Archivio tag: Clémence Poésy

Tito e gli alieni, la recensione

Nel deserto del Nevada, proprio accanto all’Area 51, vive il Professore. Un uomo schivo e solitario, ormai rassegnato nei confronti della vita, che passa le intere giornate disteso sul divano ad ascoltare il suono dello Spazio profondo. Vittima di una depressione che cresce giorno dopo giorno, il Professore sta continuando – svogliatamente – a lavorare su un progetto segreto, iniziato molti anni prima insieme alla moglie prematuramente scomparsa e finanziato direttamente dal governo degli Stati Uniti d’America. Alla base di questo progetto top-secret c’è la scoperta di un metodo rivoluzionario che consentirebbe l’invio di segnali sonori nell’iper-spazio volti alla ricerca di nuove forme di vita oltre quelle terrestri. Quando tutto sembra essere in procinto del fallimento e il governo è intenzionato a tagliare i fondi per la ricerca, il Professore riceve la visita dei due nipotini Anita e Tito, rispettivamente di 16 e 7 anni. I due bambini, orfani di entrambi i genitori e ancora incapaci di elaborare il recente lutto del padre, vengono affidati alle cure del Professore. L’uomo, che inizialmente non ha i mezzi e la volontà di prendersi cura dei minori, finisce presto per trovare in Tito un valido aiutante e la volontà del piccolo, di rimettersi in contatto un’ultima volta con il genitore appena deceduto, sarà determinante per lo sviluppo della ricerca stellare iniziata dal Professore tanti anni prima.

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Valutazione: 8.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Famiglia all’improvviso: Istruzioni non incluse, la recensione

Remake del messicano Instructions not included (2013), Famiglia all’improvviso – Istruzioni non incluse è un film francese che gioca forte sui contrasti. Il più importante, il più evidente e il più meritevole di essere qui menzionato è un contrasto di sfondi.

Due capitoli nella vita di Samuel (Omar Sy), il nostro protagonista: il primo in un elegante resort nel sud della Francia, dove il nostro eroe mette alla prova il suo charme cialtronesco, bambino mai cresciuto, con risultati sorprendentemente (nemmeno troppo) lusinghieri. Questa prima parte del film si consuma rapida e scivola via senza troppi patemi; merito al  regista, il 37enne Hugo Gélin, per non aver ceduto alle lusinghe di un’esposizione iper – particolareggiata ed aver badato al sodo.

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Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Mister Morgan, la recensione

Un malinconico, elegante e profondo Michael Caine, una tenera e misteriosa Clémence Poésy, la riscoperta dei valori umani e una incessante atmosfera bohemien sono i protagonisti del film franco-americano Mister Morgan della regista Sandra Nettelbeck. Sullo sfondo Parigi in vesti genuine e quotidiane, una città che più che essere una semplice ambientazione risulta essere quasi un personaggio.

Mister Morgan è una pellicola raffinata, come raffinato è il protagonista perso nella sua routine di uomo ormai solo e senza più scopi nella vita dopo la morte di sua moglie, la sua unica ragione d’esistere. Matthew Morgan è un uomo consumato da un amore ormai perduto, un amore per il quale ha messo in secondo piano i suoi stessi figli, ed è proprio il rapporto con questi ultimi il motivo principale della trama. Un Michael Caine, solido e bravissimo, ci regala una prova attoriale tra le migliori della sua carriera; ogni suo sguardo o movimento ci racconta una storia, la gradualità di un cambiamento che matura in lui inesorabilmente.

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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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