Archivio tag: teen horror

Seance – Piccoli omicidi tra amiche, dal 24 febbraio al cinema il teen-horror di Simon Barrett

Arriverà nei cinema italiani il 24 febbraio il teen-horror tutto al femminile Seance – Piccoli omicidi tra amiche, pellicola che segna il debutto alla regia di un lungometraggio per Simon Barrett,  noto produttore e sceneggiatore di You’re Next, The Guest e Blair Witch oltre che regista per i segmenti degli horror antologici V/H/S/2 e V/H/S/94. Il film vede protagonista la modella e attrice inglese Suki Waterhouse (The Bad Batch, Insurgent, Assassination Nation). Ad affiancare Suki Waterhouse, nel cast troviamo Madisen Beaty (C’era una volta… a Hollywood), Ella-Rae Smith (Into the Badlands), Inanna Sarkis, Seamus Patterson e Marina Stephenson-Kerr.

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Non mi uccidere, la recensione

Non chiamatelo Twilight italiano, per favore. Nonostante la pigrizia e l’ignoranza di certa stampa, alimentata da alcune sottili scelte di marketing sicuramente fuorvianti, Non mi uccidere non ha davvero nulla a che fare con i romanzi di Stephenie Meyer e la conseguente saga cinematografica.

Non mi uccidere è l’adattamento del primo (dei tre) romanzi di Chiara Palazzolo (scomparsa nel 2012) dedicati alla sopramorta Mirta/Luna, una trilogia che illustra le difficoltà della crescita esplorando un mondo oscuro fatto di sangue, morte e riscatto. A dar forma filmica al primo di questi romanzi, i cui diritti sono stati opzionati oltre un decennio fa, è Andrea De Sica regista del suggestivo I figli della notte (2017) e della serie Netflix Baby, da cui arriva anche Alice Pagani che dà volto alla protagonista Mirta.

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RomaFF14. Scary Stories to Tell in the Dark

Cosa resterà di questi Anni Ottanta afferrati e già scivolati via…

Cantava Raf proprio al tramonto di quella decade. Oggi possiamo dirlo con convinzione e a distanza di trent’anni esatti: resterà l’immaginario cinematografico, tornato in voga con prepotenza in un’onda nostalgica che sembra aver travolto soprattutto il genere fanta/horror. Tutto merito (o colpa, dipende dai punti di vista) di Stranger Things e It – Capitolo uno se oggi proliferano serie tv e film che strizzano l’occhio a situazioni, personaggi e un’iconografia prepotentemente 80’s, foga a cui non si sottrae perfino Scary Stories to Tell in the Dark, il nuovo horror di André Øverdal, regista di origini norvegesi che ci ha già spaventato e divertito con Troll Hunter e Autopsy.

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Smiley, la recensione

Di solito, con gli slasher-movie si va sempre sul sicuro. Ma non è questo il caso; il tentativo del giovanissimo regista emergente, Michael Gallagher, di creare una nuova icona horror è miseramente fallito.

Le potenzialità ci sono tutte, dal mostro spietato, misterioso e inquietante alla critica sociale sui pericoli di un internet a volte oscuro, pericoloso e incontrollabile. Peccato, però, che le promettenti basi su cui si regge la pellicola non vengono sfruttate a dovere e quello che rimane è una pessima messa in scena, fatta di inquadrature inesatte e tremolanti, una recitazione imbarazzante, personaggi poco credibili e situazioni improbabili.

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