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Abigail, dal 16 maggio al cinema il vampire-movie degli autori di Scream e Finché morte non ci separi

Arriverà nelle sale italiane dal 16 maggio, distribuito da Universal Pictures International Italy, Abigail, il nuovo horror firmato Radio Silence, il team di registi formato da Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett che ha realizzato alcuni dei maggiori successi dell’horror moderno, tra cui Ready or Not – Finché morte non ci separi, Scream V Scream VI. 

Protagonista è la giovanissima attrice e cantante irlandese Alisha Weir, nota soprattutto per Matilda The Musical, qui nei panni di Abigail, una ragazzina dodicenne con la passione della danza e figlia di un misterioso e pericoloso personaggio della malavita, che verrà rapita da un gruppo di criminali per ottenere un ingente riscatto e rinchiusa in una villa isolata: ma il gruppo si renderà presto conto con crescente orrore che la ragazza è un terrificante vampiro.

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Scream VI, la recensione

Con 140 milioni di incasso, a fronte di un budget di 24 milioni, Scream 5 è stato l’unico film capace di detronizzare dal podio del botteghino dell’inverno 2022 Spider-Man: No Way Home, che capeggiava gli incassi da diverse settimane, un risultato che ha immediatamente spinto Paramount Pictures a dare semaforo verde alla produzione di un nuovo capitolo. E così arriviamo a Scream VI, un numero dietro il titolo che comincia a diventare impegnativo per una saga da major, a maggior ragione se siamo nei territori del genere horror, felicemente e facilmente serializzabile ma spesso schiavo di una pigra flessione della curva della qualità all’avanzare dei capitoli. E invece, colpo di scena, quella di Scream è una saga che regge il peso degli anni e della meccanica narrativa che ne sta alla base e dopo l’enorme scoglio del passaggio di testimone dal compianto Wes Craven al duo Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett avvenuto nel quinto film, anche il sesto mostra una freschezza e una verve che non ci saremmo aspettati.

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Valutazione: 8.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Scream, la recensione del quinto film

In un’epoca in cui la nostalgia per il passato, nell’immaginario popolare cine-televisivo, è l’unica strada che premia le grandi produzioni hollywoodiane, un ritorno di Scream è pressoché inevitabile. Nessuna saga come quella con Ghostface è riuscita, infatti, a catturare e riflettere sugli umori del pubblico a cui si rivolge creando dei piccoli gioielli di brivido e ironia che hanno avuto origine con quel capolavoro diretto da Wes Craven nel 1996. Ora, all’alba del 2022, mentre quegli umori ci dicono che lo spettatore è pronto ad accettare di buon grado un ritorno alle origini per alcune iconiche saghe degli anni 80 (Ghostbusters), 90 (Matrix) e perfino 2000 (Spider-Man), si profila puntuale l’inquietante e dissacrante ombra di Ghostface per un quinto divertentissimo, intelligente e spaventoso capitolo della saga di Scream.

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Valutazione: 8.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Finché morte non ci separi, la recensione

È quasi un mini-filone cinematografico quello della “caccia all’uomo”, che come illustre antesignano ha La pericolosa partita, cultissimo survival-thriller diretto nel 1932 da Irving Pichel e Ernest B. Schoedsack, ispirato al racconto di Richard Connell. Un fiorente filone che, oltre ai remake dichiarati o meno de La pericolosa partita, si è arricchito, soprattutto dagli anni ’70 ad oggi, di grandi film che hanno fatto la storia del cinema thriller/horror e spesso anche fantascientifico. Basti pensare alle tante varianti della “caccia all’uomo” che possono essere Duel di Steven Spielberg, La notte del licantropo di Paul Annett, L’implacabile di Paul Michael Glaser, Predator di John McTiernan, Senza tregua di John Woo e una marea di b-movie più o meno riusciti che hanno affollato soprattutto gli scaffali dell’home video tra gli anni ’90 e i 2000. Oggi arriva una curiosa variante del racconto di Connell, una riuscitissima horror-comedy dai toni grotteschi che risponde al titolo di Finché morte non ci separi (Ready or Not).

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Valutazione: 7.5/10 (su un totale di 2 voti)
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