Archivio tag: matilde gioli

Runner, la recensione

Capita, ormai da qualche anno, che il cinema italiano ha (ri)scoperto il genere e capita che, come accadeva un tempo, la fonte d’ispirazione è il cinema mainstream americano. Questo è lodevole perché si crea varietà, si consente al pubblico la scelta e si dà vita a un prodotto che si vende con più facilità all’estero tenendo vivo il mercato. Ma esattamente come accadeva un tempo, soprattutto con certe opere anni ’80, quel cinema italiano di genere che guardava Oltreoceano aveva quell’aria un po’ troppo cheap, un cinema che poi nel tempo è stato ampiamente rivalutato dal sottobosco di appassionati, ma lì per lì era appunto rappresentato da prodottini senza ambizioni artistiche che servivano a far cassa.

Ora il caso di Runner, scritto e diretto da Nicola Barnaba (le commedie Una cella in due, Ciao Brother e l’horror Safrom), un po’ ricorda quelle operazioni tardo ottantiane che strizzano l’occhio al cinema americano per rifarne una versione dignitosamente discount. E la dedica – a fine film – a John McClane ci dice ironicamente anche in che direzione va cercato il modello di ispirazione.

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Bla Bla Baby, la recensione

A quarantacinque anni, dopo una vita spesa a rincorrere il successo ma con scarsi risultati, Luca lavora come bidello nell’asilo riservato ai dipendenti della prestigiosa azienda hi-tech Green Light. Ogni giorno per Luca è un vero inferno: bambini che non fanno altro che piangere, altri che fanno i capricci, ci sono quelli che spariscono improvvisamente e chi, invece, non farebbe altro che mangiare. Una sera come tante, tornato a casa esausto dal lavoro, Luca si abbuffa di omogeneizzato alla platessa. Un cibo sicuramente innocuo se non fosse che, come scoprirà da un servizio al TG, a causa di una pericolosa contaminazione chimica quei precisi omogeneizzati alla platessa sono stati ritirati dal mercato. Ma per Luca è ormai troppo tardi. Dopo una notte trascorsa tra lancinanti dolori intestinali, l’uomo torna a lavoro e subito scopre di aver sviluppato improbabili poteri: riesce a comunicare perfettamente con i bambini piccoli dell’asilo nido, decifrando alla perfezione ogni loro vagito. Luca capisce presto che la cosa più saggia da fare è utilizzare il suo “superpotere” per conquistare il cuore di una bella mamma di cui è innamorato. Ma siccome da grandi poteri derivano grandi responsabilità, Luca sarà costretto ad entrare in azione – con l’aiuto dei bambini – quando scoprirà che negli uffici aziendali c’è qualcuno che sta pianificando un diabolico piano per far fallire la Green Light.

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4 metà, la recensione

E se una coppia di amici improvvisasse una cena per far conoscere tra loro quattro persone single, seguendo la teoria che per ogni essere umano esiste la propria anima gemella? È quel che accade in 4 metà, il nono lungometraggio diretto da Alessio Maria Federici (Fratelli unici, Terapia di coppia per amanti, Uno di famiglia), disponibile sul catalogo Netflix dal 5 gennaio, e che vede come protagonisti: Matilde Gioli, Matteo Martari, Giuseppe Maggio e Ilenia Pastorelli.

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Gli uomini d’oro, la recensione

Gli uomini d'oro

Non lasciatevi ingannare dai volti di Fabio De Luigi, Edoardo Leo e Giampaolo Morelli che campeggiano sul manifesto. Non interpretate malamente l’ambiguo trailer dai toni fin troppo brillanti. Gli uomini d’oro non è la solita commedia all’italiana… anzi, Gli uomini d’oro non è una commedia!

Il secondo film da regista del talentuoso Vincenzo Alfieri, dopo il divertente ma ancora acerbo I Peggiori, è un heist-movie ambizioso, dal sapore internazionale e dai toni progressivamente drammatici; un tipo di film che di rado vediamo tra le produzioni italiane, coraggiosissimo per certi aspetti e del tutto incosciente per altri.

