The Neon Demon: Intervista a Nicolas Winding Refn e Elle Fanning

Il grande Nicolas Winding Refn, celebratissimo autore di capolavori come Bronson e Drive, ha fatto una tappa a Roma per promuovere l’uscita italiana di The Neon Demon, la sua nuova fatica che mescola il mondo della moda con l’horror, secondo la sua particolarissima visione autoriale. Insieme a lui la protagonista del film Elle Fanning, che interpreta una giovanissima aspirante modella che si scontra con lo spietato mondo della moda losangelino.

Nella cornice della Casa del Cinema, Refn e Fanning hanno risposto alle nostre domande.

Il triangolo che campeggia sulla locandina e che ricorre nelle visioni di Jessie? Rappresenta il demone al neon – spiega Nicolas Winding Refn –. Il triangolo simboleggia la sensibilità e l’idea mi è venuta dalla lettura dei tarocchi che settimanalmente mi facevo fare da Alejandro Jodorwsky via skype.

Riguardo la collaborazione con il musicista Cliff Martinez, che ha già composto le musiche di Drive e Solo Dio perdona, Refn precisa:

Sono stato fortunato a lavorare con lui già con Drive, lui era l’anello mancante della mia evoluzione. Ha lavorato anche con mia moglie per il suo documentario ed è diventato uno di famiglia. La sua musicalità fa funzionare il film. Nella sceneggiatura specifico il suo contributo e scrivo “la musica di Cliff interverrà qui”, quindi il suo contributo è studiato nel minimo dettaglio. Quando il film è montato glielo faccio vedere e gli dico di sentirsi libero.

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Sulle contaminazioni di genere che riguardano il suo film, Refn puntualizza:

Io non faccio film, ma esperienze; poi la gente può leggerci dentro qualsiasi cosa e questo è fantastico. Secondo me ci sono molte cose dentro The Neon Demon: è un film horror, un fil divertente, a tratti volgare, sicuramente sexy, tutto quello che uno ci può mettere dentro in un’unica esperienza. E comunque alla base c’era l’idea di farcirlo con tutto quello che lo riconducesse al puro intrattenimento.

A tal proposito Elle Fanning aggiunge:

Essendo io stessa una teenager penso che tutto quello che è detto nel film sia corretto, c’è quello che i teen agers vogliono trovare in un film, c’è verità, rompe le regole, riesce a shockare e sorprendere.

Sul concetto di bellezza, che è centrale in The Neon Demon, Refn così si esprime:

Una delle cose per le quale io e Elle siamo subito stati d’accordo è che ritenevamo che la bellezza fosse un qualche cosa di complesso, per cui ognuno ha un’opinione diversa. La mitologia e le favole hanno come parola ricorrente proprio “bellezza”, intesa sia come fisica che interiore. Inoltre è un concetto universale, chiunque può capirla e farsi un’opinione. Tutte le donne nel film compiono questo viaggio di ricerca della bellezza. Gli uomini servono per portare avanti la trama, un po’ come le fidanzate in molti altri film. Ognuno di loro rappresenta un aspetto fondamentale per l’evoluzione del personaggio di Jessie. Esauriti i personaggi maschili, restano solo gli importanti personaggi femminili. Si va però oltre il concetto di femminismo, in The Neon Demon non c’è nulla di politico.

Elle Fanning completa:

La prima volta che ho incontrato Nic mi ha chiesto se pensavo di essere bella e questo mi ha messo a disagio perché la società ci induce a pensare che non si deve dare una risposta a questa domanda per non risultare narcisista. Quindi è un argomento provocatorio, poi il confine tra volersi sana ed essere ossessionata dalla bellezza è molto labile. Nel film io sono ossessionata dalla bellezza e questo porta alla mia caduta, ma io non sono sicura che il mio personaggio fosse innocente fin dall’inizio.

