The Dirt: Mötley Crüe, la recensione

The Dirt

Netflix coglie la palla al balzo e a pochi mesi dal successo mondiale di Bohemian Rhapsody, fa uscire sul proprio catalogo un’altra biografia musicale, quella dei Mötley Crüe . The Dirt è basato su una autobiografia scritta da tutti e quattro i membri della band, che ripercorre le loro vicende più esagerate, cruente e al limite della decenza. Ma il film di Jeff Tremaine  non è un semplice copia incolla del film sui Queen, ma si pone esattamente agli antipodi. Poco spazio per i sentimentalismi, non si cerca di far presa sull’emotività dello spettatore. Qui siamo dentro un caos rock’n roll dall’inizio alla fine e soprattutto all’interno di un racconto corale: non è un film su Freddie Mercury, sulla sua voce e sulla sua musica come quello di Bryan Singer; è un film sugli eccessi di quattro musicisti fuori di testa.

Ed è proprio la musica l’elemento latitante di questo The Dirt: è presente in una minima dose, giusto per far capire ai fan della band ma anche a chi si avvicina solo per curiosità al prodotto che si sta parlando dei Mötley Crüe. Non ci sono scene che mostrano la fiamma compositiva, la scintilla dell’idea e la varie discussioni per apportare modifiche o quanto altro. Alcol, droghe e sesso sono ciò che è presente in quantità industriale, nei camerini, nei festini, nei dietro le quinte e nella loro vita quotidiana. Sembra quasi che loro sono musicisti non perché suonano e creano musica, ma perché hanno questa vita dissoluta, oltraggiosa, di cui la musica non è altro che una delle conseguenze inevitabili.

L’esagerazione è presente anche nella messa in scena, con momenti da videoclip, rallenty, rotture continue della quarta parete con l’interpellazione diretta dello spettatore che rendono assolutamente inverosimile una vicenda (quasi) autobiografica.

I momenti di pausa dal caos sono veramente pochi e in quel caso emerge la tragicità dietro l’apparente sballo ininterrotto, come la dipendenza da eroina del bassista/fondatore oppure la malattia e la successiva morte della figlioletta del cantante. Ma, come per le scene brevissima che riguardano la creatività musicale, anche il dramma è trattato con una velocità estrema: un paio di scene una dietro l’altra e quattro campi e controcampi ed il dramma è risolto. È già ora di tornare nuovamente sul palco tra fiamme, fumogeni, costumi sgargianti e musica ad alto volume fino a sfondare i timpani.

Probabilmente la pecca peggiore del film è proprio il trattare con poca cura le parti musicali e le vicissitudini più drammatiche che hanno investito i membri della band, puntando esclusivamente sull’exploitation e il divertimento nudo e crudo.

Stefano Tibaldi

PRO   CONTRO
  • Ritmo indiavolato come un pezzo rock.
  • Ci si diverte da matti a vedere la follia che si cela dietro queste iconiche star.
  • Poca musica, ed in un biopic musicale la cosa pesa.
  • I pochi momenti emotivi sono trattati in modo frettoloso.
  • La regia è indiavolata come gli eventi narrati, ma alle volte sfiora il fastidioso effetto videoclip.
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Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Valutazione: -5 (da 5 voti)
The Dirt: Mötley Crüe, la recensione, 6.0 out of 10 based on 1 rating

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