Archivio tag: tucker film
Al via la Start Up per avete lo zombie-movie Peninsula in limited edition blu-ray!

Oggi 9 maggio arriva per la prima volta, in formato DVD, l’attesissimo zombie-movie Peninsula di Yeon Sang-ho, sequel dell’acclamato Train to Busan (2016) che mostra i terrificanti esiti dell’apocalisse zombie iniziata nel bellissimo lungometraggio animato Seoul Station (2016), diretto sempre da Yeon Sang-ho. Ma attenzione! Proprio stamattina CG Entertainment, in collaborazione con Tucker Film, ha annunciato la partenza di una start-up per poter distribuire in limited edition blu ray Peninsula. Quindi, cari collezionisti, ecco tutte le info necessarie per accantonare l’idea di acquistare il DVD e prepararsi ad avere una bella edizione da collezione in alta definizione di Pensinsula!
Drive My Car e Il gioco del destino e della fantasia: in home video il cinema esistenziale di Hamaguchi Ryusuke

Per tutti gli amanti del cinema orientale, in modo particolare quello riflessivo e dai toni esistenzialisti, quelle trascorse da poco sono state settimane decisamente appetitose per ciò che concerne le uscite home video. Tucker Film – che, come sappiamo, è una realtà specializzata nel cinema dall’estremo oriente – ha unito le proprie forze con quelle di CG Entertainment per portare sul mercato home video due opere dell’apprezzato Hamaguchi Ryusuke, punta di diamante del moderno cinema intellettuale nipponico che si è imposto sulla scena internazionale grazie all’incontenibile successo ricevuto con il suo ultimo Drive My Car. Ancora fresco del Premio Oscar per la migliore opera internazionale, è proprio questo il film il cavallo di battaglia su cui Tucker e CG hanno puntato per le recenti uscite home video. A Drive My Car le due etichette affiancano anche Il gioco del destino e della fantasia, film antologico che Hamaguchi ha realizzato lo stesso anno di Drive My Car e che in Italia è stato presentato lo scorso anno in anteprima sui prestigiosi schermi del Far East Film Festival.
Two Sisters e The Gangster, the Cop, the Devil: in home video due sguardi cult sul cinema sudcoreano

Da un po’ di tempo va avanti una fruttuosa collaborazione tra la Tucker Film e CG Entertainment che si concretizza nella release home video di piccoli e grandi film di produzione orientale, spesso e volentieri grazie all’indispensabile contributo del Far East Film Festival, il più grande festival europeo del cinema asiatico che si tiene ogni primavera a Udine. Proprio nell’ambito del Far East Film Festival vengono presentati in anteprima film destinati a diventare cult (si pensi a giapponese One Cut of the Dead – Zombie contro zombie, rifatto anche in Francia e presentato a Cannes), altre volte vengono intraprese operazioni di restauro per dare nuova vita a importanti film del passato, in entrambi i casi, la qualità è la parola d’ordine con la quale il festival udinese si è fatto conoscere. Proprio dalla sinergia tra CG Entertainment, Tucker Film e Far East Film Festival nascono le edizioni home video di due cult più o meno recenti del cinema sudcoreano: Two Sisters di Kim Jee-won e The Gangster, The Cop, The Devil di Won-Tae Lee.
L’angelo dei muri, la recensione

Tra i più talentuosi esponenti del cinema underground italiano contemporaneo, il friulano Lorenzo Bianchini si è ritagliato negli anni un affettuoso posto d’onore nel cuore di molti fedelissimi spettatori di cinema di genere, grazie a un percorso originale e personalissimo all’interno dei meccanismi dell’orrore psicologico. Era del 2001 l’esordio con il claustrofobico lungometraggio Radice quadrata di tre (Lidris Cuadrade di Trè) e del 2004 la consacrazione con l’avatiano Custodes Bestiae, sono poi arrivati i (purtroppo) invisibili Film sporco (2005) e Occhi (2010), fino al primo vero successo internazionale con Oltre il guado – Across the River (2013), che concentrava tutta la poetica bianchiniana in una storia inquietante e struggente giustamente applaudita in ogni dove. Per il suo passo successivo, che ha il suggestivo titolo L’angelo dei muri, Lorenzo Bianchini ha potuto usufruire di una produzione professionale (Tucker Film con il sostegno di Rai Cinema e MyMovies) e una distribuzione cinematografica, un percorso mainstream che non ha minimamente snaturato il suo approccio alla narrazione filmica per una fiaba dark appassionante e commovente.
Drive My Car, la recensione

