pubblico.

Jacopo Cullin (Le ali, Al di là del lago, Angeli e diamanti, L’arbitro, Crushed Lives. Il sesso dopo i figli, Bianco di Babbudoiu, La stoffa dei sogni) ce l’ha fatta. Dopo aver fatto morire dal ridere la Sardegna con i suoi sketch comici nel programma regionale Come il calcio sui maccheroni – indimenticabile il suo personaggio di Salvatore Pilloni, parodia del tipico “gaggio” cagliaritano – si è trasferito a Roma e ha cominciato la sua carriera di attore drammatico, trovando la dovuta visibilità nel ruolo da protagonista in L’arbitro.

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