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Moschettieri del Re – La penultima missione, la recensione

Nella Francia del 1600, la Regina Anna teme che il viscido e perfido Cardinale Mazzarino stia tramando contro la Corona e il proprio Paese. Per garantire la libertà ai perseguitati Ugonotti e aver salva la vita del giovanissimo Luigi XIV, la Regina decide di riunire un’ultima volta i quattro Moschettieri per affidare loro quest’ultima – anzi penultima, stando al titolo – missione. Ma i tempi non sono più quelli di una volta e i quattro Moschettieri del Re sono drasticamente invecchiati. Adesso D’Artagnan è un allevatore di maiali con il ginocchio fragile, Athos è affetto da sifilide e costantemente in lite con le sue due mogli, Aramis per sfuggire ai debiti si è riscoperto abate e Porthos, a causa di problemi con l’alcool, ha la memoria fortemente annebbiata. Nonostante lo scetticismo di partenza, fatta eccezione per il sempre esuberante D’Artagnan, i quattro decidono di accettare l’incarico e difendere ancora una volta il Regno.

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Blue Kids, la recensione

Non è I pugni in tasca ma il film di Andrea Tagliaferri non è del tutto ignaro della lezione bellocchiana né tantomeno di un certo cinema italiano indipendente prodotto negli ultimi anni.

Prodotto dal regista di Dogman Matteo Garrone, Blue Kids si avvale di due interpreti già noti al pubblico italiano, Fabrizio Falco e Matilde Gioli, e della nuova promessa Agnese Claisse.

Al centro il rapporto tra due fratelli in fuga da una colpa comune. L’incontro con una ragazza senza identità li metterà di fronte ad una situazione senza via d’uscita.

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Sono arrivati in DVD Orecchie, Easy – Un viaggio facile facile e 2Night

Ci siamo più volte detti, anche su queste pagine, che la commedia italiana è in crisi. Eppure, anche in questo caso vale il saggio proverbio che non bisogna fare di tutta l’erba un fascio perché, stringi-stringi, ad essere afflitta da una spaventosa moria di idee e assenza di buon gusto sembra essere solamente la commedia mainstream. Quella affidata ai grandi nomi, per la precisione. Una tesi che può essere confermata anche grazie ad alcune recenti uscite in DVD di CG Entertainment che edita tre piccolissimi film, per lo più ignorati dalla grande massa, ma ricchi di idee ed inventiva. Tre approcci (molto) differenti alla commedia, da quella votata al paradosso a quella più di stampo sentimentale, ma tre esempi di come fare buon cinema sfuggendo ai soliti e logori cliché. Perché, a differenza di quanto credono in molti, per fare una buona commedia non bastano i nomi…servono anche, e soprattutto, le idee.

Vi parliamo di Orecchie, Easy – Un viaggio facile facile e 2Night.

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La casa di famiglia, la recensione

Nonostante il successo ormai evidente agli occhi di tutti di altri generi come il thriller e i gangster movie, il cinema italiano continua imperterrito a puntare sulla commedia, come dimostrano i numeri relativi alla produzione e distribuzione di film di questo tipo e la tendenza a far esordire giovani registi ancora affascinati da questo genere. L’ultimo nome in ordine di tempo è quello di Augusto Fornari il quale, dopo una lunga attività di attore e autore teatrale, fa il suo esordio alla regia con  La casa di famiglia. Un battesimo bagnato in maniera sufficiente grazie ad una commedia che stenta a prendere quota e ritmo, ma che in fin dei conti si rivela riuscita, divertente e caratterizzata da un buon lavoro sui personaggi e su una storia che sa strappare più di qualche risata sana e divertita, nonostante difetti evidenti e fisiologici dati dall’inesperienza di Fornari.

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2night, la recensione

I locali pullulano di giovani avidi di divertimento, come ogni venerdì sera romano; un drink tira l’altro e la musica è a palla. Una ragazza dai grandi occhi azzurri, bella e sfacciata, abborda un attraente sconosciuto e, senza giri di parole, gli propone di passare la notte insieme.
Tuttavia, i due giovani ignorano che la loro avventura occasionale disattenderà completamente le premesse.

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The Startup, la recensione

Il nome del diciottenne Matteo Achilli ai più non dirà molto, al massimo può far pensare al classico giovane italiano alla ricerca di un futuro migliore e una prospettiva lavorativa. Non tutti sanno, però, che il giovane romano è il protagonista di una storia davvero incredibile, un’autentica scalata che lo ha portato dalla periferia della capitale fino alla Milano “bene” e le prime pagine delle riviste di finanza e marketing. Una vicenda portata sul grande schermo da Alessandro D’Alatri con il suo ultimo film dal titolo The StartUp che racconta, come detto, la storia del giovane Matteo Achilli e la nascita della sua geniale idea di un social network, chiamato Egomnia, nel quale tutti i suoi iscritti vengono inseriti in una classifica di merito basata su dati oggettivi. Un soggetto di base molto interessante che qui viene rappresentato attraverso una storia dal ritmo veloce e pimpante e, seppur non privo di difetti, diverte ed appassiona.

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