The Hateful Eight: la conferenza stampa a Roma [Foto e Video]

The Hateful Eight

Il 4 febbraio arriverà nei cinema italiani, distribuito da 01 e Leone Film Group, The Hateful Eight, ovvero l’ultima fatica del grande Quentin Tarantino, il suo ottavo film. Per presentare alla stampa questo particolarissimo western/horror sono giunti a Roma lo stesso regista, gli attori Kurt Russell e Michael Madsen e l’autore della colonna sonora Ennio Morricone.

Gli stessi hanno presenziato anche all’anteprima del film, che si è svolta nella sera del 28 gennaio presso il glorioso Teatro 5 di Cinecittà, dove, immerso in una suggestiva scenografia che riproduce lo scenario innevato del film, The Hateful Eight è stato proiettato in formato 70mm Ultra Panavision, proprio nel modo in cui Tarantino l’ha girato.

Vi ricordiamo che The Hateful Eight sarà in cartellone al Teatro 5 di Cinecittà con diverse proiezioni al giorno (anche in lingua originale) fino al 29 febbraio, ovviamente proiettato in formato 70mm, come unica sala romana adibita a tale fruizione.

Ma ora veniamo ai nostri protagonisti, che hanno incontrato la stampa nel pomeriggio del 28 gennaio nella cornice della sfarzosa sala conferenze del romano Hotel Hassler, alle spalle di Piazza di Spagna.

A prendere subito la parola è stato Quentin Tarantino che, ovviamente, ha parlato della scelta di girare il film in pellicola 70mm.

Il 70mm – spiega il regista – ti consente di vedere sia quello che è in primo piano che ciò che accade sullo sfondo. Si ha così il controllo su tutti i personaggi e questo fa crescere la suspense, anche perché si sa che prima o poi qualche cosa esploderà”.

Vista l’ambientazione western del film, è stato chiesto a Tarantino se la sfida tra pellicola e digitale potrebbe essere metaforicamente paragonata alla battaglia tra indiani e cowboy e il regista, ridendo, ha risposto che si augura per la pellicola una sorte migliore di quella che è toccata ai nativi americani… una maggiore durata nel tempo.

Il botta e risposta si è inevitabilmente subito spostato sull’utilizzo della violenza. Tarantino ribadisce che la violenza è parte integrante del suo cinema da sempre, anche perché è un elemento basico della società e in questo film arriva in un secondo momento, esplodendo all’inizio del secondo tempo. Questo perché The Hateful Eight è pensato quasi come una pièce teatrale e per questo motivo non ci sono i classici trucchetti solitamente utilizzati dal cinema per abbattere i tempi “morti”.

Poi l’attenzione si sposta sul pertinente parallelismo che collegherebbe The Hateful Eight all’horror fantascientifico di John Carpenter La cosa, a cui lavorarono, tra l’altro, sia Kurt Russell che Ennio Morricone. Quest’ultimo, fraintendendo la domanda posta, si lancia in un paradossale tentativo di difesa che ha il tono di un acceso rimprovero a chi gli ha posto la domanda. Ma in breve tempo la situazione torna nella norma e Quentin Tarantino prende la parola confermando che la somiglianza tra i due film sta principalmente nello scenario e nei paesaggi. La condizione dei personaggi intrappolati in una stanza è la medesima del film di Carpenter e nessuno di loro può fidarsi dell’altro. Un altro voluto auto-omaggio – continua Tarantino – è verso il suo film d’esordio, Le iene. E’ come se The Hateful Eight sia una versione western de Le iene, che, a sua volta, all’epoca fu molto influenzato da La cosa.

Kurt Russell, sentendosi chiamato in causa, conclude ringraziando Morricone, Tarantino e Carpenter, dichiarando di essere felice di aver preso parte a due film di tale caratura.

Viene introdotto un argomento che in questi giorni sta facendo molto chiacchierare le riviste e i siti di cinema, ovvero l’annunciato boicottaggio della cerimonia degli Oscar da parte di alcune personalità del mondo dello spettacolo in protesta alla mancanza di quote “black” tra le nomination degli Academy Awards 2016. Ma Tarantino sceglie di non prendere l’argomento troppo sul serio e dice: “Mi dispiace che Samuel L. Jackson non abbia avuto la candidatura, ma, per quello che riguarda il boicottaggio, io non sono stato candidato, altrimenti sarei senz’altro andato“.

Poi un giornalista nota come in The Hateful Eight, così come in gran parte dei suoi film, Quentin Tarantino parta da un genere specifico e poi finisce in un altro.