Drive My Car è un film di Ryûsuke Hamaguchi tratto dall’omonimo romanzo di Haruki Murakami. Yusuke (interpretato da Hidetoshi Nishijima) e Oto (Reika Kirishima) sono marito e moglie nonchè i protagonisti iniziali. Dopo una lunghissima prefazione e i ritardati titoli di testa, la narrazione si sposta su un binomio differente: accanto all’uomo appare la giovane Misaki (Toko Miura) che funge da suo autista personale.
L’incipit irrompe senza remore nell’intimità di coppia. Dopo un rapporto sessuale, Oto (la moglie) inventa un racconto e lo snocciola al marito Yusuke il quale ascolta con tutta la tenerezza di cui è capace. Sono sposati da molti anni ed hanno, a fatica, superato un forte trauma famigliare come la perdita di una figlia. Il lungo prologo ci permette di familiarizzare con la coppia e di entrare in sintonia col loro amore per il teatro di prosa. Lui è sia regista che attore mentre Oto è una sceneggiatrice. Nello specifico, assistiamo alla preparazione dell’allestimento di Zio Vanja (il dramma di Anton Čechov). Lo svolgimento del film procederà in parallelo con il racconto teatrale e con la preparazione della messinscena medesima in un confronto letterario leggibile su più livelli.
Al via il crowdfunding Start Up per Made in Hong Kong in limited edition Blu-ray

Grazie a Tucker Film parte oggi la campagna di crowdfunding START UP! di CG Entertainment per pubblicare per la prima volta in assoluto in Blu-Ray il cult movie anarchico di Fruit Chan, Made in Hong Kong, nella versione restaurata in 4K dal Far East Film Festival di Udine. L’edizione da collezione sarà numerata e accompagnata da un Booklet inedito oltre che da contenuti speciali esclusivi. Come per ogni START UP! all’interno della confezione sarà riportato il nome di tutti i partecipanti al progetto.
La periferia si racconta: in home video La terra dell’abbastanza e Manuel

Quando Matteo Garrone, nel 2008, ha portato nelle sale l’adattamento cinematografico del best-seller di Roberto Saviano (Gomorra) il cinema italiano si preparava a non essere più lo stesso. Un nuovo filone stava per imporsi, con fare prepotente ed anche un po’ arrogante, un ritorno al neorealismo ma in una versione più spregiudicata ed estrema. A muovere l’interesse di questi nuovi narratori, a differenza di quelli di ieri, non è più la vita della povera gente messa in ginocchio dalla guerra bensì le gesta di quella povera gente costretta a vivere ai margini della società e che ha individuato nel crimine l’unica via d’uscita. Se Garrone ha lanciato l’idea è stato Caligari, prima di morire, a trasformare l’idea in moda con Non essere cattivo. Dall’uscita nelle sale di quest’ultimo, infatti, non si contano più le proposte italiane di film che raccontano la periferia romana nelle sue sfumature più sgradevoli e scorrette con la continua ricerca di un look cinematografico “sporco” pronto a creare un filo d’unione tra il cinema e il documentario.
Zombie contro zombie – One Cut of the Dead, la recensione

Che lo stato in cui versa il cinema degli zombi sia stanco, ciondolante e putrescente come i suoi protagonisti non è di certo una novità! A testimoniarlo, in primis, il trascinarsi ormai esamine della serie The Walking Dead, giunta alla nona stagione tra clamorosi cali d’ascolto e giudizi negativi di critica e fan: proprio quella serie che aveva donato “nuova vita” ai morti viventi. Ma si sa, lo zombi è una delle creature che più rispecchia l’andamento del mercato cinematografico orrorifico e la sovraesposizione è praticamente sempre destinata a generare una fase successiva di declino. In quella fase siamo proprio ora e lo testimoniano anche il correre ai ripari del mercato mainstream con vecchie glorie come Michale Myers, Pennywise e Predator, che hanno tanto il retrogusto del giocare in territori sicuri.