Tenebre e Ossa: gli X-men della Russia Zarista

Nell’era del Web è ormai risaputo che i membri di un fandom accreditato possano essere spietati (quasi) quanto Michiko Kakutani e Anna Wintour messe assieme; infatti, non appena Netflix “twittò” il progetto di fare una serie tv ispirata alle due principali saghe di Leigh Bardugo (La trilogia di Tenebre e Ossa e la duologia di Sei di corvi), una delle autrici young adult più acclamate dalla critica, il mondo di Booktube e di Bookstagram è esploso (parlo con te, @blood_of_booktube).

Ancora prima che la serie Tenebre e Ossa fosse pubblicata lo scorso 23 aprile, ci sono state polemiche di ogni tipo, a cominciare dalla scelta del cast, che sembrava non rispettare sufficientemente tutta l’iconicità che i personaggi della Bardugo ispirano; ma contro ogni premessa il risultato ha soddisfatto tutti.

La produzione guidata da Eric Heisserer ci proietta a Ravka, un paese molto simile alla Russia zarista di fine Ottocento, il cui problema principale è rappresentato da un’enorme faglia fatta di pura oscurità che divide la nazione in due parti, Ravka Est e Ravka Ovest, e ne limita i contatti con l’esterno. Alina Starkov (Jessie Mei Li) e Mal Oretsev (Archie Renaux) sono due orfani cresciuti insieme che fanno parte dell’esercito di Ravka; un giorno viene loro assegnato l’incarico di salire su una delle navi-sabbie che attraversa la Faglia e durante un attacco dei mostri alati che vi abitano, i Volkra, Alina fa uscire dal proprio corpo un’esplosione di luce, palesando così il proprio potere da Grisha. Costoro sono degli esseri umani dotati di “superpoteri”, in particolare hanno la capacità di manipolare la materia, sia essa organica o inorganica. Alina scopre di essere sempre stata un’Evocaluce, ovvero può attirare il sole, e per un paese straziato da un blocco di “oscurità” può rappresentare l’ultima speranza per distruggere una volta per tutte la Faglia.

Tenebre e ossa

Separata da Mal e portata immediatamente al Palazzo reale, finisce sotto la protezione del generale Alexander Kirigan (Ben Barnes), Grisha col potere di plasmare l’oscurità -ma guarda un po’- e viene addestrata per sviluppare al meglio i propri poteri. Parallelamente alle vicende di Alina, seguiamo quelle di un intraprendente gruppo di criminali dell’isola di Ketterdam, i Corvi, capitanati da Kaz Brekker (Freddy Carter), a cui viene assegnato l’incarico di rapire la stessa Alina per “venderla” al miglior offerente.

La trama quindi si dipana fra il percorso di formazione di Alina, che si trova invischiata in intrighi di palazzo e triangoli amorosi, e le disavventure dei Corvi che fanno uno sgangherato “viaggio della speranza” attraverso la Faglia e terre nemiche per riuscire nella loro bieca impresa.

Ultimo tassello al grande puzzle della storia è la mini-trama riguardante la grisha Nina (Danielle Gallighan) e il druskelle (cacciatore di grisha) Mattias (Calahan Skogman), personaggi secondari che nelle prossime stagioni avranno un ruolo più importante.

Tenebre e ossa

Non serve una grande saga fantasy a fare una grande serie tv o un grande film, sappiamo tutti che la trilogia cinematografica de Il Signore degli anelli è debitrice tanto a Peter Jackson quanto al genio immaginifico di Tolkien; in Tenebre e Ossa gli adattatori hanno sapientemente tagliuzzato, “shakerato” e riadattato il materiale presente nelle due saghe più importanti della Bardugo (quella di Tenebre e Ossa, e di Sei di Corvi) e creato un prodotto totalmente nuovo, fruibile a un pubblico dai sedici anni in su, che non sia il solito minestrone fan-service meglio noto come “americanata”.

Nonostante le curatissime scenografie e la fotografia fosca che meglio rispecchiano il nucleo narrativo originale, il merito dell’uscita della serie va comunque agli interpreti che sono riusciti a dare nuove sfumature emotive a dei personaggi complessi e difficili da non amare: il bravo Ben Barnes ci ha regalato un Darkling più umano tanto quanto Freddy Carter, Amita Suman e Kit Young sono riusciti a lasciare discretamente soddisfatti le schiere di fans dei Corvi.

Tenebre e ossa

Gli attori protagonisti hanno invece contribuito a risollevare l’indice di “gradimento” di due personaggi fin troppo bistrattati e sottovalutati dai cioffani d’oggi – #TeamMal tutta la vita- che con la loro genuinità sono più outsider che mai. La Bardugo ebbe il merito di “svecchiare” il vecchio canovaccio del romanzo fantasy di formazione, Harry Potter docet, con la tipica protagonista (quella che in gergo young adult si chiama Mary Sue) che, dopo essersi creduta inutile per tutta la vita, si ritrova coi super-poteri e al centro dell’attenzione di re e criminali, sviluppando al meglio la realisticità dei protagonisti e del wordbuilding; a essa si aggiunge il sano sperimentalismo di Netflix che, tra una serie cancellata e l’altra, mette su dei progetti arditi in cui osa rimaneggiare con cura del materiale di qualità e farne una serie promettente.

Ilaria Condemi de Felice

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