A tal proposito, il regista spiega che tende a essere trascinato da un genere, però è consapevole che non riuscirà mai a fare tutti i film che vorrebbe fare, quindi sceglie di mettere cinque film in uno. “Da amante del cinema – continua – tendo a rispondere in maniera positiva ai film che sono a cavallo tra i generi. Il pubblico così può vedere più di un film con un solo biglietto!” Poi, scendendo nello specifico di The Hateful Eight spiega “Sapevo che volevo realizzare un western e un giallo alla Agata Christie, però è alla fine del montaggio che mi sono reso conto di aver creato anche un film horror!

Il discorso si sposta sull’unica donna del film, la prigioniera Daisy Domergue, interpretata da Jennifer Jason Leigh. “Il ruolo del prigioniero – commenta Tarantino – apparteneva a una donna fin dall’inizio, ma se al posto di Daisy ci fosse stato un uomo di 105 kg, gli aspetti del film non sarebbero cambiati di una virgola“.

Come prevedibile, viene fatto riferimento alla massiccia dose di violenza proprio ai danni del personaggio di Daisy: “Il fatto che venga picchiata dipende esclusivamente dal comportamento del Boia. Il suo tratto duro serve a farsi rispettare, a far sì che i suoi prigionieri non scappino e per lui non fa nessuna differenza se ha di fronte un uomo o una donna“. Poi Tarantino continua: “avrei anche potuto scegliere un uomo come prigioniero, ma ho preso una donna perché questo complica anche i sentimenti dello spettatore e fa sì che il coinvolgimento con quello che accade sullo schermo sia maggiore“.

Un giornalista fa poi un’osservazione sull’essere da parte di The Hateful Eight un film dall’importante peso politico. Tarantino però non si vede particolarmente d’accordo, controbattendo che dal suo punto di vista erano più politici Bastardi senza gloria e Django Unchained. Poi, pensandoci bene e ammettendo di aver sentito più volte questa osservazione, azzarda che The Hateful Eight potrebbe essere diventato politico per molti indipendentemente dalle intenzioni, forse con riferimento al momento quando i personaggi cominciano a descrivere la situazione post bellica, che casualmente sembra in parallelo con l’attuale scontro tra democratici e conservatori negli Stati Uniti.

Michael Madsen, che fino a questo momento era stato in silenzio, prende la parola spiegando che i film di Quentin Tarantino tendono sempre a risolvere i problemi, non a crearli. Inoltre le sue opere possono essere viste in diverse prospettive e fin dai tempi de Le iene viene a crearsi uno specchio della realtà. Però c’è da dire che nei film le soluzioni sono molto più semplici di come le cose vengono gestite nella realtà.

Kurt Russell aggiunge: “Quello che mi piace dei suoi film è che tesse una sorta di ragnatela. In questo film c’è un elemento che richiama in particolare la cultura degli Stati Uniti: il fatto che a tutti sia concesso un processo. Il boia vuole che questo diritto sia rispettato e quando scopre la verità sulla lettera a Lincoln in possesso del personaggio di Jackson, la ragnatela arriva a un compimento perché il boia agisce in modo inaspettato senza condannare l’uomo nero, dal momento che proprio a lui ha dato il passaggio di testimone per il compimento della sua missione“.

Madsen riprende la parola spiegando che ripetere i termini di disprezzo come “negro” ha portato allo sgonfiarsi del potere denigratorio del termine. “Mi sarebbe piaciuto – continua – che nella società fosse stato vero come nel set di Quentin. Il potere delle parole non è da sottovalutare e usare delle parole dispregiative con tale frequenza aiuta a smorzarne il tono“.

Poi Madsen cambia argomento e racconta di essere cresciuto in una famiglia in cui il padre non sempre ha apprezzato i suoi film, invece The Hateful Eight gli sarebbe sicuramente piaciuto e probabilmente avrebbe anche imparato qualcosa. “Mio padre – conclude Madsen – ci ha lasciati a dicembre e di questo film gli avevo parlato molto“.

Il video dell’intera conferenza stampa romana è disponibile sul canale Youtube di 01 Distribution, ve la mostriamo qui di seguito.

Vi ricordo che The Hateful Eight sarà nei cinema italiani da giovedì 4 febbraio, ma dal 29 gennaio è già in programmazione presso gli il Tratro 5 di Cinecittà Studios in copia da 70mm e allo stesso modo è proiettato anche alla Cineteca di Bologna e al cinema Arcadia di Melzo, in provincia di Milano.

Roberto Giacomelli

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