The Boy 2 – La maledizione di Brahms, la recensione

THE BOY 2 LA MALEDIZIONE DI BRAHMS

La demonizzazione del mondo infantile e la conseguente trasformazione dei giocattoli in strumenti di morte e di terrore sono da sempre uno dei temi più sfruttati, e talvolta inflazionati, dai registi di film horror di ogni generazione. Un immaginario orrorifico che ha visto nelle bambole di porcellana – che già di per sé incutono inquietudine – il proprio soggetto preferito, a partire dal capolavoro anni Ottanta La bambola assassina il cui mitico protagonista Chucky fu il capostipite di una stirpe di bambolotti armati di coltello e capaci di efferati delitti ai danni degli adulti e degli stessi suoi “amici fino alla fine” bambini.

A continuare nel solco della tradizione ci aveva pensato nel 2016, tra i tanti, William Brent Bell con il soddisfacente The Boy il cui bambolotto, tuttavia, si discostava dal sanguinario Chucky, per seguire una strada molto più al passo con i tempi e vicina alla demoniaca ed enigmatica Annabelle del “Conjuring Universe”, la cui presenza influenza gli oggetti e le persone che le sono intorno attraverso fenomeni simili ai “Poltergeist”.

Un Buon successo di pubblico e critica che il regista americano cerca di bissare con The Boy 2 – La maledizione di Brahms, sequel che però si rivela un horror fiacco, anonimo e incapace di riprodurre i punti di forza del primo film, caratterizzato da atmosfere inquietanti, diverse scene dal buon tasso di tensione e un colpo di scena finale notevole. Non ritroviamo nulla di tutto questo nel sequel che a conti fatti rappresenta il primo autentico flop per Bell, il quale aveva mostrato buone doti stilistiche e narrative con L’altra faccia del diavolo e soprattutto La metamorfosi del male.

THE BOY 2 LA MALEDIZIONE DI BRAHMS

Liza e Sean sono una giovane coppia che decide di trasferirsi fuori città per cambiare aria e aiutare il proprio figlio Jude, afflitto da un’acuta forma di mutismo selettivo provocato da un forte trauma. La famiglia però non sa che la zona scelta per la loro “vacanza terapeutica”, ossia la tenuta Heelshire, è stata teatro di orribili e misteriosi episodi che riguardano un bambino di nome Brahms. La situazione, poi, si aggrava, quando Jude ritrova una bambola di porcellana che diventa il suo amico immaginario e a cui dà come nome proprio Brahms. È l’inizio di un incubo senza fine per tutti i protagonisti.

Se è vero che, come recita il vecchio detto, l’abito non fa il monaco, con The Boy 2 – la maledizione di Brahms la regola non vale e ci troviamo difronte ad un prodotto che trasmette sensazioni negative fin dalla visione del trailer, da cui già si intuivano i molti dei limiti del film. Basse aspettative derivate dal fatto che Brent Bell, per ovviare alla difficoltà di rendere seriale una storia apparsa compiuta e finita già col primo film, cerca di fondere due temi ricorrenti nel genere horror: da un lato abbiamo la già citata trasformazione del rassicurante mondo dei balocchi in un compendio di paura e morte; dall’altro, invece, c’è la classica figura del bambino problematico e posseduto o manipolato da influssi demoniaci.

THE BOY 2 LA MALEDIZIONE DI BRAHMS

Un cocktail più che indigesto e foriero di un plot, scritto dallo sceneggiatore Stacey Menear, piatto, dai ritmi lenti, a tratti addirittura noioso dal quale viene fuori uno sviluppo narrativo che si adagia su binari scontati e banali e una caratterizzazione di personaggi piuttosto raffazzonata e stereotipata.

A queste criticità, poi, vanno aggiunte una regia anonima e impersonale – cosa strana per gli standard di Brent Bell – e una gestione della tensione approssimativa che dà vita a sequenze di tensione dal bassissimo tasso di paura, dalle quali emerge l’altro grande limite di questo secondo capitolo, ovvero l’aver disperso le affascinanti ambientazioni goticheggianti e l’aura di terrore che avvolgeva il bambolotto Brahms presenti nel primo film.

Molto deludenti, inoltre, anche le prove degli attori, su tutte Katie Holmes, nei panni di una mamma poco presente sia per il figlio che sulla scena, e il piccolo Christopher Convery la cui presenza scenica e mimica facciale rende il suo Jude uno dei “bambini maledetti” meno spaventosi di sempre.

THE BOY 2 LA MALEDIZIONE DI BRAHMS

The Boy 2 – La maledizione di Brahsm, in conclusione, è un film davvero dimenticabile; ulteriore prova che non sempre la serialità paga a livello qualitativo e che sarebbe sempre meglio ingegnarsi a sfornare idee nuove, fresche e originali. Altrimenti questi sono i (disastrosi) risultati!

Vincenzo de Divitiis

PRO CONTRO
  • La durata di meno di 90 minuti.
  • Il bambolotto Brahms sempre è inquietante
  • Aver disperso le ambientazioni goticheggianti del primo film.
  • Scene di tensione poco efficaci.
  • Personaggi piatti e il “bambino maledetto” meno spaventoso di sempre.
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Valutazione: 4.0/10 (su un totale di 1 voto)
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