Archivio tag: Fabrice Luchini

La petite: elaborazione di un lutto secondo Guillaume Nicloux

Come reagireste se un domani, di punto in bianco, vi comunicassero per telefono che l’aereo su cui viaggiava vostro figlio è precipitato? Probabilmente, qualcuno piangerebbe disperato, tentando con tutto se stesso di convincersi che non può essere successo davvero, che “finché non si troverà il corpo ci sarà ancora speranza”. Altri, invece, con il cuore colmo d’odio, cercherebbero disperatamente di andare avanti, aggrappandosi all’illusione che, solo una volta fatta giustizia, le proprie vite potranno tornare alla normalità. Infine, ci saranno coloro che, come il nostro protagonista, si troveranno a fare i conti con anni di sbagli, di incomprensioni e di litigi ai quali non potranno più rimediare. Tutto questo è La petite: ultimo lungometraggio targato Guillaume Nicloux, con uno straordinario Fabrice Luchini. Il film arriverà in Italia il 18 gennaio con Movies Inspired.

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Alice e il sindaco, la recensione

A dispetto di quanto si legge un po’ ovunque, Alice e il Sindaco (Alice et le maire) non è una commedia bensì un’opera cinematografica difficilmente ascrivibile ad un genere specifico; ci piace definirlo semplicemente come film politico tout court.

Parafrasando De Gregori, potremmo dire che Alice guarda il sindaco e il sindaco guarda nel sole. Paul Théraneau (un eccellente Fabrice Luchini) è, infatti, il sindaco di  Lione che, dopo tre decenni di politica appassionata, sembra ora a corto di idee e decide di invitare alla sua corte un’insegnante di filosofia: Alice Haimann (Anaïs Demoustier). L’arrivo della giovane intellettuale smuove il politico donandogli nuova linfa ma scardinando gli equilibri del suo staff.

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La Corte, la recensione

Secondo film francese in concorso alla 72^ Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, L’hermine, che in Italia arriva con il titolo La Cortepiace al pubblico del Festival ed è una commedia piccola ma apprezzabile.

Xavier Racine è il Presidente di una Corte d’assise in toga di ermellino (l’hermine significa appunto “l’ermellino”). E’ un uomo insofferente, spesso di cattivo umore, piuttosto odiato in tribunale. Un giorno, si ritrova a dover giudicare le sorti di un uomo accusato dell’omicidio della sua bambina, che ha prima confessato e poi ritrattato. Il caso non è semplice, anche perché l’imputato si rifiuta di rispondere alle domande. Tra i giurati, c’è anche Birgit Lorensen-Coteret, un’affascinante e matura anestetista di origini danesi, che Xavier conobbe anni prima e amò praticamente in segreto. Non l’ha mai dimenticata e, quando se la ritrova di fronte, riprende un corteggiamento maldestro ma agguerrito.

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Gemma Bovery, la recensione

Madame Bovary, celeberrimo romanzo di Flaubert, ha sempre alimentato una ricca fucina di idee, da cui in molti hanno tratto ispirazione e parallelismi (presenti persino in una puntata dei Soprano!). La volubile e capricciosa Emma Bovary è diventata, col tempo, un vero e proprio archetipo: se gli uomini hanno la crisi di mezza età, le donne hanno gli stessi tormenti di questa eroina… poco eroica. Anche nel nuovo film di Anne Fontaine si gioca con questo classico della letteratura francese, cui viene regalata una nuova veste, decisamente vivace ed intrigante.

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