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NORMAN BATES (PSYCO)

NORMAN BATES

Norman è il mite proprietario del desolato Bates Motel, edificio sormontato dalla sinistra dimora di famiglia situata in cima a una collina.
Il giovane, timido e solitario, si occupa prevalentemente della gestione della pensione e dell’anziana madre Norma, donna bigotta e possessiva.
Il suo unico, singolare hobby è impagliare volatili. Soprattutto corvi.

Al Bates Motel capita per caso, in una notte di pioggia, la prorompente Marion Crane, avvenente ladra in fuga. Norman la accoglie con gentilezza, le affitta la stanza numero 1 e si offre di prepararle la cena. La ragazza, tuttavia, si accorge subito, pur senza mai incontrarla, di quanto poco la bisbetica signora Bates apprezzi la sua presenza; madre e figlio, infatti, hanno una furibonda discussione in proposito che Marion non può fare a meno di ascoltare.
I due giovani cenano comunque insieme in salotto. Dalla loro chiacchierata emergono la profonda fragilità e solitudine di Norman, patologicamente legato alla burbera madre invalida che non osa abbandonare, nonostante la scortesia con la quale lei lo tratta abitualmente.

Stansfield (Léon)

NORMAN STANSFIELD

Il detective Norman Stansfield è, a prima vista, nel suo impeccabile completo beige, un uomo elegante e curato. È, inoltre, un tipo brillante; la sua passione quasi sacrale per la musica classica lascerebbe supporre che abbia una buona sensibilità artistica e sia, tutt’al più, un po’ eccentrico.

Tuttavia, dietro le apparenze si nasconde un vero e proprio maniaco omicida: un individuo corrotto, psicologicamente instabile e senza scrupoli. Stansfield, infatti, gestisce attraverso i suoi scagnozzi un traffico di sostanze stupefacenti e fa uso, a sua volta, di queste ultime.

Ha continui e violenti sbalzi di umore, soprattutto quando prende le sue strane pasticche (in genere un attimo prima di far fuori qualcuno), che gli causano inquietanti spasmi e l’allucinazione di ascoltare le note composte da Beethoween o Brahms.

Ogni cosa in lui è agghiacciante: la sua calma apparente, il modo in cui scrocchia i muscoli del collo, il suo sorriso. Il suo temperamento nervoso, ai limiti della bipolarità, lo fa apparire costantemente sul punto di esplodere in un accesso d’ira furibonda, circostanza che si verifica non di rado, e fa sì che ogni suo interlocutore si senta tremendamente in soggezione, se non terrorizzato.