Archivio tag: fabio resinaro

Ero in guerra ma non lo sapevo, la recensione

Nel 1977 usciva al cinema Un borghese piccolo piccolo, un vero capolavoro diretto da Mario Monicelli e ispirato all’omonimo romanzo di Vincenzo Cerami. Nel 1979 la stampa portò in primo piano il caso di Pierluigi Torregiani, gioielliere milanese finito bersaglio dei terroristi per aver reagito a una rapina e messo sotto scorta. Seppur una di finzione e l’altra reale, le due vicende hanno dei punti in comune che vedono innanzitutto un uomo qualsiasi, un onesto lavoratore, reagire agli infami crimini di una determinata fazione terroristica che ha infiammato le colonne di cronaca degli Anni di Piombo. La vicenda di Torregiani è diventata ora un film, Ero in guerra ma non lo sapevo, prodotto da Eliseo Entertainment di Luca Barbareschi, diretto da Fabio Resinaro e interpretato da Francesco Montanari.

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Valutazione: 5.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Ride, il biker-action made in Italy, in Limited Edition blu-ray

Con Ride il duo Fabio Resinaro e Fabio Guaglione, entrambi registi del fortunato Mine e qui coinvolti in qualità di autori e promotori del progetto, portano in Italia in cinema 2.0. In un panorama cinematografico votato alla frammentazione dell’informazione e dell’immagine, in cui il cinema si diverte a cercare un dialogo con la video-arte, Ride affonda le proprie radici mostrando un uso intelligente e moderno delle nuove strumentazioni di ripresa (le GoPro e le varie action-cam molto utilizzate per i video sportivi) in unione a quella mentalità informatica secondo la quale “se non ti connetti non esisti”. Il film – o meglio ancora l’esperimento – diretto da Jacopo Rondinelli, che qui esordisce nel lungometraggio dopo una corposa formazione in spot e videoclip, arriva in home video con Koch Media e Lucky Red in una bellissima Limited Edition blu-ray ricca di contenuti extra.

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DolceRoma, la recensione

Di film che parlano del mondo del cinema ce ne sono a iosa, spesso sono stati grandi maestri a immergersi in tematiche metafilmiche, da Fellini a Tarantino, passando per De Palma, i Coen, Craven e Scorsese… solo per citare alcuni nomi molto noti. Un filone che risulta però sempre di difficile approccio, sia da parte di chi lo sceglie per raccontare una storia, sia di chi ne fruisce, perché si potrebbe inciampare nello spiacevole errore di far film che parlano principalmente agli “addetti ai lavori”. L’ultimo lavoro di Fabio Resinaro, DolceRoma, viaggia proprio su quel territorio di confine che divide l’opera metacinematografica auto-compiaciuta dal cinema di genere spendibile sulle grandi masse di spettatori.

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Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Ride, la recensione

Kyle e Max sono migliori amici da sempre. Cresciuti praticamente insieme, i due condividono molte cose e, in modo particolare, la passione per le sfide estreme. Sono due riders acrobatici e l’unica cosa che riesce a scuoterli dalla monotonia quotidiana è l’adrenalina derivata da imprese folli e spericolate, spesso al limite della legalità, da poter poi condividere sul web. Un giorno ricevono l’invito per partecipare ad una misteriosa gara di downhill che sarà trasmessa solo su un’esclusiva piattaforma online a cui pochissimi hanno l’accesso. Chi vincerà la gara avrà una ricompensa in denaro di 250.000 euro. Una cifra importante che potrebbe garantire a Kyle la possibilità di ricominciare una vita più serena con la sua famiglia e a Max di pagare i molti debiti che gravano sulla sua testa. I due accettano senza esitazione ma, quando la gara ha inizio, scoprono che il “gioco” ha delle regole molto più pericolose di quanto potevano immaginare. Devono correre veloce, molto veloce, non più per la somma in palio ma per restare in vita.

Con Ride anche in Italia arriva il cinema 2.0.

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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Mine, la recensione

Negli ultimi quindici anni il cosiddetto “trap-movie”, i film con le trappole, hanno preso piede diventando un vero e proprio sotto-filone del thriller: dall’ormai lontano cult Cube – Il cubo (1997) di Vincenzo Natali, che forse ha proprio sdoganato le dinamiche del genere, passando per i fondamentali In linea con l’assassino (2002), Open Water (2003), Frozen (2010), Buried – Sepolto (2010) e 127 ore (2010) di Danny Boyle, di “film-trappola” al cinema ne sono passati molti, arrivando quest’anno all’ottimo Paradise Beach – Dentro l’incubo, con Blake Lively su uno scoglio in balia di uno squalo, e Mine, degli italiani Fabio Guaglione e Fabio Resinaro, dove il soldato Armie Hammer rimane bloccato nel deserto su una mina innescata.

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Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Mine: il trailer italiano del thriller con Armie Hammer

Afghanistan: un soldato sta tornando al campo base dopo una missione, ma inavvertitamente poggia il piede su una mina antiuomo. Non può più muoversi, altrimenti salterà in aria. In attesa di soccorsi per due giorni e due notti, dovrà sopravvivere non solo ai pericoli del deserto ma anche alla terribile pressione psicologica della tutt’altro che semplice situazione.

Questo è l’accattivante concept di Mine, il lungometraggio d’esordio dei registi e sceneggiatori Fabio Guaglione e Fabio Resinaro, conosciuti nell’ambiente anche come Fabio&Fabio.

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