Archivio tag: vision distribution

Stai senza pensier: L’immortale di Marco D’Amore in blu-ray disc

La storia di Ciro Di Marzo, detto “l’immortale”, inizia nell’ormai lontano 2014 quando su Sky esordiva la serie tv ispirata al successo editoriale di Roberto Saviano (e, di conseguenza, al film di Matteo Garrone) Gomorra. Si tratta di un personaggio inedito, creato appositamente per la serie in parte diretta e supervisionata da Stefano Sollima. Ciro Di Marzio è stato uno dei personaggi più amati e allo stesso tempo odiati di Gomorra – La serie. Un personaggio incredibilmente complesso, scritto benissimo e interpretato con un’intensità fuori dal comune dalla vera rivelazione di Gomorra – La serieMarco D’Amore che in curriculum aveva qualche film (tra cui Una vita tranquilla di Claudio Cupellini e Perez. di Edoardo De Angelis) e tanto teatro. Uscito nelle sale lo scorso dicembre sotto il marchio Vision Distribution, è da qualche settimana disponibile in blu-ray disc L’immortale, lo spin-off cinematografico interamente dedicato al personaggio Ciro Di Marzo nonché primo esempio italiano di serialità che dialoga con il grande schermo all’insegna di un obiettivo comune da raggiungere.

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The Nest – Il nido: in blu-ray l’horror rivelazione di Roberto De Feo

Lo scorso ferragosto è arrivato nelle nostre sale The Nest – Il nido, ambizioso horror made in Italy prodotto dalla Colorado Film e che segna il debutto nel lungometraggio del giovane Roberto De Feo (che già aveva firmato i validissimi cortometraggi Ice Scream e Child K). Un’opera ambiziosa, come si diceva, che dimostra sin dai primissimi fotogrammi la volontà di De Feo ad ancorarsi alla tradizione horror-gotica pur esibendo connotati molto personali ed autoriali. Fortunato di un buon successo di sala, The Nest è disponibile da qualche settimana in Blu-ray disc grazie ai canali distributivi di CG Entertainment.

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Bentornato Presidente, la recensione

Nel 2013 esplodeva nelle sale italiane un successo inaspettato: Benvenuto Presidente, una commedia pungente e sopra le righe diretta da Riccardo Milani ed interpretata da Claudio Bisio e Kasia Smutniak. A distanza di sei anni, in un periodo storico in cui anche il nostro cinema inizia a scoprire le dinamiche commerciali (basta pensare al quantitativo di remake realizzati), la commedia italiana pensa bene di realizzare un sequel a quell’inatteso film sbanca botteghini. Con la regia migrata dalle mani di Milani a quelle dei giovani Giancarlo Fontana e Giuseppe G. Stasi e con Claudio Bisio pronto a vestire nuovamente i panni di Peppino Garibaldi, esce oggi nelle sale italiane Bentornato Presidente, una commedia satirica determinata a sbeffeggiare l’attuale condizione della politica italiana.

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Compromessi sposi, la recensione

«Questo matrimonio non s’ha da fare…»

(Don Abbondio – I promessi sposi)

Ilenia è una giovanissima fashion blogger di Gaeta e Riccardo è un ragazzo milanese con il sogno di diventare un cantautore. I due ragazzi, pur così diversi, si incontrano in una notte d’estate ed è amore a prima vista. La scintilla tra i due è così forte che decidono, nell’arco di una sola notte, di sposarsi. I problemi scaturiscono nel momento in cui le due famiglie sono obbligate a conoscersi pochi giorni prima dal matrimonio. Soprattutto i rispettivi padri degli sposi sembrano essere agli antipodi l’un l’altro: Gaetano, il papà di Ilenia, è un rigido sindaco del sud Italia mentre Diego, padre dello sposo, è un ricco imprenditore del nord carico di pregiudizi. Pur non sopportandosi, i futuri suoceri riescono a trovare un punto d’incontro nell’obiettivo comune di impedire ad ogni costo il matrimonio dei figli.

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Moschettieri del Re – La penultima missione, la recensione

Nella Francia del 1600, la Regina Anna teme che il viscido e perfido Cardinale Mazzarino stia tramando contro la Corona e il proprio Paese. Per garantire la libertà ai perseguitati Ugonotti e aver salva la vita del giovanissimo Luigi XIV, la Regina decide di riunire un’ultima volta i quattro Moschettieri per affidare loro quest’ultima – anzi penultima, stando al titolo – missione. Ma i tempi non sono più quelli di una volta e i quattro Moschettieri del Re sono drasticamente invecchiati. Adesso D’Artagnan è un allevatore di maiali con il ginocchio fragile, Athos è affetto da sifilide e costantemente in lite con le sue due mogli, Aramis per sfuggire ai debiti si è riscoperto abate e Porthos, a causa di problemi con l’alcool, ha la memoria fortemente annebbiata. Nonostante lo scetticismo di partenza, fatta eccezione per il sempre esuberante D’Artagnan, i quattro decidono di accettare l’incarico e difendere ancora una volta il Regno.

