Archivio tag: sam rockwell

Argylle – La super spia, la recensione

Dietro ogni grande eroe letterario c’è qualcuno che ne tesse la ragnatela di eventi, ne escogita gli intrecci, ne muove i fili; ma non parliamo di mefistofelici burattinai interni alla storia, bensì degli scrittori stessi, veri responsabili delle sorti dei loro personaggi. Così, se James Bond ha avuto il suo Ian Fleming, Jack Ryan il suo Tom Clancy, Jason Burne il suo Robert Ludlum e Jack Reacher ha Lee Child, anche il tostissimo e fascinoso agente Argylle ha Elly Conway e quella raccontata da Matthew Vaughn in Argylle – La super spia è proprio la storia del narratore, non quella del suo personaggio!  

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Valutazione: 7.5/10 (su un totale di 2 voti)
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Omicidio nel West End, la recensione

Il genere giallo sta tornando di moda al cinema? Stando ad alcune sistematiche e strategiche uscite si direbbe che ci stia provando. Merito del successo di pubblico di Assassinio sull’Orient Express (2017), quasi bissato da Assassinio sul Nilo (2022) e del successo di pubblico e critica di Cena con delitto – Knives Out (2019) che a breve proverà a bissare con Knives Out: Glass Onion. Nell’attesa del sequel di Rian Johnson, però, il giallo si manifesta in quella che in diverse occasioni passate è sembrata la sua più naturale quanto bizzarra contaminazione, la commedia, e arriva al cinema Omicidio nel West End (See How They Run, in originale) di Tom George.

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Valutazione: 6.5/10 (su un totale di 2 voti)
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Richard Jewell, la recensione

Richard Jewell

Il 27 luglio del 1996, durante i giorni delle Olimpiadi di Atlanta, al Centennial Olympic Park si è consumato un tragico evento che ha portato via la vita di una persona e causato 111 vittime. Un attentato terroristico causato da uno zaino esplosivo abbandonato dall’attentatore su una panchina nel bel mezzo di un concerto organizzato per salutare i giochi olimpici.

1 morto e 111 feriti, un bilancio che sarebbe potuto essere molto più tragico se la guardia di sicurezza Richard Jewell non si fosse accorta dell’oggetto sospetto allertando la polizia e contribuendo allo sgombero dell’area prima dell’innesco dell’esplosivo. Un eroe, in pratica. Un ometto sovrappeso di 34 anni, incredibilmente ligio al dovere che è stato però al centro di uno dei più clamorosi processi mediali americani del XX secolo. Infatti Richard, nonostante fosse stato inizialmente incensato dai media come esempio dell’eroe americano che può nascondersi nell’uomo comune, in un batter d’occhio è diventato bersaglio di una macchina del fango che ha danneggiato la sua immagine personale e professionale.

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Valutazione: 8.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Jojo Rabbit, la recensione

Taika Waititi deve aver odiato i boy scout.

Un pensiero che sorge spontaneo osservando il piccolo Jojo (Roman Griffin Davis) alle prese con le insensatezze della Gioventù Hitleriana. Ma Jojo Betzler è disposto a sopportare ogni angheria, perché dalla sua ha un amico (immaginario) molto speciale: il Führer.

Waititi veste i panni di Adolf Hitler in Jojo Rabbit, una commedia lieve e grottesca, nella quale ogni risata è al servizio della crescita del protagonista. Non sono le gigionesche buffonerie di Waithitler a fare il film, quanto piuttosto la progressiva presa di coscienza di un bimbo appassionato di svastiche.

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Valutazione: 8.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Vice – L’uomo nell’ombra, la recensione

Ci sono persone, anzi personaggi (Adam McKay insiste su questo), che agiscono all’oscuro dei più, nell’ombra, assumendo posizioni di grande influenza, di potere quasi totale, nel più assoluto anonimato. Burattinai, scaltre iene, astuti calcolatori, emuli dell’Imperatore Palpatine fondamentali all’iter storico/politico/sociale di un Paese (se non del mondo intero) di cui nessuno ci racconta o ci ha raccontato. L’idea – di per se molto arguta – che sta alla base di Vice – L’uomo nell’ombra è proprio questa: mostrarci il vero volto del Potere degli Stati Uniti in uno dei momenti più bui della sua storia, ovvero l’ex vicepresidente dell’amministrazione Bush Jr. Dick Cheney… il problema è che il regista Adam McKay lo fa con lo stile che lo ha fatto conoscere al grande pubblico degli Academy, quello de La grande scommessa!

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Valutazione: 4.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Tre manifesti a Ebbing Missouri, la recensione

Presentato in concorso alla 74esima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Three Billboards Outside Ebbing, Missouri è il terzo film del regista Martin McDonagh (In Bruge, 7 psicopatici).

Un successo eccezionale sia di critica (si è guadagnato un lunghissimo applauso in sala stampa) che di pubblico, che alla prima in Sala Grande ha fatto tremare le pareti tra applausi e standing ovation.

La vita della relativamente tranquilla cittadina di Ebbing in Missouri viene sconvolta quando Mildred Hayes (Frances McDormand) affitta tre immensi cartelloni pubblicitari rimasti a lungo inutilizzati lungo una delle strade secondarie di collegamento alla città. “Stuprata mentre moriva”, “Ancora nessun arresto”, “Perché sceriffo Willoughby?”, sono le parole che la donna, dopo mesi di silenzio sulle indagini per la morte della figlia, stuprata, uccisa e data allae fiamme nove mesi prima, ha deciso di imprimere nella memoria di tutti i cittadini e soprattutto delle forze dell’ordine.

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Valutazione: 10.0/10 (su un totale di 1 voto)
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EIFF 2016: Mr. Right

Quanti sognano un giorno di poter incontrare finalmente il loro Signor (o Signora) “Giusta”?

Martha è fresca di tradimento da parte del fidanzato che l’accusa di essere “poco disposta a sperimentare cose nuove”. Dopo essere stata praticamente obbligata dalle amiche ad uscire, incontra al supermercato un uomo misterioso, che la invita ad un appuntamento con lui immediatamente. Quello che la ragazza non sa, o meglio non vuol capire dato che lui glielo ripete in tutti i modi, è che Mr. Right per vivere uccide le persone.

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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Poltergeist, la recensione

La moda del “remake selvaggio” che è nata negli Stati Uniti a inizio millennio e che ha interessato, in particolare, il genere horror, si sta placando. Dato inevitabile se si pensa che gran parte dei cult (ma non solo) degli anni ’70 e ’80 sono ormai stati rifatti. Eppure qualche tentativo ancora c’è, dei film non sono ancora stati remakizzati e, puntualmente, tornano con nuova veste a mostrarsi agli spettatori di nuova generazione e a chi con l’originale c’è cresciuto. Stavolta è toccata a Poltergeist – Demoniache presenze, cult-movie del 1982 diretto dal texano Tobe Hooper e prodotto da Steven Spielberg, che nella versione nuova di zecca ha la firma dell’israeliano Gil Kenan e ha il marchio produttivo di Sam Raimi.

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Valutazione: 5.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Il remake di Poltergeist, immagini, trailer italiano e locandina internazionale

La divisione italiana della 20th Century Fox ha già rilasciato on line il trailer italiano di Poltergeist, il remake prodotto da Sam Raimi del cult diretto nel 1982 da Tobe Hooper. Oltre a mostrarvi il trailer, vi diamo un ulteriore assaggio con una selezione di immagini ufficiali tratte dal film e il poster internazionale, che vi mostriamo subito.

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