Archivio tag: vincent lacoste

Il primo anno, la recensione

Il regista francese Thomas Lilti scrive e dirige Il Primo Anno (Première Annèe) rimanendo fedele al tema già trattato nei suoi due precedenti film ovvero quello relativo alla professione medica. Dopo avere raccontato le difficoltà di un giovane tirocinante in Ippocrate del 2014 e dopo avere denunciato le falle del sistema sanitario francese in Il medico di campagna (2016), ora Lilti fa un passo indietro nel tempo e ci catapulta sui banchi di quell’Università in cui inizia la formazione della futura classe di chirurghi, farmacisti, odontoiatri e professioni assimilate.  

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Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Venezia 76. Mes jours de gloire (My Days of Glory)

“Perché minimizzi sempre tutto?” questo chiede ad Adrien sua madre sul finire del film. E questo è il cuore di Mes jours de gloire (My Days of Glory), lungometraggio diretto da Antoine De Bary presentato nella sezione Orizzonti della 76esima Mostra del Cinema di Venezia.

Adrien, 27enne tenero e perennemente fra le nuvole, non ne vuole sapere di crescere. La sua vita è in una spirale discendente: da piccolo ha girato qualche film di blando successo, ma da sei anni non ottiene più una parte; nutre un rapporto di dipendenza con la madre, che lo ricopre di affetto e nomignoli; non ha una vita sentimentale, e, probabilmente, non l’ha mai avuta.

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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Ippocrate, la recensione

Ippocrate, antico medico greco, famoso per aver messo sullo stesso piano professionalità e morale.

Ippocrate, film prodotto nel 2014 e uscito in Italia nel 2018, cerca una morale nella professionalità di medici parigini, il cui lavoro spesso impone di ignorare i principi del medico greco.

Una breve sinossi: il giovane medico Benjamin (Vincent Lacoste), figlio del capo reparto di medicina interna – branca ospedaliera ben delineata nel telefilm Doctor House (spesso citato in maniera ironica in questo lungometraggio) – inizia a lavorare a Parigi nello stesso reparto del padre; con lui è arrivato a esercitare la professione anche un altro medico abbastanza giovane, Abdel (Reda Kateb), algerino, che ha già avuto modo di fare esperienza nel suo Paese, ma che adesso vuole trasferire la sua famiglia in Francia. Attraverso le esperienze di questi due dottori, il regista punta a screditare parte del sistema sanitario francese.

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Lolo – Giù le mani da mia madre, la recensione

Complesso di Edipo all’ennesima potenza in salsa comica francese, così si potrebbe definire l’ultima pellicola da regista (e sceneggiatrice, insieme a Eugénie Grandval, oltre che interprete) di Julie Delpy, la Celine che insieme a Ethan Hawke ha dato vita alla trilogia dell’amore di Richard Linklater. Presentato in anteprima mondiale al festival di Venezia lo scorso anno e passato successivamente anche a Toronto, Lolo – Giù le mani da mia madre è una commedia brillante che trova i suoi muscoli e il suo cuore nel racconto leggero di diversi stili di vita rivoltati e messi a confronto gli uni con gli altri.

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Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
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