TFF35. A fabrica de nada, la recensione

Deve essere questa l’opera più controversa del 35esimo Torino Film Festival. A fabrica de nada ha infatti in sacco di idee originali e una sfrenata ambizione al capolavoro, ma c’è forse da chiedersi se raggiunge effettivamente gli obiettivi che si era posto in partenza.

Pur avendo presupposti decisamente interessanti, il film fatica un po’ a partire e il centro viene individuato soltanto a circa trenta minuti dall’inizio del film.

A fabrica de nada racconta la reazione di un gruppo di operai a dei nuovi provvedimenti presi dal loro datore di lavoro. Questi ultimi capiscono quindi che la loro posizione è a rischio e indicono una riunione per provare a risolvere un problema comune. Ma il team fatica a trovare un accordo (scioperare o occupare?) tirando prima in ballo i rispettivi rischi personali e poi le proprie convinzioni politiche e sociali.

La lotta operaia assume con questo film i contorni di un discorso filosofico degno del migliore Elio Petri. Ma la classe operaia è qui senza una vera meta.

Il film diventa quindi tutto un verboso discorrere. Paradossalmente è proprio a partire da questo momento che la regia del portoghese Pedro Pinho si fa più interessata e coinvolta.

A fabrica de nada però risulta discorsivamente complesso non solo per l’ampiezza del tema trattato, ma anche per quella sua tendenza ostinata a voler partorire un prodotto riuscito a tutti i costi.

Diventa quindi a questo punto evidente che ci sia un eccesso di sforzo in questa sofisticata operazione di regia che struttura il film in tre momenti tra loro slegati e che si allaccia ora alla scrittura di Kechiche, ora al film-pamphlet di Loach e ora al musical impegnato. Ma è un film troppo occupato a sorprendere e non mette in conto la sua difficoltà a far convivere questo eterogeneo insieme di elementi.

Film difficile da giudicare nella sua unicità, A fabrica de nada sembra perennemente diviso tra l’insoddisfazione di sé stesso e l’autocompiacimento. Tuttavia, nonostante i ben 177 minuti di durata, sembra alla fine aver detto molto mento di quanto avrebbe voluto.

Claudio Rugiero

PRO CONTRO
  • Film ambizioso: punta ad altissimi livelli.
  • Riesce a coinvolgere nel suo complesso discorso.
  • È ben scritto e ha dei personaggi ordinari ma a modo loro sorprendenti.
  • C’è decisamente troppa carne sul fuoco in un film già di per sé complesso.
  • È un film dove c’è davvero troppo sforzo di intenti per risultare credibile.
  • Nella sua durata impegnativa non tutto serve effettivamente.
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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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