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Mektoub, My Love: Canto Uno. Arriva in home video l’ultima opera di Kechiche.

Il cinema di Abdellatif Kechiche ha ormai segnato un nuovo stile di realismo, che avvolge i corpi dei propri protagonisti, si focalizza sui loro volti e li segue ovunque, nella quotidianità più banale e banalmente esasperante. Chiaramente legato a un’idea moderna di nouvelle vague, che si rifà tanto a Éric Rohemer quanto a Jacques Rivette, Kechiche torna a raccontare la gioventù francese dopo il grande successo internazionale di La vita di Adele. E se quel film, che si è aggiudicato la Palma d’oro a Cannes nel 2013, trasponeva la graphic novel di Julie Maroh, Mektoub, My Love è liberamente ispirato al romanzo di François Bégaudeau La ferita, quella vera. Presentato alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 2017, uscito nelle nostre sale lo scorso maggio con Vision Distribution, adesso il film di Kechiche arriva anche in home video grazie ai canali CG Entertainment.

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Cosa fai a Capodanno?, La recensione

È la notte del 31 dicembre. Mentre le radio non fanno altro che parlare di una straordinaria tempesta solare che accompagnerà proprio la fine dell’anno, il furgoncino di una ditta di catering – che trasporta aragoste, ostriche e champagne – fa il possibile per raggiungere uno chalet di montagna rimasto isolato per via dell’abbondante nevicata. Allo chalet, tuttavia, sono diretti alcuni strambi individui che hanno deciso di salutare l’anno organizzando una piccante serata tra scambisti. Quando tutti gli invitati sono giunti a destinazione, in attesa della mezzanotte e della tanto attesa “ammucchiata”, iniziano a conoscersi così da far subito emergere contrasti, alleanze e gelosie. Il vero problema, tuttavia, è che gli scheletri nell’armadio sono molti e nessuno è realmente chi dice di essere.

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In viaggio con Adele, la recensione

Aldo Leoni è un attore teatrale navigato che, negli ultimi anni, si è saputo distinguere nella messa in scena del Cyrano de Bergerac. Dopo tanti anni di desiderata carriera nel mondo del cinema, finalmente il sogno di Aldo sembra avverarsi: lo stimato regista francese Patrice Leconte sta per realizzare un adattamento cinematografico dell’opera di Edmond Rostand e ha messo gli occhi proprio su Leoni per il ruolo del protagonista. Alla vigilia del prezioso provino, però, Aldo riceve una telefonata inaspettata che lo avvisa dell’improvvisa morte di Margherita, ovvero l’unica donna che Aldo sia riuscito ad amare veramente. Incapace di restare indifferente, Aldo sente il bisogno di recarsi a Foggia per dare un ultimo saluto alla donna. Tutto è calcolato al dettaglio, andata e ritorno in quattro ore così da essere preparato e puntuale per il grande provino con Leconte. Le cose si complicano quando, nel cuore del funerale, Aldo scopre che Margherita aveva una figlia, Adele, una ragazza “speciale”, o per meglio dire “neuro-diversa”. Una bambina intrappolata in un corpo ormai adulto che veste solo con un pigiama rosa con le orecchie da coniglio e incapace di separarsi dal Gatto immaginario chiuso costantemente in una trasportina altresì rosa. Quando Aldo scopre di essere il padre di Adele, tutti i suoi piani vengono drasticamente sconvolti.

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Mektoub, My Love: Canto Uno, la recensione

Il cinema di Abdellatif Kechiche ha ormai segnato un nuovo stile di realismo, che avvolge i corpi dei propri protagonisti, si focalizza sui loro volti e li segue ovunque, nella quotidianità più banale e banalmente esasperante. Chiaramente legato a un’idea moderna di nouvelle vague, che si rifà tanto a Éric Rohemer quanto a Jacques Rivette, Kechiche torna a raccontare la gioventù francese dopo il grande successo internazionale di La vita di Adele. E se quel film, che si è aggiudicato la Palma d’oro a Cannes nel 2013, trasponeva la graphic novel di Julie Maroh, Mektoub, My Love è liberamente ispirato al romanzo di François Bégaudeau La ferita, quella vera.

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The Happy Prince – L’ultimo ritratto di Oscar Wilde, la recensione

Tra i più influenti artisti del XIX secolo, Oscar Wilde è ancora oggi una fonte d’ispirazione per molte persone, figura carismatica oltre che grande scrittore, contraddistintosi anche per alcune turbolente questioni private e pubbliche che ha pago a caro prezzo. Ovviamente il cinema non poteva rimanere indifferente dinnanzi a una personalità di tale caratura e in più occasioni lo scrittore irlandese è stato catturato sul grande schermo, sia in quanto le sue opere sono diventate ispirazione per lungometraggi, sia in quanto protagonista stesso di film che raccontano la sua vita. A quest’ultima categoria appartiene The Happy Prince – L’ultimo ritratto di Oscar Wilde, film che sancisce l’esordio alla regia dell’attore Rupert Everett, che questo film lo ha anche scritto e interpretato nel ruolo di protagonista.

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