Archivio tag: tff35

Non dimenticarmi – Don’t Forget Me, la recensione

L’inaspettata sorpresa del 35° Torino Film Festival arriva dall’Israele.

Don’t Forget Me è una rom-com in stile David e Lisa. Anche qui ci troviamo di fronte a due giovani disadattati incapaci di integrarsi. Non per niente l’incontro tra i due protagonisti avviene nel giardino di un ospedale psichiatrico. Lei è Tom (sì, è una lei), anoressica e cinica e con il sogno di un vivere sregolato (vorrebbe mantenersi prostituendosi pur non avendo un ottimo rapporto con il sesso); lui è Neil, di origini olandesi, un romantico e sognatore suonatore di tuba.

VN:R_N [1.9.22_1171]
Valutazione: 8.0/10 (su un totale di 1 voto)
VN:F [1.9.22_1171]
Valutazione: 0 (da 0 voti)

TFF35. A voce alta – La forza della parola, la recensione

Ogni anno il concorso Eloquentia ha luogo nell’Università di Saint-Denis. Si tratta di un concorso in cui gli studenti si cimentano nelle loro abilità oratorie, un evento a cui partecipano anche importanti personalità dello spettacolo francese in veste di giurati come il regista Edouard Baer e l’attrice Leila Bekhti. Un gioco ad eliminatorie intelligente e sofisticato al termine del quale verrà premiato il “miglior oratore”.

VN:R_N [1.9.22_1171]
Valutazione: 8.0/10 (su un totale di 1 voto)
VN:F [1.9.22_1171]
Valutazione: 0 (da 0 voti)

Blue Kids, la recensione

Non è I pugni in tasca ma il film di Andrea Tagliaferri non è del tutto ignaro della lezione bellocchiana né tantomeno di un certo cinema italiano indipendente prodotto negli ultimi anni.

Prodotto dal regista di Dogman Matteo Garrone, Blue Kids si avvale di due interpreti già noti al pubblico italiano, Fabrizio Falco e Matilde Gioli, e della nuova promessa Agnese Claisse.

Al centro il rapporto tra due fratelli in fuga da una colpa comune. L’incontro con una ragazza senza identità li metterà di fronte ad una situazione senza via d’uscita.

VN:R_N [1.9.22_1171]
Valutazione: 5.0/10 (su un totale di 1 voto)
VN:F [1.9.22_1171]
Valutazione: +1 (da 1 voto)

They, la recensione

They è il nome con cui ha scelto di farsi chiamare il quattordicenne J, ancora in cerca della propria identità. They rifiuta il passaggio dall’infanzia all’età adulta auto-condannandosi ad un’eterna adolescenza favorita dall’uso di ormoni che ritardano la pubertà. Mentre i suoi genitori sono assenti, They trascorre le sue giornate Lauren e il loro nuovo amico Araz, un iraniano che tuttavia fatica a comunicare con i due a causa della sua scarsa conoscenza della lingua inglese. They osserva passivamente il mondo attorno a sé nella speranza di “salvarsi” dalle insistenti domande che l’imminente arrivo dell’età adulta gli porrebbe.

VN:R_N [1.9.22_1171]
Valutazione: 5.0/10 (su un totale di 1 voto)
VN:F [1.9.22_1171]
Valutazione: 0 (da 0 voti)

Ricomincio da noi, la recensione

Il Torino Film Festival giunge alla sua 35ª edizione e sceglie Finding Your Feet – Ricomincio da noi come film d’apertura.

La vita di Sandra come lei la conosce viene distrutta quando, durante i festeggiamenti per la pensione del marito Mike (e per la sua nomina a Lord), scopre che il consorte la tradisce da lungo tempo con un’amica. Tutto quello che aveva sognato durante i 35 anni di matrimonio va in fumo: una vita agiata nella sua grande casa, viaggi, feste e ovviamente il titolo di Lady.

VN:R_N [1.9.22_1171]
Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
VN:F [1.9.22_1171]
Valutazione: 0 (da 0 voti)

The Disaster Artist, la recensione

Greg non ha neanche vent’anni, è bello ma timido, un’insicurezza che si frappone fra lui e il suo grande sogno, diventare un attore. Tutto cambia quando nella sua vita entra Tommy.

