Archivio tag: Fausto Brizzi

Bla Bla Baby, la recensione

A quarantacinque anni, dopo una vita spesa a rincorrere il successo ma con scarsi risultati, Luca lavora come bidello nell’asilo riservato ai dipendenti della prestigiosa azienda hi-tech Green Light. Ogni giorno per Luca è un vero inferno: bambini che non fanno altro che piangere, altri che fanno i capricci, ci sono quelli che spariscono improvvisamente e chi, invece, non farebbe altro che mangiare. Una sera come tante, tornato a casa esausto dal lavoro, Luca si abbuffa di omogeneizzato alla platessa. Un cibo sicuramente innocuo se non fosse che, come scoprirà da un servizio al TG, a causa di una pericolosa contaminazione chimica quei precisi omogeneizzati alla platessa sono stati ritirati dal mercato. Ma per Luca è ormai troppo tardi. Dopo una notte trascorsa tra lancinanti dolori intestinali, l’uomo torna a lavoro e subito scopre di aver sviluppato improbabili poteri: riesce a comunicare perfettamente con i bambini piccoli dell’asilo nido, decifrando alla perfezione ogni loro vagito. Luca capisce presto che la cosa più saggia da fare è utilizzare il suo “superpotere” per conquistare il cuore di una bella mamma di cui è innamorato. Ma siccome da grandi poteri derivano grandi responsabilità, Luca sarà costretto ad entrare in azione – con l’aiuto dei bambini – quando scoprirà che negli uffici aziendali c’è qualcuno che sta pianificando un diabolico piano per far fallire la Green Light.

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Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
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La mia banda suona il pop, la recensione

Tony, Lucky, Micky e Jerry sono i Popcorn… o meglio erano i Popcorn, una band in voga nei primi anni ’80 capace di scalare ogni classifica con la hit Semplicemente complicata, singolo estratto dall’album di grande successo Frantumami di baci. Oggi il quartetto non esiste più, i Popcorn si sono sciolti da oltre 30 anni e ogni singolo membro della band conduce una vita ordinaria, come l’ex ribelle Lucky che è un visibilmente invecchiato ferramenta con moglie “mignotta” che lo cornifica, o da fallito, come il bassista Jerry che si guadagna da vivere facendo l’artista di strada. Poi c’è chi il successo ancora lo brama, come il frontman Tony che si alterna tra squallidi reality show ed esibizioni durante battesimi e matrimoni, e la ex reginetta del gruppo Micky, alcolizzata persa, che conduce un programma di cucina su una tv locale. Ma per i quattro si presenta l’occasione di tornare sul palco a suonare ancora una volta: un concerto, unica data a San Pietroburgo, voluta da un milionario con la fissa per gli anni ’80. A tentare la “missione impossibile” della reunion ci prova Franco, storico manager dei Popcorn… ma il concerto è solo una copertura per un furto milionario!

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Valutazione: 5.5/10 (su un totale di 2 voti)
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DolceRoma, la recensione

Di film che parlano del mondo del cinema ce ne sono a iosa, spesso sono stati grandi maestri a immergersi in tematiche metafilmiche, da Fellini a Tarantino, passando per De Palma, i Coen, Craven e Scorsese… solo per citare alcuni nomi molto noti. Un filone che risulta però sempre di difficile approccio, sia da parte di chi lo sceglie per raccontare una storia, sia di chi ne fruisce, perché si potrebbe inciampare nello spiacevole errore di far film che parlano principalmente agli “addetti ai lavori”. L’ultimo lavoro di Fabio Resinaro, DolceRoma, viaggia proprio su quel territorio di confine che divide l’opera metacinematografica auto-compiaciuta dal cinema di genere spendibile sulle grandi masse di spettatori.

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Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Modalità aereo, la recensione

Diego è un imprenditore di successo: bello, ricco e famoso. Ivano, che per vivere pulisce i bagni dell’aeroporto, è il suo esatto contrario: non è bello, fatica ad arrivare alla fine del mese e vive nell’anonimato più totale. Un giorno Diego, prima di imbarcarsi in un volo d’affari per Sydney, incontra nei bagni dell’aeroporto proprio Ivano e tra i due è subito antipatia reciproca. Quando Ivano trova nel bagno lo smartphone di Diego, dimenticato accidentalmente sul lavandino, la vita dei due cambia drasticamente. Diego sprofonda immediatamente nel panico dal momento che tutta la sua vita – pubblica e privata – è contenuta nel suo telefono mentre per Ivano si presenta la ghiotta possibilità di realizzare l’irrealizzabile grazie agli enormi benefici contenuti in quel piccolo telefono cellulare.

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Tornano i Tucci in alta definizione: Poveri ma ricchissimi in blu-ray disc

Ha fatto parlare di se molto, moltissimo. Sia per essere l’atteso seguito di un film campione d’incassi e sia per le “cattive lingue” che hanno avvolto il regista a poche settimane dal rilascio nelle sale. Poi il film è uscito, l’incasso è stato soddisfacente e tutto sembra essere tornato nella più quieta tranquillità. Il film di cui vi parliamo è Poveri ma ricchissimi, secondo capitolo dedicato alla pittoresca e surreale famiglia di Torresecca. Il film è da poco disponibile sul mercato home video grazie a Warner Home Entertainment.

