Archivio tag: movies inspired

As Bestas – La terra della discordia, la recensione

Antoine e Olga sono una coppia francese di mezza età che, dopo una vita di lavoro in città, decide di comprare una fattoria in Galizia dove dedicarsi alla coltivazione di prodotti della terra. La loro unica figlia Marie Denis non sembra entusiasta della scelta dei loro genitori e rimane in città per crescere il suo bambino, ma li appoggia in questa inusuale svolta nella loro vita. L’impatto con la nuova sistemazione non è però dei migliori e Antoine cade immediatamente sotto le mire poco ospitali dei paesani, in particolare due fratelli che abitano nell’appezzamento di terra confinante alla sua. Inizia tutto con battibecchi e piccoli dispetti, ma abbastanza velocemente la situazione degenera e le votazioni per l’istallazione di pale eoliche nel paese fa deflagrare il conflitto tra Antoine e Olga e i loro vicini di casa.

VN:R_N [1.9.22_1171]
Valutazione: 8.0/10 (su un totale di 1 voto)
VN:F [1.9.22_1171]
Valutazione: 0 (da 0 voti)

Benedetta, la recensione

In un periodo storico in cui il passato dell’immaginario pop(olare) torna in voga, facendosi cult e lanciando nuove tendenze, l’ottantacinquenne Paul Verhoeven non insegue alcuna moda ma rimane fermamente legato alla sua idea di cinema di genere fieramente autoriale. Così, mentre altrove si inseguono gli anni ’80 e ’90, il regista di RoboCop e Atto di forza fa un balzo indietro di almeno un altro decennio e riesuma il filone conventurale, volgarmente conosciuto come nunsploitation, e firma Benedetta, un film così potente e anticonvenzionale da risultare completamente estraneo a qualsiasi logica produttiva contemporanea.

Ispirato al celebre saggio Atti impuri – Vita di una monaca lesbica nell’Italia del Rinascimento, pubblicato da Judith C. Brown nel 1986, Benedetta racconta la controversa vicenda di Benedetta Carlini, entrata in convento da bambina perché mossa da una forte vocazione e presto capace di attirare l’attenzione su di sé.

VN:R_N [1.9.22_1171]
Valutazione: 7.5/10 (su un totale di 2 voti)
VN:F [1.9.22_1171]
Valutazione: 0 (da 0 voti)

Adam, la recensione

In un paese arabo moderato, il Marocco, in cui la condizione femminile è in via di lentissimo miglioramento, convivono ancora forti contrasti tra la spinta verso la modernità e l’attaccamento alla tradizione. È proprio in questa nazione dell’Africa nord-occidentale che la regista e sceneggiatrice Maryam Touzani (lei stessa marocchina) ha coraggiosamente scritto e diretto un film tutto al femminile, Adam.

Nonostante il timido impulso verso l’emancipazione, le donne locali sono ancora lontane dalla conquista della parità di diritti; basti pensare che in Marocco è ancora, almeno formalmente, consentita la poligamia.

VN:R_N [1.9.22_1171]
Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
VN:F [1.9.22_1171]
Valutazione: 0 (da 0 voti)

Ema, la recensione

ema

Un semaforo va a fuoco in una strada deserta. L’unica presenza è una donna con un lanciafiamme in mano che osserva il suo operato.

Questa è la prima immagine di Ema, nuovo lungometraggio di Pablo Larraín in Concorso alla 76esima Mostra del Cinema di Venezia.

Ema è la protagonista del film: ballerina cilena di danza moderna dai capelli biondi ossigenati, sta divorziando dal marito Gastòn a causa dell’adozione fallimentare del piccolo Polo. Infatti il bambino, avendo dato prova di comportamenti problematici, quali appiccare incendi in casa, uccidere il gatto chiudendolo nel freezer o dar fuoco al volto della zia, viene rimesso in adozione.

VN:R_N [1.9.22_1171]
Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
VN:F [1.9.22_1171]
Valutazione: +4 (da 4 voti)

L’anno che verrà, la recensione

Samia (Zita Hanrot), giovane ispettrice scolastica, vicepreside alle prime armi, si trasferisce dall’Ardèche nel municipio di Saint-Denis, per lavorare in una scuola media pubblica. A Saint-Denis, Samia scopre i quotidiani conflitti, interiori ed esteriori, che gravano sugli alunni, immersi in una realtà sociale problematica e, al contempo, l’incredibile vitalità ed umorismo degli allievi e della sua squadra di docenti. Tra questi ci sono Moussa, il figo del quartiere, e Dylan, il burlone. Samia si adatta e scova il modo migliore per canalizzare l’energia degli elementi più irrequieti. La sua situazione personale complicata la avvicina naturalmente a Yanis (Liam Pierron), adolescente vitale e intelligente di cui ha compreso il potenziale.

