Archivio tag: docu-fiction

Strade di musica, la recensione

E’ sempre affascinante quando un sottofondo musicale, suonato dal vivo, accompagna le nostre passeggiate per la città. Ma quando le note cessano, vi siete mai domandati chi sono quelle persone che, con i loro strumenti spesso bizzarri, hanno arricchito le vie romane di suggestione e mistero? Strade di musica, documentario firmato dai giovani registi Michele Morsello Angileri e Giuliano Giacomelli, nasce proprio da interrogativi come questo, esplorando le storie di alcuni musicisti di strada che, nella Capitale, hanno stimolato la loro curiosità.

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N-Capace, la recensione

Presentato in concorso all’ultimo Torino Film Festival, dove è stato prima accolto calorosamente, in quanto solo film italiano riuscito dei due in gara, e dove ha poi vinto due menzioni speciali, una alla regista e una ai personaggi intervistati, create apposta per questa opera prima dell’attrice teatrale Eleonora Danco.

N-Capace è una docu-fiction leggera e divertente, in cui si mescolano video-arte, immagini di ispirazione teatrale e film-inchiesta.  Un film quasi pasoliniano, a cavallo tra autenticità e finzione, che per questo risulta difficile etichettarlo semplicemente come “documentario”.

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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Amazzonia 3D, la recensione

A seguito di un incidente aereo, la scimmietta cappuccino Saï, cresciuta in cattività, si ritrova accidentalmente catapultata nel bel mezzo della Foresta Amazzonica. Saï è una scimmia del tutto impreparata alle insidie di una Foresta selvaggia e piena di pericoli in cui vige la legge del più forte. Sola e smarrita, all’interno di un mondo sconosciuto ed ostile, la piccola scimmia si ritrova improvvisamente libera in un habitat naturale inospitale e del tutto sconosciuto. Tra pericolosi predatori sempre in agguato e una vegetazione fitta ma ricca di insidie, Saï dovrà imparare al più presto tutti gli strumenti utili alla sopravvivenza.

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Valutazione: 8.0/10 (su un totale di 1 voto)
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TIR, la recensione

Stando ai più importanti festival cinematografici italiani (Venezia e Roma), nel 2013 si è riscontrato un curioso dato, ovvero l’entusiasmo diffuso per il documentario o il presunto tale. Sia al Festival di Venezia che a quello di Roma hanno vinto due film che hanno fatto del linguaggio documentaristico il loro tratto distintivo, che si trattasse di storie vere o realizzate appositamente per il film ma con precisi intenti documentativi. Se di Sacro GRA di Gianfranco Rosi si è parlato in abbondanza in merito alla sua vittoria alla Biennale, anche con un certo gratuito accanimento critico, abbiamo ora l’occasione di scrivere di TIR di Alberto Fasulo, vincitore del Marc’Aurelio d’oro come miglior lungometraggio all’ottavo Festival Internazionale del Film di Roma.

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