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Poveri ma ricchissimi di Fausto Brizzi, la recensione

Dopo il successo (in)aspettato dello scorso anno, che ha portato Poveri ma ricchi ad essere eletto come miglior cine-panettone 2016, torna a tutta carica la famiglia Tucci. Ancora una volta l’intera combriccola familiare si renderà protagonista di grottesche dis-avventure pronte a raccontare, in modo pittoresco e surreale, l’Italia di oggi così come potrebbe essere nel 2017 la vita di un simpatico manipolo di “poracci coi soldi”.

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Poveri ma ricchi, la recensione

I Tucci sono una famiglia povera che vive a Torresecca, un paesino del Lazio vicino Zagarolo. In famiglia c’è Danilo, amante dei supplì e impiegato in un piccolo caseificio, e sua moglie Loredana, casalinga maniaca del pulito. Ci sono anche i loro due figli Tamara, adolescente vanitosa schiava di Twitter, e il piccolo Kevi (rigorosamente senza la “n” finale), intelligentissimo ma costretto ad abbassare il proprio quoziente intellettivo per adeguarsi all’ambiente familiare. Ma quella dei Tucci è una vera famiglia allargata poiché con loro vive anche lo zio Marcello, botanico nullafacente, e nonna Nicoletta che trascorre le giornate guardando serie televisive. Un giorno come tanti accade qualcosa di totalmente inaspettato: i Tucci vincono cento milioni di euro alla lotteria. Euforici per l’accaduto, decidono subito di non far sapere nulla a conoscenti ed amici ma quando la notizia dilaga in paese c’è solo una cosa da fare: scappare da Torresecca e trasferirsi a Milano, città dei ricchi. Ma la nobiltà milanese è ben diversa da quella che i Tucci immaginavano e adeguarsi alla nuova vita è davvero impegnativo.

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Forever Young, recensione della nuova commedia di Fausto Brizzi in DVD

“Dentro ogni persona anziana, c’è una persona più giovane che si chiede cosa sia successo”.

Con questo simpatico aforisma dello scrittore di romanzi fantasy Terry Pratchett, Fausto Brizzi apre la sua ultima opera: Forever Young, una commedia brillante corale che parla ai giovani e a tutti i convinti che per crescere ci sia sempre tempo. Situazioni comiche, tragicomiche ed agrodolci in quest’ultimo film dal regista di Notte prima degli esami e Maschi contro femmine, disponibile da questo mese in DVD grazie a Warner Bros.

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Vacanze ai Caraibi, la recensione

Quest’anno la guerra dei Cinepanettoni si è fatta più subdola che mai!

Già lo scorso Natale il gioco che coinvolge il cinema comico italiano da oltre trent’anni si era complicato più che in passato, dal momento che il licenziamento del regista Neri Parenti da parte di Filmauro aveva creato un’Idra Bifronte che da una parte aveva il cinepanettone De Laurentiis tradizionale con il film di Volfango De Biasi Un Natale Stupefacente, con Lillo e Greg, dall’altra il film episodico e corale di Neri Parenti, Ma tu di che segno 6?, con il rispolvero di Massimo Boldi. Il 2015, però, al ritorno di Lillo e Greg con Filamuro (Natale col Boss) si contrappone un Neri Parenti agguerritissimo che riprende le redini del film vacanziero natalizio old style, quello dei tempi d’oro del cinepanettone. Con Vacanze ai Caraibi, infatti, si torna a quella formula precedente allo stravolgimento degli ultimi tre anni, quando si è abbandonato il filone del Natale a… e si è passati all’episodico decontestualizzato.

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La Solita Commedia – Inferno, la recensione

Quando nel 2009 esordirono sul piccolo schermo di MTV con la sketch comedy di chiara ispirazione britannica I soliti idioti, sapevamo che non ci saremmo tolti di torno tanto facilmente gli autori e interpreti Francesco Mandelli e Fabrizio Biggio. E infatti, tempo due anni, e quel volpone di Petro Valsecchi li contrattualizza per un film su I soliti idioti che, inaspettatamente, incassa 10 milioni e mezzo di euro pur non uscendo in un periodo di “garanzia”. Il film era terribile, un insieme mal cucito di sketch riciclati dalla tv con un’esasperazione della volgarità dettata dal pretesto di voler far satira sull’italiano medio, quindi volgare. Tempo un anno e spunta il sequel, I 2 soliti idioti, leggermente superiore perché narrativamente più compatto, ma fatto della stessa pasta del precedente. Il film esce a Natale (quindi periodo di garanzia massima) e presenta un budget ben più consistente, ma si comporta peggio al botteghino, non arrivando neanche a 9 milioni d’incasso totali.

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