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Venezia 72. Tutti i vincitori

La 72° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia si è conclusa ieri sera con la cerimonia di premiazione, durante la quale è stato assegnato – con una certa sorpresa di tutti – il Leone d’Oro e tutti i premi che lo accompagnano, sia in concorso che nelle sezioni collaterali, tra cui Orizzonti.

Di seguito vi forniamo la lista completa dei premi e dei premiati, decisi dalla giuria presieduta da Alfonso Cuarón e composta da Elizabeth BanksEmmanuel Carrère, Nuri Bilge Ceylan, Hou Hsiao-hsien, Diane Kruger, Francesco Munzi, Pawel Pawlikowski eLynne Ramsey.

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Venezia 72. Toto-Leone: chi vincerà?

Il concorso ormai si avvicina alla fine. Gli ultimi due film sono stati presentati ieri sera, 11 settembre. E’ stata una delle edizioni più accese degli ultimi tempi.

La parola chiave della 72esima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia è: sperimentazione. Nel bene o nel male, sono state presentate tutte opere altamente sperimentali, con lo sguardo rivolto in avanti, verso il progresso. Nessuna aveva la pretesa di essere il futuro, ma hanno cercato tutte di mostrarci come potrebbe essere.

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Venezia 72. De Palma

E’ stato presentato fuori concorso alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia il documentario De Palma, diretto da Noah Baumbach e Jake Paltrow e dedicato all’iconico regista di Gli Intoccabili e Scarface. In questa felice occasione, Brian De Palma ha anche ricevuto il prestigioso premio Jaeger-LeCoultre Glory to the Filmmaker 2015.
De Palma è un prodotto fresco e accattivante, in cui il cineasta americano si racconta lucidamente, condividendo frizzanti aneddoti sulla sua esperienza di filmaker emergente negli anni Settanta. Nel ripercorrere la sua succosa filmografia, accenna anche alla propria poetica registica, al controverso rapporto con le major e a quello, profondissimo, col cinema del maestro Alfred Hitchcock.

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Venezia 72. Behemoth

Ancora un altro documentario per la 72° edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, forte del successo avuto nelle edizioni precedenti da Sacro Gra e The Look or Silence. Behemoth, più che un documentario vero e proprio, è un film che diventa documentario quasi per caso. Inizia come un documentario a metà strada tra Daniele Segre e Vittorio De Seta, e con immagini rubate a Nikita Michalkov, ma finisce per poetizzare ciò che rappresenta, come ispirandosi a Tsai Ming-liang.

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Venezia 72. 11 Minutes

Cinque anni fa, nel 2010, il regista polacco Jerzy Skolimowski presentava al Festival di Venezia la pellicola Essential Killing che si aggiudicò il Gran Premio della Giuria e la Coppa Volpi per il protagonista Vincent Gallo. Oggi, invece, lo stesso regista torna a Venezia, in Concorso, con un film che possiamo definire il più “cool” della competizione: 11 Minutes. Un thriller particolare e interessante che ha entusiasmato la maggior parte del pubblico veneziano presente in sala.

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Venezia 72. The Endless River

Due vite che non hanno apparentemente nulla in comune legate, inesorabilmente, dal destino… un destino tragico, come ci insegna il cinema drammatico, che forse possono trovare uno spiraglio di luce dalla congiunzione della forze. Questo è il tappeto su cui si stende The Endless River, terzo film da regista e sceneggiatore del sudafricano Oliver Hermanus, in concorso alla 72° Mostra Interazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Peccato che quanto di buono sia rappresentato dalle premesse, venga completamente infranto in un’opera scialba, sinceramente brutta e sostanzialmente inutile.

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Venezia 72. Sangue del mio sangue

Vicino alla soglia dei 50 film diretti e con una carriera che va avanti da oltre cinquant’anni, Marco Bellocchio è tra i più apprezzati cineasti italiani, capace di donarci dei veri gioielli ma anche colpevole di un vistoso declino retorico che negli ultimi anni l’ha imprigionato in una “nicchia” per le sole élite. Con uno stile rigoroso e, per forza di cose, molto classico il regista dei fondamentali I pugni in tasca e Buongiorno, notte compie un anomalo passo con Sangue del mio sangue, il film con cui torna in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia dopo aver vinto il Leone d’oro nel lontano 1967 con La Cina è vicina e aver conferito il Premio alla carriera nel 2011.

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Venezia 72. Abluka – Frenzy

Buoni applausi per un film per certi versi controverso, che viene da un paese che ultimamente sta producendo del buon cinema: la Turchia. Abluka, opera seconda di Emin Alper, non è semplicemente un film turco, ma è un buon film turco, che sembra seguire la linea tracciata da Nuri Bilge Ceylan, tra i giurati di questa edizione. E se una parte del pubblico lo ha trovato un film piuttosto difficile da intendere, ciò dipende dal fatto che è un film che si apprezza di più se si conosce un po’ di cultura turca.

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Venezia 72. Non essere cattivo

Ostia, 1995. Vittorio e Cesare sono due giovani che si sono fatti le ossa per strada. Nati e cresciuti nella borgata romana, i due ragazzi sono amici da sempre. Anzi, sono molto di più che amici. Due veri “fratelli di vita” che hanno improntato la loro esistenza sull’eccesso: notti in discoteca, risse di quartiere, prostitute, droghe sintetiche e spaccio di cocaina. Entrambi alla ricerca di una propria affermazione, personale e “professionale”, i due si trovano presto davanti ad un bivio in cui decidono di prendere strade diverse. Vittorio, dopo aver conosciuto Linda, decide di mettere da parte la vita di strada nella speranza di coltivare una famiglia e consiglia al suo amico di fare lo stesso. Cesare, inizialmente resistente all’idea di cambiare stile di vita, alla fine segue il consiglio di Vittorio e va a vivere con la sua ragazza, Viviana. Ma le regole della strada sono difficili da dimenticare e il loro richiamo è fortissimo. 

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Venezia 72. Rabin, the last day

Standing Ovation in sala per Amos Gitai, veterano della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, perennemente sconfitto, ma stavolta per lui potrebbe essere quella buona.

Rabin, The Last Day è un’esplosione di energia che colpisce lo spettatore fin dall’inizio del film, spingendolo a volerlo applaudire praticamente ad ogni scena. Un film difficile, ma che spinge lo spettatore a tenere gli occhi sempre puntati sullo schermo, nonostante i 153 minuti di durata.

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