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Song to Song, la recensione

Recensire un film di Terrence Malick, mantenendo una sana credibilità dall’inizio alla fine, non è una cosa semplice. Parlare di un suo film, ormai, è un po’ come camminare sulle uova: puoi muoverti a passetti, ma tanto prima o poi sbagli. E già, perché Malick è ormai diventato un po’ come Beppe Grillo per il Movimento 5 Stelle, una sorta di “santone irraggiungibile” che professa da lontano e capace di crearsi una schiera di fedelissimi, una nuova tipologia di groupie, persone disposte a vedere “arte” in ogni suo gesto, in ogni sua parola, in ogni sua inquadratura. Se si elogia un suo film, dunque, significa che fai parte della “setta”; se lo si critica, applicando i parametri che si utilizzerebbero per qualunque altro film, allora significa che stai facendo il bastian contrario. Una bella impresa. Impossibile uscirne illesi.
Planetarium, la recensione

Iniziamo con una domanda, necessaria, per avvicinarci alla visione e comprensione di Planetarium. Cos’è un planetario?
Il planetario è uno strumento ottico utilizzato per riprodurre in modo estremamente realistico la volta celeste, su uno schermo di proiezione (o sul monitor di un computer). Per estensione, spesso, viene usato anche per indicare l’edificio che ospita tale apparecchiatura. Fin dal più lontano passato, egizi, babilonesi, arabi ed altre popolazioni dedite all’astronomia hanno osservato il cielo, per trarne auspici e previsioni riguardo agli eventi della vita quotidiana e per motivi strettamente pratici, come la definizione di calendari precisi. Parallelamente è nata l’esigenza di rappresentare l’aspetto del cielo notturno, per questioni religiose, artistiche e di registrazione storiografica in concomitanza di eventi celesti di particolare singolarità ed interesse.
Jackie, la recensione

Jaqueline Kennedy è forse una delle più popolari First Lady nella storia degli Stati Uniti. Il suo stile e la sua eleganza hanno ispirato milioni di donne in tutto il mondo. Ma quanto sappiamo veramente della donna che si celava dietro l’immagine pubblica? Della madre e della moglie?
Quando il 22 novembre 1963 a Dallas, gli Stati Uniti videro il loro Presidente morire assassinato per un colpo di pistola alla testa, quello che vide Jackie fu l’uomo che amava e alla cui causa aveva dedicato la vita, morire tra le sue braccia in un lago di sangue.
Knight of Cups, la recensione

Qual è il miglior modo che una pellicola ha per essere ricordata? Una trama interessante e raccontata in maniera non banale, certo. Effetti speciali rivoluzionari non avulsi dal resto del racconto, anche. Ma la cosa che, per sua stessa natura, riesce ad aver maggiore presa su noi ignari spettatori è l’immedesimazione. Nel momento esatto in cui sentiamo fisicamente di provare ciò che il protagonista sta passando nella sua più o meno lunga serie di peripezie cinematografiche, ecco che scatta verso di noi un’invisibile e infido uncino che agguanta la nostra ragione senza più mollare la presa. Peccato che il protagonista di questo film sia il male di vivere.
Orgoglio e Pregiudizio e Zombie: dalla pagina al film!

Nel 2009, Seth Grahame-Smith firmava una versione decisamente originale del celeberrimo romanzo di Jane Austen dal titolo eloquente: Orgoglio e Pregiudizio e Zombie. Seth ebbe la bizzarra intuizione di fondere la trama classica, che tutti conosciamo, con una tematica stuzzicante quanto attuale, ovvero quella degli zombie! In un attimo, il grande schermo ha messo gli occhi sul soggetto, ma sarebbe stato solo l’inizio di un cammino lungo e tortuoso.
THOR:THE DARK WORLD. IL DIO DEL TUONO DEBUTTA IN HOME VIDEO

Per tutti i fan dei supereroi l’attesa è finita, Thor: The Dark World arriva in Blu-ray 3D, Blu-ray e Dvd dal 12 marzo arricchito da tanti contenuti speciali tra i quali spicca il cortometraggio inedito All Hail The King di Drew Perce.
Diretto dal regista de Il Trono di Spade Alan Taylor e prodotto dal presidente degli Marvel Studios Kevin Feige, il film ha saputo sorprendere e appassionare il pubblico italiano e internazionale incassando oltre 640 milioni di dollari in tutto il mondo.
Thor: The Dark World, la recensione

Dopo la battaglia contro i Chitauri avvenuta a New York in compagnia dei “colleghi” Vendicatori, Thor è tornato ad Asgard dove è impegnato al fianco di suo padre Odino a difendere i Nove Regni dai numerosi attacchi nemici. Ma la minaccia più grande deve ancora arrivare, si tratta di Malekith, leader degli Elfi Oscuri, una razza malvagia che popola il regno di Svartafalheimr e che è stata esiliata dopo aver tentato di gettare i Novi Regni nell’oscurità usufruendo della potentissima arma Aether. Quando Malekith riesce a liberarsi con il suo esercito ricomincia la sua missione di distruzione, nella quale anche la Terra ha un ruolo primario. Thor è allora costretto a tornare dalla sua amata Jane Foster per salvarla dall’imminente attacco di Malekith e in questa sua impresa dovrà unire le forze, suo malgrado, anche con l’infido fratellastro Loki.
Stansfield (Léon)

NORMAN STANSFIELD
Il detective Norman Stansfield è, a prima vista, nel suo impeccabile completo beige, un uomo elegante e curato. È, inoltre, un tipo brillante; la sua passione quasi sacrale per la musica classica lascerebbe supporre che abbia una buona sensibilità artistica e sia, tutt’al più, un po’ eccentrico.
Tuttavia, dietro le apparenze si nasconde un vero e proprio maniaco omicida: un individuo corrotto, psicologicamente instabile e senza scrupoli. Stansfield, infatti, gestisce attraverso i suoi scagnozzi un traffico di sostanze stupefacenti e fa uso, a sua volta, di queste ultime.
Ha continui e violenti sbalzi di umore, soprattutto quando prende le sue strane pasticche (in genere un attimo prima di far fuori qualcuno), che gli causano inquietanti spasmi e l’allucinazione di ascoltare le note composte da Beethoween o Brahms.
Ogni cosa in lui è agghiacciante: la sua calma apparente, il modo in cui scrocchia i muscoli del collo, il suo sorriso. Il suo temperamento nervoso, ai limiti della bipolarità, lo fa apparire costantemente sul punto di esplodere in un accesso d’ira furibonda, circostanza che si verifica non di rado, e fa sì che ogni suo interlocutore si senta tremendamente in soggezione, se non terrorizzato.