Tommy è un personaggio enigmatico, fuori da ogni schema, che sembra non curarsi di quello che gli altri pensano di lui. Con i suoi lunghi capelli neri, un accento indecifrabile come la sua età, fondi apparentemente illimitati di cui non si conosce la provenienza e una prorompente energia, Tommy diventa presto il mentore di Greg, spingendolo oltre le sue paure e instillando in lui una ritrovata fiducia in sé stesso.

VN:R_N [1.9.22_1171]
Valutazione: 8.0/10 (su un totale di 1 voto)
VN:F [1.9.22_1171]
Valutazione: +4 (da 4 voti)

TFF35. The White Girl, la recensione

Accolto meno freddamente di quello che ci si aspetterebbe da un film del genere durante la pubblica proiezione al Torino Film Festival 2017, The White Girl mescola diversi topoi che spaziano dal cinema alla video-arte, dalla letteratura fiabesca alla cultura orientale, senza però riuscire a trovare una dimensione credibile e riconoscibile.

In un villaggio di pescatori di Hong Kong, una ragazza orfana di madre deve proteggersi dal contatto con la luce ed è per questo presa in giro dai suoi compagni e soprannominata “la ragazza bianca”. La giovane emarginata trova ben presto un amico in un giovane giapponese senza fissa dimora. Quest’ultimo diviene il suo confidente, grazie al quale la ragazza trova finalmente il coraggio di aprirsi, di decidere di smettere di essere invisibile e trattata alla stregua di un fantasma. Ma lo scontro con il piccolo villaggio sarà tutt’altro che semplice.

VN:R_N [1.9.22_1171]
Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
VN:F [1.9.22_1171]
Valutazione: 0 (da 0 voti)

TFF35. Daphne, la recensione

Piccola gemma del concorso Torino 35, Daphne è un film sospeso tra dramma e commedia che deve molto ai personaggi delle sitcom americane, a partire dalla stessa costruzione del personaggio (una Rachel Green più fredda ed una Robin Scherbatsky più indipendente). La solitudine assume qui le forme di un’emancipazione a tutti i costi che non ammette alcun tipo di aiuto né di contatto umano, neppure con la figura materna.

VN:R_N [1.9.22_1171]
Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
VN:F [1.9.22_1171]
Valutazione: 0 (da 0 voti)

TFF35. The Scope of Separation, la recensione

Torino Film Festival 2017. Come ogni anno e come in ogni concorso che si rispetti, c’è sempre un film che proprio non riesce a sfuggire all’etichetta di “insignificante” e quest’anno tocca curiosamente ad un film cinese (l’anno scorso a trionfare era stato proprio un film della stessa nazionalità, lo stupendo The Donor di Qiwu Zang).

Opera animata da intenti troppo debilitanti per un esordio alla regia, The Scope of Separation si avvale di un solo personaggio interpretato da un attore di nessuna presenza scenica.

VN:R_N [1.9.22_1171]
Valutazione: 4.0/10 (su un totale di 1 voto)
VN:F [1.9.22_1171]
Valutazione: 0 (da 0 voti)

TFF35. Lorello e Brunello, la recensione

Jacopo Quadri firma il primo film italiano in concorso al 35esimo Torino Film Festival. Si tratta di un documentario che cattura il lavoro nei campi nel podere maremmano dei fratelli Biondi.

Lorello e Brunello segue quindi il ritmo naturale di quattro stagioni di (non troppo) duro lavoro agreste ritraendo la tosatura delle pecore e le attività da viticoltori dei due gemelli toscani. Attorno a loro ruotano pochissimi altri personaggi come la fidanzata rumena di Brunello, che i due vedono di rado a causa del lavoro di quest’ultima. L’incessante lavoro nei campi non lascia quindi molto spazio alle relazioni umane.

VN:R_N [1.9.22_1171]
Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
VN:F [1.9.22_1171]
Valutazione: 0 (da 0 voti)