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Quando chiediamo a Nicolas Winding Refn quali siano stati i suoi ispiratori, visto che i cromatismi fotografici molto accesi e innaturali richiamano certa cinematografica horror italiana degli anni ’60 e ’70, così il regista risponde provocatoriamente:

C’è un’ossessione da parte vostra nel cercare le ispirazioni dai film altrui e non capisco perché questo accada. Ma voglio svelarvi un piccolo segreto: tutti rubano e chi non ammette di rubare sta mentendo!

Dal momento che Bronson era ispirato alla vita di un personaggio realmente esistito, ci si chiede se mai Refn tornerà al biopic!

Essendo ossessionato da me stesso, nel mio lavoro trovo difficile trovare ispirazione a una biografia che non sia di me stesso. Quando ho fatto Bronson ho trovato qualcuno che mi ispirasse, ma sono troppo preso da me per continuare questa strada. Comunque a me piace vedere biografie.

Vi rivelo un altro segreto: la grande creatività è il narcisismo agli estremi.

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Un tratto fondamentale di The Neon Demon è la violenza, intesa in senso fisico ma ancora di più in senso psicologico.

Credo che tutti i film che ho fatto sono stati di preparazione a The Neon Demon e c’è un filo conduttore che li attraversa tutti: ha a che fare con la mia fantasia sul se fossi nato ragazza e molto bella.

Era giusto che la violenza arrivasse in quel modo e a quel punto anche perché abbiamo girato in ordine cronologico.

Ho usato spesso violenza fisica nei miei film e così qui abbiamo deciso di puntare maggiormente sulla violenza psicologica.

Visto che tutti i personaggi principali di The Neon Demon sono molto giovani e la stessa protagonista è adolescente, in che modo Refn si rapporta con il cinema indirizzato al giovane pubblico?

Dal mio punto di vista il cinema ha raggiunto una fase di perfezione stagnante dal punto di vista finanziario. È una grande macchina che trascina tutti. Se non fosse per i grandi film di supereroi o i blockbuster l’industria del cinema oggi non esisterebbe più. Io ho sempre fatto film guardando al futuro e col digitale abbiamo un abbattimento delle regole del cinema di una volta, prima era nelle mani di un gruppo che controllava tutto, oggi questo ecosistema non si applica più, è come parlare di classicismo e modernità. Il digitale è accessibile a tutti e non c’è più il controllo. Il nostro film è proiettato verso il futuro e per questo era necessario avere un’attrice sedicenne che aprisse verso questo mondo. Il futuro è luminoso, un’esperienza interessante.

Elle Fanning coglie maggiormente il focus della domanda:

Quando leggevamo insieme la sceneggiatura, lui mi chiedeva se una teenager parlerebbe e farebbe queste cose? E io davo consigli. Per me è stata un’esperienza diversa da quelle fatte fino ad oggi, mi sono sentita libera di esprimere le mie idee. A metà film, Nic ha pensato di cambiare il finale, impaurito su dove ci saremmo spinti.

Infine qualche anticipazione sul futuro artistico del regista, che sembra molto proiettato verso il mezzo televisivo.

Non farò la serie tv di Barbarella, come si vociferava fino a poco tempo fa, perché The Neon Demon è già la mia versione di Barbarella. Ritengo obbligatorio avere qualche cosa di televisivo in sviluppo, tra cui c’è Les Italiens prodotto dai Lucisano e poi anche qualche cosa in America. Però tutto questo richiede tempo perché la tv non è come il cinema e non devo scrivere una sceneggiatura per qualche cosa che dura 90 o 100 minuti, ma per ore e ore che possano coprire 12 o 13 episodi. La Tv sta diventando qualche cosa di sempre più interessante.

Vi ricordiamo che The Neon Demon è nelle sale italiane dall’8 giugno distribuito da Koch Media.

Se vuoi leggere la nostra recensione di The Neon Demon, clicca qui.

Roberto Giacomelli

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