The Broken Key, la recensione

Louis Nero è un regista munito di visione. Crede in un’arte impegnata, fa il processo all’intrattenimento, agita la coscienza del pubblico imbottendo i suoi film di domande domandine domandone e non si sogna mai, nemmeno per un momento, di inciampare in qualcosa che somigli vagamente a una risposta. Il suo è un movimento sovversivo che rifiuta le logiche di omologazione di toni e contenuti del cinema italiano contemporaneo, per cercare la sua verità alle sue condizioni. Scrive quello che dirige, dirige quello che scrive, produce da sé ciò che scrive e dirige, e quello che scrive produce e dirige assomiglia molto poco a ciò che lo circonda. Sia detto senza sarcasmi, un atto di eroismo.

Il suo nuovo film, The Broken Key, è un oggetto che rifiuta facili classificazioni. Più che un film di genere, un film di generi. Un po’ horror, detective story, venature fantasy e suggestioni fantascientifiche, sullo sfondo di una Torino distopica eco – sostenibile e dominata dalle oligarchie finanziarie.

L’anno è il 2033, la sfida del giovane Arthur (Andrea Cocco) e di Sarah Eve (Diana Dell’Erba) è di recuperare il frammento mancante di un antico papiro. Una sfilza di omicidi, curiosamente legati ai sette peccati capitali, fa da contorno. In controluce, si muove la misteriosa e leggendaria confraternita dei seguaci di Horus. La posta in gioco è l’anima del protagonista e, più in generale, un processo di elevazione spirituale che potrebbe andare a beneficio dell’umanità intera. Salvare il mondo, what else?

Un cast di contorno che annovera un numero impressionante di facce da culto che a solo elencarle viene via metà recensione. Proviamoci perché la cosa a vederla sullo schermo fa il suo bell’effetto: Christopher Lambert, Rutger Hauer, Geraldine Chaplin, William Baldwin, Michael Madsen, Franco Nero, Kabir Bedi e Maria De Medeiros. Un minestrone di generi. Una quantità di riferimenti che intrecciano Dante Alighieri, indiscusso nume tutelare del complottismo esoterico, l’Antico Egitto, Hieronymus Bosch, i 7 peccati capitali, il mondo di domani, Torino città magica. Una colonna sonora vecchio stile invasiva e incessante.

Troppa, troppa carne al fuoco per un film stratificato nei motivi, nella forma, nei volti. Poco propenso a fare amicizia con il pubblico sul piano della chiarezza, The Broken Key è un racconto alchemico che non riesce a trasformare la sua materia digitale in oro. Allude a verità in controluce e misteriose connessioni che restano volutamente inesplorate. Questo trionfo dell’allusione non stimola la fantasia dello spettatore, ma si fa respingente. E poi il sospetto strisciante che l’accumulo di pretese intellettuali serva a mascherare un disprezzo presuntuoso verso il film di genere. Ci sono pochi registi al mondo più audaci di James Gunn, che con i Guardiani della Galassia ha il coraggio insensato di girare un film colorato e divertente.

Louis Nero combatte con The Broken Key una battaglia per l’arte, la verità e il miglioramento spirituale. Crede nel cinema come forma d’arte, e questo gli fa onore perché oggi non lo fa quasi più nessuno. Ma il cinema offre molto di più di una visione monocolore: può essere arte, intrattenimento o tutte e due le cose insieme. È paradossale notare come il parziale riscatto di The Broken Key arrivi proprio da quel versante spettacolare, il look futuristico, gli snodi gialli della trama, che il suo regista sembra tenere in minore considerazione.

Francesco Costantini

PRO CONTRO
  • Nel bene e nel male, un film italiano che fa le cose a modo suo.
  • Torino futuristica è meno affascinante di Torino magica, e nessuno sa fotografare il lato horror / misterioso / magico della città come il maestro Dario Argento.
  • La musica vorrebbe essere imponente ma a lungo andare stanca.
VN:R_N [1.9.22_1171]
Valutazione: 5.0/10 (su un totale di 1 voto)
VN:F [1.9.22_1171]
Valutazione: 0 (da 2 voti)
The Broken Key, la recensione, 5.0 out of 10 based on 1 rating

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.