Archivio tag: venezia 75

Van Gogh – Sulla soglia dell’eternità, la recensione

Willem Dafoe interpreta Vincent Van Gogh nel nuovo film diretto da Julian Schnabel. Non è la prima volta che il regista statunitense si cimenta in un racconto di vita, ma Van Gogh – Sulla soglia dell’eternità (At Eternity’s Gate in originale) non è affatto un biopic sull’artista olandese. A Schnabel non interessano particolarmente gli eventi biografici in sé, qui addirittura ridotti all’essenziale, ma piuttosto il suo tormento interiore. Il regista, a sua volta egli stesso pittore, si identifica in Van Gogh e tratta il film come se fosse la tela su cui sfogare liberamente la sua creatività. In effetti l’intero lungometraggio è costellato di soluzioni sperimentali e non c’è un solo momento che non tenti l’innovazione sul piano visivo.

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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Suspiria, la recensione

Presentato in concorso alla 75esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, il Suspiria di Luca Guadagnino esce finalmente allo scoperto dopo un’attesa lunga quasi più di un anno. A precederlo c’è ovviamente il notevole successo riscosso dal precedente Chiamami col tuo nome, ma anche una certa diffidenza (non del tutto ingiustificata) da una parte dei devoti all’originale di Dario Argento.

Possano questi ultimi rasserenarsi: come già precedentemente anticipato dallo stesso Guadagnino, il suo NON è un remake dell’originale del 1977!

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Valutazione: 8.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Il gioco delle coppie (Non-Fiction), la recensione

Olivier Assayas è un regista notoriamente poliedrico e ambizioso. Dopo averlo visto giocare con la ghost-story per raccontare lo sbriciolamento dell’identità nell’odierna società crossmediale (Personal Shopper), forse potrà stupire vederlo cimentarsi in una commedia poco sorprendente ma frizzante e godibilissima.

In effetti a prima vista potremmo persino pensare di essere di fronte ad una tappa non troppo rilevante nel suo variegato percorso cienematografico. Eppure Non-Fiction (Doubles vies) conquista con quella sua strizzata d’occhio al cinema più recente di Woody Allen (e fa venire in mente soprattutto Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni), sebbene le situazioni che mette sul grande schermo sembrino forse più figlie di una certa Nouvelle Vague.

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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Capri-Revolution, la recensione

Capri-Revolution è il titolo poco piacevole (decisamente meglio l’originario Capri-Batterie, che se non altro trova giustificazione nel corso del film) dell’ultima fatica di Mario Martone, che con quest’opera termina un trittico di affreschi storici iniziato con Noi credevamo e proseguito con Il giovane favoloso.

Protagonista è la brava Marianna Fontana, la star di Indivisibili che regala una nuova preziosa performance che la conferma come attrice dal futuro promettente.

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Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Roma, la recensione

L’ultima fatica del messicano Alfonso Cuarón non ha nulla a che vedere con il precedente Gravity, per il quale il regista si era visto nel 2014 consegnare l’Oscar per la migliore regia.

Con Roma Cuarón torna infatti nella sua terra natia, a sette anni di distanza da Y tu mamá también, con un lungometraggio personalissimo e ispirato ai suoi ricordi d’infanzia. Forse proprio per questo il film è interamente in bianco e nero, come per ribadire la scelta di uno sguardo sbiadito dal tempo trascorso.

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Valutazione: 6.8/10 (su un totale di 4 voti)
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Un giorno all’improvviso, la recensione

Prima opera del regista napoletano Ciro D’Emilio, fattosi notare prima di Venezia 75 con i due cortometraggi Piove e Massimo; probabilmente è perché si tratta di un esordio che ha deciso di non sbilanciarsi troppo, con Un giorno all’improvviso. Scelta sicuramente registica, visto che quando c’è da creare del dramma il regista napoletano dimostra notevoli capacità.

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Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Il ragazzo più felice del mondo, la recensione

Nel 1997 Gipi, nonostante non avesse ancora conseguito la fama che detiene oggi, ricevette una lettera da parte di un ragazzo quindicenne che in poche righe lo elogiava e si complimentava per il suo lavoro, chiedendogli un disegno con la dedica: “A Francesco”.

Nel 2017 il fumettista scopre per caso che negli ultimi vent’anni quella stessa lettera è stata spedita a più di cinquanta altri suoi colleghi, sempre con mittente Francesco di 15 anni, con pochi dettagli ritoccati.

Questo è lo spunto da cui nasce Il ragazzo più felice del mondo.

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Valutazione: 8.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Il Primo Uomo – First Man, la recensione

Un piccolo passo per l’uomo, un grande balzo per l’umanità”, questa è l’unica licenza poetica che il Neil Armstrong di Damien Chazelle si concede in 135 minuti di film. Per il resto del tempo, il primo uomo ad aver messo piede sulla luna si dimostra un individuo taciturno, introverso, schiavo di una rigida abnegazione e di una ferita mai rimarginata che tende ad allontanarlo sempre più dalla propria famiglia.

Ma andiamo per ordine: Il Primo Uomo – First Man è il quarto lungometraggio di Damien Chazelle, scelto come film d’apertura per la 75esima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia.

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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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22 July, la recensione

22 July è una delle ventidue produzioni Netflix in concorso al 75esimo Festival del Cinema di Venezia, affidata a Paul Greengrass, noto regista di action/thriller come The Bourne Supremacy e Green Zone.

La storia che ci viene raccontata, però, non è proprio un thriller, anche se per gran parte è stata girata come se fosse tale. Qui si parla del tentativo di colpo di Stato (una bomba indirizzata al Primo Ministro norvegese) di Oslo del 2011, dove hanno perso la vita otto persone, e della seguente strage dell’isola di Utoya, perpetrata ai danni di giovani figli della classe dirigente. Tra di loro c’è un ragazzo in particolare, che si è salvato con il fratello dopo essere stato colpito cinque volte, riportando danni permanenti all’occhio destro (cecità totale) e a parte del sistema locomotorio, senza contare le schegge del proiettile rimastegli incastonate vicino alla corteccia celebrale, che quotidianamente minacciano di uccidere sul colpo il giovane.

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Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
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A Star is Born, la recensione

Mostra del Cinema non significa solo drammoni che non finiscono mai provenienti da paesi impronunciabili. Negli ultimi anni hanno fatto la loro comparsa sul Lido anche film potremmo dire più leggeri, apprezzabili da un pubblico più vasto e ottimo diversivo ai drammoni di cui sopra.

Il nuovo film di Bradley Cooper, A Star is Born, che lo vede anche dietro la macchina da presa, si può facilmente inserire in questa categoria.

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