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La forma dell’acqua – The Shape of Water, la recensione

Presentato in concorso alla 74esima edizione della Mostra dell’Arte Cinematografica di Venezia, The Shape of Water – La forma dell’acqua del regista Guillermo Del Toro ha conquistato il cuore del Festival.

Elisa (Sally Hawkins) lavora come addetta alle pulizie in una sede della NASA nei primi anni Sessanta. Orfana e muta fin da bambina, presumibilmente a causa di un trauma subito che non ricorda (ma che l’ha lasciata con tre misteriose cicatrici sul collo), vive una vita semplice ma felice in un piccolo appartamento sopra una vecchia sala cinematografica. Ama ballare, cucinare uova sode e ha due grandi amici, il vicino di casa Giles (Richard Jenkins), artista pubblicitario in declino a causa dell´avanzare della tecnologia fotografica, e la collega di lavoro Zelda (Octavia Spencer), donna energica ed esuberante. 

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Valutazione: 10.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Una famiglia, la recensione

Quello del commercio dell’utero e di piccolissime vite umane è un tema scottante e sempre più d’attualità, come dimostrano i tanti casi di cronaca che si leggono e sentono su giornali e televisioni. Un’autentica piaga sociale che non poteva lasciare indifferente il mondo del cinema e un festival impegnato come la Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia che annovera tra i film in concorso Una famiglia di Sebastiano Riso che racconta con grande realismo ed efficacia una storia piena di immagini forti, metafore e grande sofferenza.

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Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Piuma, la recensione

Che cosa è esattamente un film da concorso?

Passeggiando per il lido, tutti (o quasi) sembrano avere la risposta pronta quando affermano: “Piuma non è certamente un film degno del concorso”. Il film, diretto da Roan Johnson e secondo titolo italiano presentato in concorso alla 73^ Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, è stato accolto con applausi e qualche fischio dalla critica; si ha l’impressione che analizzare un film in concorso a Venezia voglia dire dimenticarsi cosa significa godere della pellicola al di là di distinzioni, categorie e generi di ogni tipo. Ci si dovrebbe domandare in primis: Piuma è un’ottima commedia?

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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Questi giorni, la recensione

Prendete una forte nostalgia anni ‘90, aggiungete Guy de Maupassant e condite con quell’autorialità un po’ pretestuosa che riesce sempre così bene ai registi italiani ed otterrete Questi giorni, ultimo film di Giuseppe Piccioni presentato in concorso a Venezia 73.

Quattro storie e quattro ragazze unite da un forte legame di amicizia grazie al quale affrontano le scelte e i problemi di ogni giorno. Quando una di loro decide di trasferirsi a Belgrado, le altre colgono l’occasione per accompagnarla per godersi un ultimo viaggio insieme.

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Valutazione: 4.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Venezia 73: Les beaux jours d’aranjuez

Wim Wenders e Peter Handke si risiedono a tavolino dopo ventinove anni (Il cielo sopra Berlino, 1987) per adattare la celebre pièce del drammaturgo austriaco a un film 3D dal carattere fortemente esistenzialista.

A cosa serve utilizzare la tecnica del 3D per produrre una pellicola interamente ambientata nel giardino di una villa nell’ile-de-France? Se ve lo state chiedendo, vuol dire che il cinema di Wim Wenders non fa per voi.

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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Venezia 72. Rabin, the last day

Standing Ovation in sala per Amos Gitai, veterano della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, perennemente sconfitto, ma stavolta per lui potrebbe essere quella buona.

Rabin, The Last Day è un’esplosione di energia che colpisce lo spettatore fin dall’inizio del film, spingendolo a volerlo applaudire praticamente ad ogni scena. Un film difficile, ma che spinge lo spettatore a tenere gli occhi sempre puntati sullo schermo, nonostante i 153 minuti di durata.

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Valutazione: 8.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Maps to the Stars, la recensione

Los Angeles, presente.
La giovane Agatha (Mia Wasikowska) dorme accucciata sul sedile di un pullman in viaggio verso la città degli angeli. È ricoperta da una grossa felpa nera su cui è scritto “I Was a Bad Babysitter Too”, indumento consegnato ai partecipanti della troupe del film campione di incassi Babysitter. Il sequel del cult sta per essere girato di lì a pochi giorni nella grande Hollywood, riportando in auge, dopo un’estate all’insegna degli eccessi, la giovane star Benjie Weiss (Evan Bird), figlio del famoso guru Stafford Weiss e della talent manager Christina (Olivia Williams).

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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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