Archivio tag: Jean Dujardin

Delta e November – I cinque giorni dopo il Bataclan: disponibili in DVD due thriller europei tra storie di vendetta e attentati terroristici

Nelle scorse settimane CG Entertainment, in collaborazione con Adler Entertainment, ha arricchito il proprio listino home video con due thriller europei di recentissima produzione: Delta e November – I cinque giorni dopo il Bataclan. Il primo è un film tutto italiano, passato ingiustamente inosservato al botteghino, un’intrigante storia di vendetta ambientata sul delta del Po e che vede protagonisti i fantastici Luigi Lo Cascio (in un ruolo, per lui, assolutamente inedito) e Alessandro Borghi. Il secondo titolo, invece, diretto dallo stimato Cédric Jimenez, è una co-produzione tra Belgio e Francia volta a raccontare gli attentati terroristici che hanno sconvolto Parigi il 13 novembre 2015. Entrambi i titoli, purtroppo, arrivano sul mercato home video solamente in edizione DVD. Inutile dire che avrebbero senz’altro meritato l’alta definizione.

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November – I cinque giorni dopo il Bataclan, la recensione

Il 13 novembre 2015 si è consumato un evento tragico per Parigi, anzi per il mondo intero: una serie di attacchi terroristici di matrice islamica hanno messo a ferro e fuoco la capitale francese e Saint-Denis, culminando nella strage del Bataclan, dove sono rimaste uccise 90 persone. Una pagina nerissima della recente cronaca francese che è al centro del film di Cédric Jimenz November – I cinque giorni dopo il Bataclan che, come puntualizza prontamente il sottotitolo italiano, si concentra sui giorni immediatamente successivi agli attentati seguendo con rigore filologico le indagini dei corpi speciali della polizia francese.

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Valutazione: 5.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Agente speciale 117 al servizio della Repubblica – Allarme rosso in Africa nera, la recensione

Agente speciale 117 al servizio della Repubblica – Allarme rosso in Africa nera è il terzo film della fortunata saga francese spy-comedy dedicata al personaggio creato da Jean Bruce, che dopo Agente speciale 117 al servizio della Repubblica – Missione Cairo e Agente speciale 117 al servizio della Repubblica – Missione Rio, cambia regia e passa da Michel Hazanavicius a Nicolas Bedos.

Il film si apre su Hubert (Jean Dujardin) catturato e tenuto prigioniero in Afghanistan nel 1981 che, dopo essere stato liberato in cambio di armi, fa ritorno in Francia ed è costretto a confrontarsi con la modernità e l’avvento delle prime tecnologie.

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Valutazione: 5.5/10 (su un totale di 2 voti)
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L’ufficiale e la spia – J’accuse, la recensione

j'accuse

L’ignoranza, che grande risorsa. Una persona ben informata sull’affaire Dreyfus difficilmente vivrà questo thriller spionistico con il medesimo trasporto di chi ne ignora i rivolgimenti e le sentenze. Allo stesso modo conviene ignorare le polemiche che hanno circondato Roman Polanski (l’uomo, non il regista) durante la 76^ Mostra del Cinema di Venezia. Ciò che non può essere ignorata è la qualità di questo film.

Un soldato viene degradato dinanzi ai commilitoni: decorazioni strappate, sciabola spezzata. Il popolo vocia aldilà di una cancellata. Il soldato si sforza di mantenere un contegno dignitoso, ma i baffi fremono. Mentre si allontana con passo marziale dichiara a gran voce la propria innocenza. La gente non gli crede. Neanche i commilitoni sono dalla sua parte. Per tutti Alfred Dreyfus (Louis Garrel) è colpevole di tradimento.

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Valutazione: 8.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Un amore all’altezza, la recensione

Ricordate il classico Disney La spada nella roccia? C’è un momento in cui Mago Merlino confessa a Semola: “Questa faccenda dell’amore è una cosa potentissima”. Una citazione che sembra un buon punto di partenza per analizzare Un amore all’altezza, commedia firmata da Laurent Tirard da oggi nelle nostre sale.

Come il titolo non manca di suggerire, c’è proprio il sentimento più complesso e forte del mondo al centro dell’intreccio e le riflessioni che questo va a sollevare sono meno superficiali di quanto non si penserebbe.

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Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Monuments Men, la recensione

Il Premio Oscar George Clooney porta sul grande schermo la sua quinta fatica da regista, Monuments Men, tratto dal best seller Monuments Men. Eroi alleati, ladri nazisti e la più grande caccia al tesoro della storia di Robert M. Edsel, e interpretato, oltre che dallo stesso Clooney, da un cast stellare: i Premi Oscar Cate Blanchette, Jean Dujardin e Matt Damon e i mitici Bob Balaban, John Goodman e Bill Murray.

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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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The Wolf of Wall Street, recensione

Sfrenato, scatenato e sfrontato sono solo alcuni degli aggettivi adatti a descrivere l’ultima fatica di Martin Scorsese che, dopo l’inedita parentesi di Hugo Cabret, torna sui nostri schermi con l’eccentrica dark comedy The Wolf of Wall Street. Scorsese, attraverso la vicenda esemplare e autentica di Jordan Belfort (il film è tratto proprio dall’autobiografia di quest’ultimo) mostra senza censure né inibizioni i (molti) vizi e le (inesistenti) virtù del mondo dell’alta finanza, popolato da demagoghi avidi e dalla favella suadente, abili venditori di fumo interessati non solo a far soldi, ma a farne tanti il più in fretta possibile.

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Valutazione: 9.0/10 (su un totale di 1 voto)
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The Wolf of Wall Street : una colorita clip con Leonardo DiCaprio e Margot Robbie

The Wolf of Wall Street ha debuttato il 25 dicembre negli Stati Uniti – incassando, fino a oggi, quasi 50 milioni di dollari – ed è già al centro di accese polemiche anche a causa del singolare record battuto dal film di Martin Scorsese : quello del maggior numero di F-bombs (banalmente, la parolaccia fuck) nei dialoghi. Complessivamente, in tre ore di film, l’imprecazione incriminata viene ripetuta ben 506 volte, spodestando Summer of Sam di Spike Lee, in cui veniva pronunciata “solo” 435 volte.
La nuova clip di The Wolf of Wall Street, diffusa dalla Paramount e incentrata su un colorito diverbio tra Leonardo DiCaprio (Inception; Il Grande Gatsby) e Margot Robbie (Questione di Tempo), fornisce un efficace saggio del linguaggio tutt’altro che forbito che caratterizza la pellicola.

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