Archivio tag: jean renò

L’ultimo giorno sulla Terra, la recensione

Dopo Don’t Look Up nessuno guarderà con gli stessi occhi un film sul destino apocalittico del nostro pianeta, a maggior ragione se la causa è un corpo celeste in rotta di collisione con la Terra. L’ultimo giorno sulla Terra appartiene proprio a questo genere e anche questo film, che rappresenta l’esordio alla regia di un lungometraggio del francese Romain Quirot, ha ben poco del classico cinema catastrofico anche se vira nell’allegoria esistenziale là dove Adam McKay aveva intrapreso la strada della satira sociale.

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Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
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I fiumi di porpora: il thriller cult con Reno e Cassel in blu-ray limited edition Midnight Factory

C’era un periodo a cavallo tra secondo e terzo millennio in cui l’industria cinematografica francese ha dato il meglio di sé sul cinema di genere, strizzando spesso l’occhio al panorama a stelle e strisce. Parliamo di quel cinema a cui ha fatto da apripista Luc Besson e la sua EuropaCorp, ancora oggi molto attiva e perfettamente integrata nel sistema produttivo internazionale. Siamo proprio nel 2000 e in questo contesto arrivava nei cinema I fiumi di porpora, un thriller diretto dall’enfant prodige Mathieu Kassovitz che nel 1995 si era fatto conoscere con L’odio, vincendo un premio a Cannes.  

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Promises, la recensione

Promises, l’unica promessa è la noia.

Nel nuovo film di Amanda Sthers, Sandro (Pierfrancesco Favino) è un commerciante di libri che, dopo un’infanzia difficile a causa della prematura morte del padre, si trova a fare i conti con la complicata relazione tra amore e tempo.

Nonostante sia sposato con Bianca e abbia con lei una figlia, una sera ad una festa conosce Laura (Kelly Reilly) e ne rimane irrimediabilmente affascinato. È un colpo di fulmine. Ma lei, nonostante ricambi l’attrazione per Sandro, si deve sposare il mese seguente. Così i due negli anni intrecciano un rapporto fatto di distanze e amore.

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Valutazione: 4.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Jean Reno di nuovo nei panni del sicario: Cold Blood – Senza pace disponibile in blu-ray

A settant’anni suonati, Jean Reno torna a vestire i panni di un sicario solitario strizzando inevitabilmente l’occhio a quello che ad oggi è ancora il suo ruolo più fortunato: Leon. Ma in cabina di regia, questa volta, non c’è il talentuoso Luc Besson bensì l’esordiente regista francese (anche sceneggiatore) Frédéric Petitjean che imbastisce un thriller confuso ma non privo di qualche buona idea. Cold Blood – Senza pace arriva sul mercato italiano direttamente in home video – dopo aver fatto qualche passaggio tv su Sky – sotto il marchio distributivo Koch Media.

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La ragazza nella nebbia, la recensione

Finalmente, verrebbe da dire. Finalmente anche in Italia si produce un thriller per cinema che è Cinema, appunto, e non una mera riproposizione di ritmi, volti ed estetica televisiva. La ragazza nella nebbia è quel film che mancava nella produzione nostrana odierna e che potrebbe rilanciare un intero filone, vista la validità complessiva dell’opera e quel sapore commerciale indispensabile per creare il giusto appeal con il pubblico.

Artefice di questo bel giallo dal sapore europeo è Donato Carrisi, anche autore dell’omonimo romanzo di cui La ragazza nella nebbia è trasposizione nonché della sceneggiatura, un esordiente dietro la macchina da presa che nel mondo dell’entertaiment italiano aveva prestato il suo talento per le sceneggiature dei televisivi Nassiryia e La narcotici – Caccia al Re.

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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Abel – Il figlio del vento, la recensione

Raccontare una favola può essere solo in apparenza un’operazione facile, una formalità da espletare quando si è genitori o si ha a che a fare con bambini piccoli. Nulla di così sbagliato. La favola, al contrario, è una forma di narrazione tanto piacevole e solleticante quanto complessa poiché portatrice di sentimenti e valori veri quali l’amicizia, la lealtà, il non smettere mai di sognare e tanti altri. Un po’ quello che rappresenta anche Abel – Il figlio del vento della strana coppia Gerardo Olivares e Otmar Penk, rispettivamente spagnolo e austriaco, che propongono una favola che sfrutta un canovaccio ben consolidato, come il rapporto tra un bambino e un animale, per raccontare una storia che esalta l’amore a tutto tondo, quello fraterno o tra padre e figlio, inteso dunque nella sua totalità. Il risultato è nel complesso più che soddisfacente perché la pellicola, pur tra tanti difetti che riguardano l’aspetto narrativo, riesce comunque a colpire nel segno e regalare emozioni forti e dolci grazie ad un comparto visivo strabiliante e curato in ogni dettaglio.

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Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Hector and the Search for Happiness : primo trailer del film con Simon Pegg

L’esilarante Simon Pegg, dopo aver concluso con l’amico e collega Nick Frost la cosiddetta Trilogia del cornetto, torna sugli schermi da protagonista con la commedia Hector and the Search for Happiness, del quale oggi vi presentiamo un primo trailer (disponibile subito dopo l’articolo).

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Stansfield (Léon)

NORMAN STANSFIELD

Il detective Norman Stansfield è, a prima vista, nel suo impeccabile completo beige, un uomo elegante e curato. È, inoltre, un tipo brillante; la sua passione quasi sacrale per la musica classica lascerebbe supporre che abbia una buona sensibilità artistica e sia, tutt’al più, un po’ eccentrico.

Tuttavia, dietro le apparenze si nasconde un vero e proprio maniaco omicida: un individuo corrotto, psicologicamente instabile e senza scrupoli. Stansfield, infatti, gestisce attraverso i suoi scagnozzi un traffico di sostanze stupefacenti e fa uso, a sua volta, di queste ultime.

Ha continui e violenti sbalzi di umore, soprattutto quando prende le sue strane pasticche (in genere un attimo prima di far fuori qualcuno), che gli causano inquietanti spasmi e l’allucinazione di ascoltare le note composte da Beethoween o Brahms.

Ogni cosa in lui è agghiacciante: la sua calma apparente, il modo in cui scrocchia i muscoli del collo, il suo sorriso. Il suo temperamento nervoso, ai limiti della bipolarità, lo fa apparire costantemente sul punto di esplodere in un accesso d’ira furibonda, circostanza che si verifica non di rado, e fa sì che ogni suo interlocutore si senta tremendamente in soggezione, se non terrorizzato.