VN:R_N [1.9.22_1171]
Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
VN:F [1.9.22_1171]
Valutazione: 0 (da 0 voti)

Nel nome della terra, la recensione

Edouard Bergeon è un regista nato e cresciuto nelle campagne francesi, autore di documentari e servizi giornalistici con lo sguardo sempre rivolto ai lavoratori della terra. Per la prima volta si è dedicato alla realizzazione di un lungometraggio di (pseudo) finzione che uscirà al cinema in Italia giovedì 9 luglio grazie a Movies Inspired: Nel nome della terra (Au nom de la terre).

La storia non è del tutto inventata, anzi quasi per niente; Bergeon ha solo trasposto sul grande schermo la sua vita e quella della sua famiglia, senza nemmeno romanzarla eccessivamente. Per una migliore adesione del racconto a ciò che accadde realmente, il regista è arrivato anche a utilizzare il diario originale di sua madre in cui venivano annotati alcuni eventi salienti ed estremamente personali della vita di famiglia.

VN:R_N [1.9.22_1171]
Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
VN:F [1.9.22_1171]
Valutazione: 0 (da 0 voti)

Tesnota, la recensione

In queste torride notti di mezza estate, la struttura distributiva italiana ha un sogno ricorrente: trovare un’idea che possa riportare gli spettatori al cinema anche nei mesi di luglio e agosto (e non parliamo del cosiddetto Moviement). Uno di questi tentativi consiste nel ripescare film d’autore – magari molto apprezzati in prestigiosi Festival – che erano stati lasciati ad invecchiare come se fossero forme di Parmigiano-Reggiano.

Tesnota di Kantemir Bagalov è un esempio di quanto sopra; fece parte della selezione “Un Certain Regard” al Festival di Cannes del 2017 ed è in uscita in sala in Italia solo il prossimo 1° agosto grazie a Movies Inspired.

VN:R_N [1.9.22_1171]
Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
VN:F [1.9.22_1171]
Valutazione: 0 (da 0 voti)

Il ritratto negato, la recensione

Il ritratto negato (Powidoki) è l’ultimo film lasciatoci in eredità dal cineasta polacco (anzi, artista a tutto tondo) Andrzej Wajda. Per indagare e cercare di comprendere il poetico contenuto del film occorre inquadrare brevemente il periodo storico in cui è ambientato il racconto.

Siamo in Polonia nel 1950. Nell’immediato dopoguerra il Partito Operaio Unificato Polacco controllava l’intero paese ed era strettamente legato all’Unione Sovietica. La “longa manus” del governo non si limitava a dettare le regole sociali e politiche ma si spingeva anche oltre. L’arte, in generale, doveva asservire ai dettami imposti dal Partito e l’unico schema da seguire con rigore era il cosiddetto “realismo socialista”.

VN:R_N [1.9.22_1171]
Valutazione: 8.0/10 (su un totale di 1 voto)
VN:F [1.9.22_1171]
Valutazione: 0 (da 0 voti)

Il Presidente, la recensione

Tra le nevi della cordigliera delle Ande è in corso un vertice con la presenza dei Capi di Stato dei paesi latino-americani. In una sperduta località cilena a tremila metri di quota, in un irreale stato di isolamento – anche mediatico – si decidono alleanze politiche, strategiche ed economiche. Brasile, Argentina, Messico, Cile e tutti gli altri stati sudamericani devono deliberare su una questione di grande rilevanza socio-economica che coinvolge gli interessi di tutti.

Un evento tanto importante non poteva prescindere anche da una ficcante regia occulta dei “gringos” statunitensi.

VN:R_N [1.9.22_1171]
Valutazione: 4.0/10 (su un totale di 1 voto)
VN:F [1.9.22_1171]
Valutazione: 0 (da 0 voti)

Una Luna chiamata Europa, la recensione

Film davvero interessante, quello che si ambienta in Ungheria e che riesce a unire temi lontani come il Cristianesimo e la più recente (purtroppo oramai decennale) crisi migratoria. Qui Gesù è un profugo siriano, di quelli che attraversano un lago e passano dall’Estremo Oriente alla giovane Europa. Europa è anche il nome di una delle lune di Giove, il Pianeta più grande dell’intero sistema solare; questa luna tuttavia è anche una di quelle nascoste, che non sono visibili, un po’ la caratteristica principale del giovane siriano, che nell’atto di migrare perde il padre perché l’imbarcazione è bloccata, e diviene oggetto di una sparatoria.

VN:R_N [1.9.22_1171]
Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
VN:F [1.9.22_1171]
Valutazione: 0 (da 0 voti)