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1917: il capolavoro bellico di Sam Mendes arriva in blu-ray disc

La Grande Guerra è spesso una seconda scelta per il cinema, sovente affascinato dall’ineluttabile scissione Bene/Male a cui si è sempre prestata la Seconda Guerra Mondiale. Invece i fatti del 1914-18 sono cinematograficamente meno attraenti, scarsamente propensi alla spettacolarizzazione, adagiati sull’attesa, sulla staticità delle trincee, sulla scarsa mobilità degli eserciti legati a un’ottica di difesa invece che di attacco. Questo è solo uno dei motivi per cui Sam Mendes ha fondamentalmente intrapreso una sfida realizzando 1917: non la Seconda Guerra Mondiale, non il Vietnam, neanche il più vicino conflitto in Medio Oriente (tra l’altro già affrontato dal regista nel sottovalutato Jarhead), ma la Prima Guerra Mondiale. Per di più vissuta (quasi) in tempo reale, con un unico gigantesco (ma finto) piano sequenza. Vincitore di tre premi Oscar (e forse ne avrebbe meritato anche qualcuno in più) e due Golden Globe (al miglior film e miglior regista), 1917 arriva adesso in blu-ray disc (in un’edizione combo che contiene DVD + blu-ray) grazie ai canali distributivi di Eagle Pictures.

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Shazam! il supereroe più divertente del DCEU arriva finalmente in blu-ray disc

Nato sulle pagine di Whiz Comics dell’editore Fawcett Comics nel 1939 con il nome di Captain Marvel e poi rilanciato da DC Comics alcuni anni dopo, perdendo il nome acquisito da Marvel Comics e guadagnando quello con cui oggi lo conosciamo, Shazam è senza ombra di dubbio un supereroe archetipico, di quelli capaci di plasmare un’intera generazione e creare trend. Eppure oggi Shazam lo conoscono in pochi, schiacciato dalla popolarità di altri supereroi che hanno saputo rinnovarsi, adattarsi a l’espirit du temps e definire un immaginario superoistico saldamente replicabile su più media. Ma l’imperterrito DCEU – DC Extended Universe – costantemente alla ricerca di una propria identità, decide di credere nell’eroe-bambino e portarlo al cinema. Uscito nelle sale lo scorso aprile, Shazam! arriva adesso in home video per mano di Warner Bros Entertainment.

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Rapina a Stoccolma, la recensione

Nell’estate del 1973, nella Sveriges Kreditbank di Stoccolma si verificò un caso eclatante: Jan-Erik Olsson entrò armato in banca, non era interessato ai soldi ma alla liberazione dell’amico Clark Olofsson, detenuto in un carcere locale. Jan-Erik, raggiunto da Clark, prese in ostaggio quattro persone per ben sei giorni, poiché il governo svedese impediva al rapinatore di lasciare la banca con gli ostaggi. Una notizia che fece il giro del mondo per il paradossale impasse in cui si era arenata e sulla quale fece chiarezza, un anno dopo,  un articolo del New Yorker scritto da Daniel Lang e intitolato The Bank Drama, da cui emerse un dato che ha dell’incredibile: gli ostaggi, in particolare Patty Hearst, entrarono talmente in empatia con i rapitori da collaborare con loro volontariamente per il raggiungimento dello scopo, che a quel punto era diventato un affare comune contro l’ottusità del sistema di governo e della polizia. Questo particolare episodio ha dato vita a quel fenomeno che oggi conosciamo come Sindrome di Stoccolma, una situazione in cui gli ostaggi finiscono per legarsi ai loro sequestratori mettendosi anche contro le autorità.

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Shazam!, la recensione

Nato sulle pagine di Whiz Comics dell’editore Fawcett Comics nel 1939 con il nome di Captain Marvel e poi rilanciato da DC Comics alcuni anni dopo, perdendo il nome acquisito da Marvel Comics e guadagnando quello con cui oggi lo conosciamo, Shazam è senza ombra di dubbio un supereroe archetipico, di quelli capaci di plasmare un’intera generazione e creare trend. Eppure oggi Shazam lo conoscono in pochi, schiacciato dalla popolarità di altri supereroi che hanno saputo rinnovarsi, adattarsi a l’espirit du temps, definire un immaginario superoistico saldamente replicabile su più media. Ma l’imperterrito DCEU – DC Extended Universe – costantemente alla ricerca di una propria identità, decide di credere nell’eroe-bambino e porta al cinema, grazie a Warner Bros, l’adattamento riveduto e corretto di Shazam, perfettamente in linea con la nuova visione ironica e per famiglie dell’Universo Cinematografico DC Comics.

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Grimsby – Attenti a quell’altro, la recensione

Esploso agli inizi del 2000 grazie al programma televisivo Da Ali G Show, Sacha Baron Cohen si è imposto in questi anni come uno dei numi della risata scorretta, grazie a personaggi sgradevoli e volutamente stupidi che sono stati prontamente portati sul grande schermo con film di successo. Dall’aspirante rapper Ali G al modello gay Brüno, passando obbligatoriamente per il giornalista kazako Borat, Baron Cohen ha piazzato dentro anche qualche personaggio originale come l’ammiraglio-generale Aladeen, protagonista del geniale Il Dittatore (2012). Nasce allo stesso modo anche Nobby, l’hooligan con la passione per le donne sovrappeso protagonista di Grimsby – Attenti a quell’altro, lungometraggio che Baron Cohen non solo interpreta, ma scrive e produce.

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Kingsman – Secret Service, la recensione

Che il cinema d’azione spionistico sia andato incontro, negli ultimi anni, a una vera e propria rivoluzione è sotto gli occhi di tutti, basti guardare gli ultimi film della saga “spy” per eccellenza 007, rebootata con Casinò Royale nel 2006 e adeguata ai gusti dello spettatore moderno. Linea, del resto, intrapresa già da produzioni precedenti come Mission: Impossible e la saga di Jason Bourne e che non è stata esente di parodie (o quasi) con i due Johnny English e Agente Smart: Casino Totale. In questo pantheon di agenti speciali e missioni segretissime, si va a inserire in maniera collaterale Kingsman – Secret Service, l’ultima fatica di quel geniaccio di Matthew Vaughn, tratta da una miniserie a fumetti di Mark Millar e Dave Gibbons e debitrice a tutto questo immaginario spionistico che ha alimentato tanto cinema e letteratura del 900.

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The Imitation Game, la recensione

Quando il cinema decide di raccontare vite straordinarie ha bisogno di attori straordinari a reggere il gioco, altrimenti quel personaggio sullo schermo può anche fare le cose più incredibili che lo spettatore possa immaginare senza però creare il minimo trasporto emotivo. Il buon cinema conosce bene questa lezione ed è per questo che difficilmente vedremo Channing Tatum nel ruolo di Albert Einstein, ma accogliamo con scrosciante applauso Benedict Cumberbatch in quello di Alan Turing.

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